Incentivi auto, il paradosso degli aiuti italiani: il 70% andrà a modelli prodotti all’estero

Il governo spinge per aumentare produzione nazionale e occupazione. Il caso Stellantis-Renault

Incentivi auto, il paradosso degli aiuti italiani: il 70% andrà a modelli prodotti all’estero
di Umberto Mancini e Francesco Pacifico
Lunedì 5 Febbraio 2024, 00:01 - Ultimo agg. 6 Febbraio, 07:54
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Con le rottamazioni a guadagnarci saranno soprattutto gli stranieri. Intesi come produttori automobilistici. Al ministero delle Imprese e del Made in Italy gira la stima che il 70 per cento degli incentivi al via da marzo (793 milioni di euro solo per la parte auto) servirà per comprare veicoli assemblati all’estero. Soltanto il restante 30 per cento, quindi, sarà distribuito tra i modelli costruiti negli stabilimenti in Italia: a beneficiarne saranno soprattutto i futuri proprietari di Panda (prodotta a Pomigliano d’Arco), Cinquecento elettrica (Mirafiori) e Jeep Renegade (Melfi) targati Stellantis. 

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LE MOTIVAZIONI
Dietro la decisione del governo di introdurre quasi un miliardo di euro complessivo per gli ecobonus c’è innanzitutto l’obiettivo di raddoppiare la produzione italiana, oggi inferiore al mezzo milione di unità.

Il che, a cascata, darebbe a slancio all’occupazione e alla crescita dell’intero Paese. Spiega Rocco Palombella, leader dei metalmeccanici della Uilm: «La proporzione sulla ripartizione degli incentivi stimata dal governo rispecchia perfettamente il mercato italiano e le sue debolezze: si vende poco più di un milione e mezzo di auto, delle quali 475mila prodotte nei nostri stabilimenti. E la maggior parte sono con alimentazione endotermica o ibrida». Quindi, per invertire la tendenza e «rafforzare maggiormente i nostri stabilimenti dobbiamo considerare che i tempi del passaggio della produzione da motori termici a elettrici saranno più lunga del previsto. Con il risultato di incentivare di più anche le produzioni italiane con alimentazioni termiche a basso impatto inquinante».

 
Per la cronaca, la normativa europea impedisce a un singolo Paese di concentrare gli incentivi per l’acquisto di nuove auto su quelle realizzate nei propri confini. Ma il tema dell’italianità diventa ancora più cogente dopo che da Parigi è rimbalzata l’idea di un matrimonio tra Stellantis e Renault sponsorizzato dall’Eliseo. E che metterebbe in secondo piano soci e interessi italiani. A cominciare ovviamente dalle fabbriche Fiat. Insomma, con le nozze tra i due gruppi, di cui è azionista lo Stato francese, l’asse si sposterebbe ancora di più oltreconfine. Inutile ovviamente trovare conferme ufficiali, ma i rumors continuano, così come crescono le preoccupazioni di governo e sindacati. L’obiettivo comune è quello di tutelare la produzione e l’occupazione tricolore, magari attivando un nuovo canale di interlocuzione con Torino. Sullo sfondo resta sempre l’opzione di aprire ad altri costruttori in grado di creare posti di lavoro nel Bel Paese. Di certo a Stellantis viene chiesto di fare la propria parte per dare una svolta.


LE LINEE
Tornando alle rottamazioni, l’effetto sul made in Italy della scorsa campagna d’incentivazione fu ancora più minimale rispetto a quella che partirà a marzo: come ha ricordato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, soltanto il 20 per cento dei 610 milioni di euro messi a disposizione dal governo precedente fu utilizzato per acquistare vetture prodotte nei confini patri. Anche perché - oggi come allora - nel listino delle macchine assemblate in Italia da Stellantis sono meno di una decina i modelli che hanno le caratteristiche di prezzo ed emissioni necessarie per rientrare nelle fasce inserite dal governo e ottenere gli incentivi.
In quest’ottica ha aiutato non poco Stellantis la decisione del ministero delle Imprese di indirizzare una parte consistente degli sgravi (430 milioni di euro) per l’acquisto di veicoli con emissioni maggiori, tra i 61 e i 135 grammi di CO2 al chilometro. Quindi, potranno accedere facilmente agli incentivi i futuri acquirenti di Cinquecento elettrica, delle Panda con motorizzazione Mild-Hybrid e Gpl o delle Jeep Renagade. Per quanto riguarda il suv Tonale (assemblato a Pomigliano) gli sconti per esempio riguarderanno il Plug-in Hybrid Q4 280 CV, mentre viene “promosso” anche la Jeep Compass 1.6 Multijet, prodotto a Melfi. Rischiano invece di restare fuori dal sistema di incentivazione modelli di alta gamma come Giulia e Stelvio (realizzati a Cassino), mentre non potranno ottenere benefici visto il prezzo i più costosi Grecale, Levante o Gran Turismo ibridi, di stanza a Mirafiori o a Modena. 
 

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