Giovanbattista Cutolo, la mamma Daniela Di Maggio a Domenica In: «Il 9 ottobre corteo a Roma, voglio una legge col suo nome»

Ospite di Mara Venier, la donna ha parlato del figlio e della sua voglia di lottare per avere giustizia

Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista a Domenica In
​Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista a Domenica In
Domenica 17 Settembre 2023, 18:19 - Ultimo agg. 19 Settembre, 11:46
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Daniela Di Maggio, la madre di Giovanbattista Cutolo - detto Giò Giò - ucciso a soli 24 anni nel cuore di Napoli con un colpo d'arma da fuoco sparato da un 16enne con precedenti, è stata ospite di Mara Venier nel salotto di Domenica In, nella prima puntata della nuova edizione.

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Giovanbattista era un giovane musicista dell'Orchestra Scarlatti Junior di Napoli che faceva l'aiuto cuoco per arrotondare perché «non voleva mai pesare su di me», ha raccontato la madre alla Venier, che le ha chiesto di parlare del figlio. 

«Si è visto da quelle 6mila persone arrivate al suo funerale chi fosse mio figlio: Giogiò ha avuto una Napoli che si è inginocchiata a lui nei suoi funerali, perché mio figlio, a parte il talento, aveva una radianza energetica talmente potente che quando gli stavi vicino ti curava, ti guariva.

I suoi amici avevano bisogno di lui come un farmaco salvavita. Aveva sempre quelle attenzioni trasversali con tutti, la sua coscienza odorava di bellezza. Usava lo stesso tatto con il figlio del pasticcere, del magistrato e del musicista», ha raccontato Daniela di Maggio. 

«Mi sento una condottiera, come tutti quelli del passato che hanno fatto battaglie meravigliose per avere giustizia - ha proseguito - L'omicidio di mio figlio è una cosa così insana e malata che è inaccettabile, e di fronte alle ingiustizie ci si deve indignare, non ci si può più girare dall'altra parte. L'Italia è finita in un buco nero. Voglio fare la riforma di questa legge sciatta, datata 1988: questa è la mia battaglia, e questa legge voglio che sia chiamata Giovanbattista Cutolo. La pistola in mano a quel 16enne l'ha concessa lo Stato, perché i legislatori che quadagnano 30mila euro al mese, in maniera disattenta, senza amore, non hanno capito che servono riforme», ha ribadito ancora la donna, che già negli scorsi giorni aveva dichiarato di volersi battere per  riforma della giustizia minorile con l’abbassamento dell’età imputabile e la certezza della pena per chi commette reati particolarmente gravi.

Il pensiero sulla città di Napoli "imbruttita"

«Il ragazzo di 16 anni di adesso non è il ragazzo di 16 anni degli anni '80, che giocava a Battaglia Navale, a Monopoli - ha proseguito con foga Daniela di Maggio, parlando con la Venier - Questi scendono con le canzoni trap che inneggiano alla violenza, hanno in mano pistole, armi, scendono così per strada: è questo il gioco del 16enne di adesso, che su mio figlio è diventato un omicidio efferato», ha continuato la donna che si è poi scusata con Mara Venier per la sua irriverenza. «Davanti a una madre che perde il figlio io sto in silenzio e non posso interromperti», ha risposto la conduttrice. 

La madre del 24enne, logopedista di professione, ha poi parlato della propria città: «Una Napoli brutta, balorda, che non ci appartiene. Una Napoli con la volgarità, con le canzoni oscene, quella volgarità ha distrutto la bellezza della mia Napoli. Mio figlio, tutti gli studenti, tutti gli artisti, sono la vera Napoli. Al funerale di mio figlio c'era la Napoli perfetta. Quella è la vera Napoli, la Napoli bella». 

E alla domanda della Vernier: «A te non è venuta voglia di andare via?» Daniela ha risposto: «Io adesso devo combattere con mio figlio, devo creare una fondazione. Io ho il dovere di recuperare questa generazione». La donna ha quindi ringraziato la premier Giorgia Meloni per aver mosso la macchina istituzionale e il Questore Agricola di Napoli insieme al capo della squadra mobile per aver individuato immediatamente il responsabile dell'omicidio di suo figlio.

«Un metro e 85 di ragazzo mi è arrivato in una borsetta, in un'anfora», ha detto con dolore prima di annunciare un corteo per il 9 ottobre a Roma, per riformare la legge sull'imputabilità minorile. «Mi metto col sacco a pelo al Csm, che incontrerò domani», ha annunciato. 

L'orchestra in studio

In studio è poi arrivato il Maestro Gaetano Russo con i ragazzi dell'orchestra in cui suonava Giògiò. Il maestro non ha trattenuto la commozione: «Giovanni ha cominciato con noi a 14 anni, a  15 era in grado di analizzare una partitura di Beethoven. Amava profondamente Bach: abbiamo scoperto ora che ne aveva trascritto dei brani e amava soprattutto poter eseguire nella sua vita, nella sua gioventù, le grandi sinfonie», ha raccontato il maestro.

Poi l'esecuzione corale del brano "Siberius", che «Giovanni ha suonato almeno 50 volte con noi - ha spiegato il musicista - è un brano che potrebbe dir nulla ad alcuni, ma se lo ascoltiamo come lo ascoltava e lo suonava Giovanni ci accorgiamo che dietro questa sinfonia di Beethoven c'è dietro qualcosa di molto corposo, qualcosa di veramente indicativo di quello che è la cultura. Giovanni era in grado di suonare qualsiasi musica e anche scriverla - ha detto ancora il maestro Russo - Lui amava la profondità».

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