Vi sono storie che resistono all'oltraggio del tempo, e sopravvivono nei labirinti della toponomastica, o in certi vicoli misteriosi che percorriamo con passo distratto. Nel complesso degli Incurabili, all'Anticaglia, i medici e gli alchimisti cercavano il segreto della pietra filosofale, e conoscevano scienze arcane in grado di superare i confini della medicina tradizionale. Ma in quanti lo sanno? A Santa Chiara fu esposto per ben sette giorni il corpo della regina Giovanna, assassinata; un'antica leggenda vuole che ancora oggi la "perfida sovrana" urlerebbe disperata, di notte, tra le arcate del chiostro: sareste disposti a crederci? Nel convento di San Lorenzo Francesco Petrarca, la notte tra il 24 e il 25 novembre 1343, fu sorpreso dal terremoto che, accompagnato da un violento tsunami, si abbatté su Napoli: l'orrore che vide lo avrebbe tormentato per il resto dei suoi giorni. Avete mai letto le pagine sublimi che l'autore del Canzoniere volle dedicare a quella notte di furia? Nei sotterranei del Centro Direzionale esistono tracce dell'antico Sebeto, il fiume impetuoso che divenne rigagnolo. È storia o mito? Tra storia e mito, di strada in strada, di quartiere in quartiere, di leggenda in leggenda, Napoli svela a ogni passo i suoi tesori sepolti, come uno scrigno di antiche memorie. Per disvelarle, occorre scrostare i sedimenti del tempo dalle facciate dei palazzi, guardare oltre, dietro, sotto e certe volte anche attraverso. È un'operazione affascinante, giornalistica e culturale; un'esplorazione che spesso lascia senza fiato. V'è un unico filo che spesso lega storie e vicende diverse, distanti tra loro nello spazio e nel tempo, e attraverso quel filo transita lo spirito della città: il paesaggio dell'anima, per dirla con Calvino. Di quel paesaggio oggi Napoli ha un nuovo cantore, erede di una tradizione illustre. Marco Perillo, giornalista del Mattino, autore di romanzi, saggi e poesie, ha raccolto nel volume "Misteri e segreti dei quartieri di Napoli" (Newton Compton, 12 euro) centinaia di aneddoti, curiosità, storie reali e spesso irreali, in una sorta di flânerie tra strade, piazze, vicoli e monumenti. Dieci passeggiate, dieci percorsi narrativi in altrettanti quartieri, dal cuore di Neapolis al porto, da Montecalvario a Chiaia, da Posillipo a Fuorigrotta.
Un affascinante viaggio nel mito e nella leggenda della "sola città del mondo antico - scriveva Curzio Malaparte - che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia" e che non sia affondata "nell'immane naufragio della civiltà antica". La città-mondo più facile da riconoscere che da conoscere, con il suo mondo antico, precristiano, sopravvissuto a secoli di stratificazioni e contaminazioni. E allora, ci ricorda Perillo, ogni percorso è una continua scoperta: dagli arcani sepolti nel sepolcro del principe di Sansevero alle statue dei Dioscuri, Castore e Polluce, sostituite dalle sculture di Pietro e Paolo, perché non v'è un solo tempio o culto pagano di cui il Cristianesimo delle origini non si sia impossessato, per edificare la sua grandezza. E poi il buio e la luce dei Decumani, le teste mozzate del Nilo, i misteri del principe e despota Vlad a Santa Maria la Nova, la strega coi capelli rossi di Port'Alba, la mazzarella di San Giuseppe e i leoni di piazza dei Martiri, la fontana delle zizze e la maledizione della contessa di Saponara, gli "enigmatici sepolcri" del Poeta Virgilio e della Sirena Partenope e i riti di camorra al cimitero delle Fontanelle.
Napoli, lo ricordava lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, ha la struttura di un romanzo, uno splendido romanzo "barocco e surrealista, ma incompiuto, irrisolto, contraddittorio, dove convivono l'apoteosi della religione cattolica e la bestemmia". Perciò, in fondo, non smettiamo di raccontarla, come non smettiamo di amarla, nonostante i suoi infiniti sfinimenti. Di certo non riusciremo mai a capirla davvero, fino in fondo, come probabilmente non sono riusciti a capirla fino in fondo i grandi maestri del passato, tutti coloro che hanno provato a scrostare i sedimenti del tempo, a scavare sotto la superficie, a camminare per le strade guardando attraverso: da Carlo Celano a Bartolomeo Capasso, da Benedetto Croce a Matilde Serao. A raccontare le storie di Napoli oltre il velo - e oltre gli stereotipi - ci ha provato ora Merco Perillo inserendosi, con un volume ricco e documentatissimo, in una strada già percorsa con successo da autori come Maurizio Ponticello, Martin Rua, Agnese Palumbo, Valerio Ceva Grimaldi, Antonio Emanuele Piedimonte.
La Napoli svelata di Marco Perillo, evento alla Feltrinelli
di Vittorio Del Tufo
Venerdì 4 Novembre 2016, 09:00
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