Napoli, il convento di San Francesco diventa resort di lusso: scatta la protesta dei residenti

In una parte della struttura sistemate 30 camere per i turisti

Da convento a resort di lusso scatta la protesta dei residenti
Da convento a resort di lusso scatta la protesta dei residenti
di Gennaro Di Biase
Domenica 25 Febbraio 2024, 23:05 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 15:10
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San Francesco che parla alle inferriate, alle travi di legno, alle sedie impilate una sull’altra e ai materiali di risulta. Sembra invocare qualcosa, sembra predicare non più alle anime ma alle sbarre e ai sacchi che lo circondano da ogni lato. Gli uccelli del Cantico delle Creature, in questa scena, sono lontanissimi. Come se facessero parte di un mondo che, da pochissimo, è diventato antico. È il mondo del patrimonio ecclesiastico che cambia forma e funzioni. La statua si nota, fronte strada, a pochi passi dall’ingresso secondario della Floridiana, al Vomero. Siamo in via Luca Giordano 2, dove si affaccia il belvedere di via Aniello Falcone. Qui c’è il convento che porta il nome di San Francesco, appunto. Ed è diventato un resort per turisti: le camere - secondo il sito che descrive le caratteristiche del resort - sono passate da 15 a 30. L’hotel nel convento, insomma, si è allargato. «Tutto ciò che facciamo è nel pieno rispetto delle regole», sottolineano dalla struttura. La questione, però, ha acceso le polemiche del Comitato Portosalvo

Da chiesa ad albergo. Da spazio dedicato alla religione a location di ricezione turistica. La vicenda della chiesa di San Francesco d’Assisi è un emblema, perché ripropone il tema dell’utilizzo del patrimonio ecclesiastico, troppo spesso privo di fondi, risorse e manutenzione. La struttura alberghiera si chiama Chiostro di San Francesco, conta 30 posti letto, è panoramica e ben tenuta. «Un luogo sospeso nel tempo – si legge sul sito ospitalità religiosa, che fa accenno a un ampliamento delle camere – situato nello spazio attiguo alla splendida chiesa di San Francesco d’Assisi al Vomero, costruita da un monaco tedesco secondo i dettami dello stile neoromantico alla fine dell’Ottocento. 

La location ideale per matrimoni e ricevimenti. La struttura è composta da 15 prestigiose camere, ed altre 15 in arrivo a breve: matrimoniali e triple in design light-liberty, dotate di tutti i comfort, alcune impreziosite anche da una suggestiva vista panoramica». C’è anche un bar panoramico. In sostanza, la nascita del resort si deve a un comodato d’uso, successivo ai lavori realizzati dall’attuale gestione del Chiostro: «Siamo una casa di accoglienza – spiega Raffaele Ferraro, della gestione del Chiostro – Vengono da noi tanti gruppi di preghiera, e anche i turisti, certo.

Avviene in tutta Italia. Come si finanzia una struttura se sono stati fatti tanti lavori di ristrutturazione? Il sito è stato chiuso per 10 anni. Abbiamo ristrutturato tutti i piani. I sacerdoti continuano ad avere delle loro stanze. C’era una delibera del Comune che a salvaguardia della pubblica incolumità intimava alla chiesa di rifare le facciate. Loro non ne avevano la disponibilità, e io feci i lavori. In cambio di questa ristrutturazione abbiamo un comodato d’uso della durata totale di 10 anni. Abbiamo 28 camere». 

San Francesco è relegato in un angolo, dietro le sbarre. Di fatto, però, senza gli interventi di manutenzione realizzati dall’attuale gestione dell’hotel, il convento non sarebbe così bello com’è oggi. C’è anche un’altra struttura ricettiva, in città, all’interno di un bene ecclesiastico, in Corso Vittorio Emanuele. «Dalla speranza del Fai al business turistico – dice Antonio Pariante del Comitato Portosalvo – Addio alla piccola Lourdes di via Aniello Falcone. L’impresa alberghiera ha preso il sopravvento sulla chiesa di San Francesco al Vomero. Chiediamo che la statua di San Francesco sia messa in un luogo più degno».

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Il tema del riutilizzo dei beni ecclesiastici è delicato e attualissimo. Nelle settimane scorse, in merito, il direttore del Diarc della Federico II, Michelangelo Russo, aveva aperto alla possibilità che «gli alloggi delle chiese fossero dati anche agli studenti». È in trasformazione, la zona di via Aniello Falcone. Sono nate nuove ville sulla collina, al di sotto del belvedere. E, a parte il convento-resort, è in costruzione un grande villaggio sportivo nell’area in cui sorgeva il Club Sporting Paradise. Campi di tennis, padel, solarium e parcheggi interrati. È la città che cambia, alla ricerca dell'equilibrio difficile tra passato e presente. 

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