Liceo Umberto di Napoli, tutti in sciopero: «La scuola cade a pezzi»

«Rivogliamo gli spazi che ci spettano»

La protesta degli studenti del liceo Umberto di Napoli
La protesta degli studenti del liceo Umberto di Napoli
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 28 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 29 Febbraio, 07:26
4 Minuti di Lettura

Lavori di ristrutturazione che si protraggono da troppo tempo, bagni insufficienti per 969 studenti, assenza di un punto ristoro, palestre e biblioteca. Gli studenti del liceo Umberto I ieri hanno deciso di non entrare in classe e manifestare contro una situazione che si protrae ormai da quasi due anni. «Vogliamo far sentire la nostra voce contro la pessima gestione degli spazi del nostro istituto e l'eccessiva durata dei lavori. L'Umberto è un liceo storico: vederlo in queste condizioni è triste per tutti noi studenti» spiega Giovanni Rossi Filangieri, uno dei rappresentanti. Sotto accusa è Città metropolitana di Napoli che però, ha già inviato una nota alla dirigente Luisa Vettone con le tempistiche dei lavori: i bagni saranno terminati nel giugno 2024, mentre il resto dell'edificio nell'aprile 2025.

La manifestazione ha prodotto risultati positivi nell'immediato: Città metropolitana ha autorizzato l'installazione di distributori automatici e oggi gli studenti saranno ricevuti dal sindaco Manfredi. Solo poche decine di studenti hanno varcato la soglia dello storico liceo di Chiaia, la maggior parte dei quali impegnati nella prova per le selezioni delle Olimpiadi delle Scienze. L'adesione, quindi, è stata altissima, anche perché è stata l'occasione per esprimere il proprio sdegno per «gli abusi subiti dagli studenti di Pisa, ragazzi che, come noi, esprimevano il loro dissenso, ed è importante salvaguardare la possibilità di tutti a partecipare attivamente alla vita collettiva: un valore democratico sancito dalla Costituzione». Non è una protesta contro la dirigenza, tengono a precisare i ragazzi, ma contro i tempi con cui Città metropolitana sta gestendo i lavori che, va detto, sono piuttosto impegnativi: con una spesa di un milione di euro su fondi Pnrr Scuole, infatti, sono previsti il rifacimento della verticale dei bagni delle ragazze, la verifica dei solai e molti altri interventi.

La chiusura di più aree su vari piani ha però creato una sorta di corto circuito di spazi vivibili che sta mettendo a dura prova gli studenti, in particolare per l'uso dei servizi igienici maschili. «Prima avevamo 5-6 water per ogni piano, ora soltanto due al primo piano e due al secondo, mentre quattro al piano terra e altrettanti al terzo piano pur essendo disponibili, non possiamo usarli per motivi di sicurezza. Le ragazze, invece, hanno tutti i servizi disponibili» racconta Rossi Filangieri. Un disagio gravoso, ma non l'unico. «Da oltre due anni abbiamo dovuto rinunciare agli spazi comuni al piano terra, come palestre, biblioteca e buvette. Abbiamo bisogno di risposte, di chiarezza sulle tempistiche e soprattutto rivogliamo gli spazi che ci spettano» insiste il rappresentante. E dalla direzione Scuole di Città Metropolitana sono arrivate le risposte: «La ditta che sta svolgendo i lavori sta rispettando in pieno le tempistiche. Tempi e modalità di svolgimento dei lavori, così come quelle di allocazione degli studenti, sono stati concordati con la dirigente».

«I lavori stanno procedendo celermente nel rispetto di tutte le normative vigenti. Insieme alla direzione scolastica dell'istituto garantiremo le migliori condizioni per la didattica e la formazione dei nostri ragazzi» ha aggiunto la consigliera delegata alla Scuola Marianna Salierno, mentre dalla direzione Scuole è arrivata anche una nota sulle tempistiche e soluzioni per l'area ristoro: la fine dei lavori di manutenzione straordinaria è prevista entro aprile 2025, mentre la ristrutturazione dei bagni di primo e secondo piano entro giugno 2024. Considerate le tempistiche dei lavori, Città metropolitana propone di «sopperire con l'uso di distributori automatici, da collocare in spazi da individuare a seguito di sopralluogo» o in alternativa che la dirigente apra una gara per «scegliere e affidare il servizio (buvette o distributori automatici)». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA