Turetta, oggi il compleanno in carcere: può usare tv e playstation. «Si vergogna molto, non sostiene lo sguardo altrui»

Il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin ora è in cella con altri detenuti

Turetta dimesso dalla psichiatria, via alle analisi dell’auto usata per la fuga: determinanti per la premeditazione
Turetta dimesso dalla psichiatria, via alle analisi dell’auto usata per la fuga: determinanti per la premeditazione​
di Angela Pederiva
Lunedì 18 Dicembre 2023, 00:01 - Ultimo agg. 13:24
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Oggi è il compleanno di Filippo Turetta: 22 anni. Come quelli che aveva già compiuto (il 5 maggio) Giulia Cecchettin, quando l’11 novembre tra Vigonovo e Fossò è stata prima sequestrata e poi uccisa dall’ex fidanzato, che ha poi abbandonato il cadavere e si è dato alla fuga attraverso l’Italia, l’Austria e la Germania, dov’è stato infine arrestato un mese fa. Una ricorrenza che il giovane di Torreglia trascorre nella casa circondariale di Montorio Veronese, forse cominciando a fare i conti con la propria coscienza, in attesa di assumersi le sue responsabilità anche di fronte alla legge ora che cominciano le analisi del Ris di Parma sulla sua Fiat Grande Punto. «Chi lo ha incontrato, dice che fa fatica a sostenere lo sguardo e si vergogna molto», è ciò che trapela dal carcere.

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LA GIORNATA

Turetta è nella sesta sezione, cioè nell’infermeria dell’istituto, con un’altra ventina di carcerati.

Non più da solo, nella cella singola dell’ala “psichiatrica sperimentale” sorvegliata 24 ore su 24 dalle telecamere, com’era successo nei primi giorni di reclusione italiana dopo la settimana di detenzione tedesca: completate le valutazioni sul rischio che il ragazzo potesse compiere gesti di autolesionismo, è scattato lo spostamento in un locale dove condivide gli spazi con un adulto. L’assassino reo confesso di Giulia gode degli stessi diritti di tutti gli altri ristretti in regime ordinario, come hanno rimarcato gli altri detenuti in una lettera: «La popolazione carceraria non avrebbe acconsentito ad agevolazioni di favore rispetto ad altri». Dunque il suo compleanno è un giorno come gli altri: Filippo può leggere i libri e i giornali che gli vengono consegnati, guardare la televisione e giocare alla PlayStation. «Quella è l’unica sezione di Montorio dov’è installata la console per i videogiochi – spiegano fonti informate – Un solo apparecchio per tutti in una saletta, ovviamente, non dentro la sua cella». Il 22enne viene descritto in imbarazzo rispetto alle poche persone che gli capita di incrociare, come gli agenti e gli operatori, ma non darebbe segnali di preoccupazione: «Sembra tranquillo», è l’impressione che filtra al di fuori. L’attenzione comunque non è mai troppa, in un penitenziario che ha visto tre suicidi in un mese, come ricordato anche ieri dall’associazione “Sbarre di zucchero”, lanciando l’allarme per le condizioni di un detenuto nella prima sezione. 

LE TRACCE

Attraverso i quotidiani e la tivù le notizie arrivano anche all’interno, pertanto è molto probabile che Turetta abbia saputo del ritorno della sua macchina dalla Germania, dov’era rimasta in custodia della polizia di Halle dal 18 novembre. L’auto nera è nella caserma del Ris di Parma da venerdì sera, quando è arrivata a bordo del camion di un’azienda padovana, specializzata in trasporti delicati di veicoli. Di solito si tratta di precauzioni per bolidi di lusso, invece questa volta le cautele sono state adottate per preservare quella che a tutti gli effetti è la scena del crimine, dato che Giulia è stata accoltellata ed è probabilmente morta al suo interno. È verosimile che, con la formula dell’accertamento irripetibile e dunque garantito dalla presenza di consulenti nominati da tutte le parti in causa (Procura di Venezia, difesa di Turetta e legali della famiglia Cecchettin), in questi giorni possano iniziare le rilevazioni anche con la tecnica del “bloodstain pattern analysis”. L’analisi della carrozzeria, dell’abitacolo e del bagagliaio riguarderà innanzitutto la disposizione delle macchie di sangue, per stabilire con un ragionevole grado di certezza (che però non potrà essere del 100%, secondo gli studi scientifici in materia) la dinamica del femminicidio: si potrebbe capire se il corpo è stato trascinato, con quale direzione e successione sono stati inferti i colpi, se qualche fendente è stato sferrato anche dopo la morte. Oltre alle tracce ematiche, saranno comunque repertate anche quelle papillari, per individuare le eventuali impronte delle mani o i segni di altre parti del corpo che dovessero essere rimasti sulla vettura in conseguenza dell’aggressione. 

I GENITORI

Ma per i risultati ci vorrà tempo. Il compleanno dell’omicida invece è oggi, per cui non è escluso che papà Nicola e mamma Elisabetta possano decidere di fargli visita. Sarebbe la seconda, dopo quella del 3 dicembre in cui Filippo avrebbe detto loro: «Ho perso la testa, ma non volevo e so che non potrete mai perdonarmi». Di sicuro i suoi genitori non potranno postare una foto commovente come quella che aveva pubblicato Gino Cecchettin per la sua Giulia: «Il tuo 22esimo compleanno con papi». Come aveva dichiarato lui stesso, parlando dei signori Turetta: «Hanno avuto, se possibile, una disgrazia più feroce della mia».

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