Napoli, sottratto a mamma e papà a 4 anni: andrà in comunità a Londra

La madre potrà prelevarlo per portarlo in Inghilterra

Napoli, sottratto a mamma e papà a 4 anni: andrà in comunità a Londra
Napoli, sottratto a mamma e papà a 4 anni: andrà in comunità a Londra
di Ferdinando Bocchetti
Sabato 24 Febbraio 2024, 23:24 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 07:25
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Claudio, 4 anni e mezzo, il bimbo conteso tra genitori divorziati e al centro di un caso giudiziario, è già stato affidato alla mamma e nelle prossime tornerà in Inghilterra. Non sono bastati gli appelli del padre, Maurizio, 33 anni, residente a Quarto, per sospendere o rallentare la procedura disposta dal tribunale per i minorenni. La mamma, una donna italiana che vive da qualche anno a Londra e che secondo quanto accertato dai periti del tribunale soffrirebbe di disturbi di personalità, è arrivata in Italia due giorni fa e ieri ha incontrato il figlio, che da qualche anno risiede con il padre nel comune flegreo.

Un incontro avvenuto alla presenza degli assistenti sociali indicati dalla Procura e dal Comune di Quarto. Il bambino trascorrerà le ultime ore sul suolo italiano. Poi, verosimilmente tra oggi e domani, partirà alla volta del Regno Unito. Quale sarà il destino di Claudio, dopo il rientro in Inghilterra, non è ben chiaro.

Di certo non potrà restare a lungo con la mamma vista la precedente pronuncia di allontanamento. Dunque, potrebbe finire in una comunità o per l’essere assegnato ad altra famiglia. 

«Purtroppo il decreto del tribunale non può essere sospeso - racconta tra le lacrime papà Maurizio - La Procura, che è in contatto con l'Autorità centrale italiana, ha optato per l'affidamento alla mamma e a me non resta altro che proporre ricorso in Cassazione. Il mio legale, l'avvocato Giorgio Coppola, è già al lavoro ma ci vorrà tempo per ottenere il pronunciamento dei giudici». 

Il bimbo ha rivisto ieri la mamma, alla presenza delle assistenti sociali e del padre, due anni dopo l'ultimo incontro. Nel 2021, papà Maurizio lo aveva portato in Italia dopo la morte del nonno e dopo aver sporto denuncia per violenze contro l'ex moglie. Una denuncia culminata con l'emissione - da parte dell'autorità britannica - di un provvedimento di allontanamento della donna. «Sarei dovuto rimanere in Italia il tempo necessario per lo svolgimento dei funerali di mio padre - aggiunge Maurizio - ma non me la sono sentita di tornare con mio figlio in Inghilterra: temevo che la mia ex moglie, che ha già perso la potestà genitoriale per una figlia nata da un precedente matrimonio, potesse fargli del male. Da quel momento è iniziato un calvario giudiziario: sono stato accusato di sottrazione internazionale di minori, ho subito tre processi».

Il primo, quello penale, si è concluso con l'assoluzione; altri due, invece, sono stati riuniti nel procedimento finito al tribunale per i minorenni. «In queste ultime ore - aggiunge ancora Maurizio - ho tentato invano di convincere la mia ex moglie: l'ho pregata di lasciare Claudio a Quarto e di evitargli questo inutile trauma. È un bambino che ha difficoltà di linguaggio, che non conosce nessuno in Inghilterra, che ha ormai trovato una sua serenità con me e con la nonna». 

L'epilogo della controversa vicenda è arrivato il 16 febbraio, quando i giudici napoletani - sulla scorta di quanto stabilito dalla Convenzione dell'Aja del 25 ottobre del 1980 - hanno decretato che Claudio deve tornare immediatamente in Inghilterra. La Convenzione disciplina le procedure relative agli aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori. In Italia è stata ratificata e resa esecutiva nel 1994 ed è attualmente applicata nelle relazioni tra l'Italia ed una serie di stati. Ha come fine «assicurare l'immediato rientro dei minori illecitamente trasferiti o trattenuti in qualsiasi Stato contraente e assicurare che i diritti di affidamento e di visita siano effettivamente rispettati».

«Il mio assistito - spiega l'avvocato Giorgio Coppola - non può tornare nel Regno Unito: rischierebbe l'arresto per sottrazione di minore. Volevamo tutelare Claudio, evitargli un trauma, un distacco disumano, ma per i giudici deve essere affidato momentaneamente alla mamma, nonostante sia affetta da gravi disturbi di personalità. Mi aspetto che la Procura, che in sede di conclusioni ha rinunciato al ricorso per il rimpatrio, ora impugni il decreto del tribunale dei minorenni».

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