Napoli, marijuana con metadone
​ed eroina: ecco la «bomba» locale

Napoli, marijuana con metadone ed eroina: ecco la «bomba» locale
di Leandro Del Gaudio
Sabato 5 Maggio 2018, 11:11
4 Minuti di Lettura

La trovi dappertutto, hai a disposizione centinaia di pusher al lavoro «acca ventiquattro». Turni e incassi, staffette e pause pranzo, tutto ruota attorno alla marjuana, altrimenti conosciuta come erba, sempre più banalmente ridotta a droga leggera. È questo il primo luogo comune da sfatare: spesso lo spinello a base di marjuana contiene anche oppiacei, sostanze che producono reazioni imprevedibili, che alimentano stati di alterazione e di dipendenza. Ma andiamo con ordine, nel tentativo di spiegare cosa c'è dietro la storia della studentessa milanese che cade dal primo piano di un hotel dopo qualche tiro di spinello (vicenda che produce la denuncia a carico di due compagne di studio della «vittima»).

Partiamo da un dato tecnico: sono due i tipi di marjuana che circolano sul nostro territorio, che vanno distinti per provenienza e per «efficacia». Quella tradizionale, per così dire nostrana, proviene dai Monti Lattari o dalla Calabria, potremmo definirla «erba tradizionale» che all'ingrosso viene venduta tra i quattro e i seimila euro al chilo; poi c'è quella di origine olandese, che negli ultimi tempi si sta imponendo sul mercato con il nome di «amnesia», la cui quotazione oscilla tra gli otto e i diecimila euro al chilogrammo, sempre all'ingrosso. In termini di principio attivo, l'amnesia è decisamente più ricca dunque pericolosa, tanto da essere famigerata come «droga dello stupro», dal momento che produce uno stordimento tale da annullare la coscienza del fruitore, abbassando al minimo ogni possibilità di difesa: un annullamento della propria vigilanza che rende impossibile anche conservare il ricordo delle esperienze vissute durante lo «sballo».

Tutta un'altra storia, invece, quello che avviene a Napoli da qualche anno. Sono gli esperti della narcotici (parliamo degli specialisti delle principali forze di polizia giudiziaria impegnate sul campo) a lanciare l'allarme. A complicare tutto sono infatti le manomissioni effettuate sul territorio da pusher o preparatori delle bustine vendute all'angolo della strada. In cosa consistono queste manomissioni? Anche l'erba «nostrana», quella che ad esempio proviene dai Monti Lattari e viene venduta all'ingrosso rischia di arrecare danni irreversibili sull'organismo umano. In che senso? Sono le analisi sugli ultimi sequestri di sostanze stupefacenti per così dire «leggere» a confermare l'esistenza di una deriva sempre più pericolosa: è sempre più diffusa l'abitudine di mischiare l'erba al metadone o di spruzzare sulle dosi essiccate alcuni residui di lavorazione dell'eroina, quindi a base di oppiacei. Una bomba tutta locale, insomma nulla di «leggero», secondo i massimi esperti locali del contrasto alla diffusione degli stupefacenti.

Facile a questo punto immaginare le conseguenze, specie sugli adolescenti, ignari di fumare - assieme alla marjuana - anche qualcosa di decisamente più dannoso. Qual è la reazione? Crollo della tenuta psicologica, perdita dello stato di coscienza, attacchi di panico, oltre alla possibilità di accusare disturbi allo stomaco e alla testa, fino al rischio di finire in coma. Una «bomba» che produce un boom di ricoveri, specie a ridosso dei week end. Facile anche capire cosa spinge i pusher a confondere le acque e a mischiare le carte in tavola, offrendo ai propri «clienti» roba tagliata in un certo modo: c'è un'esigenza economica, che viene soddisfatta con il metadone (ricavato dai presidi ospedalieri e farmaceutici del distretto sanitario), che consente di usare sempre meno materia prima; poi c'è l'esigenza di creare assuefazione, di adescare i ragazzi, inserendo oppiacei nei principi attivi, creando maggiore dipendenza.
 
Ma quali sono i centri di spaccio più floridi di Napoli? Per le droghe cosiddette «leggere» sono decine le centrali di spaccio della zona. Il «fumo» è ovunque. Accanto alle scuole, nella zona universitaria (anche se da queste parti vanno di moda i coffe chop stile olandese che si stanno diffondendo nel clima di deregulation generale), al centro e in periferia.
Stando al numero di sequestri, le zone del cosiddetto Cavone e San Giovanni a Teduccio hanno la leadership dello smercio al minuto, anche se si può dire che non esista una sola zona della città a non avere un proprio canale di smercio facile.
Altra caratteristica del fenomeno riguarda fasce deboli e quote rosa. Sono sempre più spesso le donne ad essere protagoniste del confezionamento delle bustine in cui viene venduta l'erba, mentre le indagini condotte dalla Dda di Napoli hanno dimostrato il recente impiego di giovanissimi nella catena commerciale della vendita al minuto.
Ricordate cosa accadde un anno fa in zona Pallonetto di Santa Lucia? Indagini dei pm Michele Del Prete e Antonio D'Alessio, cimici nelle case di Pizzofalcone: bambini usati per impacchettare il «fumo», per combinare erba essiccata con altri componenti dello «spinello», o semplicemente per rispondere al citofono e portare in strada la «bustina». Dall'altra parte del cavo, una ricca galleria umana, ma non mancavano studenti del posto attratti dal mito dello sballo facile.
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