Napoli, proteste pro Palestina dall'Orientale ai licei: occupato anche il Vico

La condanna del rettore Tottoli: «Cessare questa illegittima occupazione»

La bandiera della Palestina esposta sulla facciata del liceo Vico
La bandiera della Palestina esposta sulla facciata del liceo Vico
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 10 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 11 Novembre, 07:55
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Ora il timore è che le occupazioni possano allargarsi a macchia d'olio. Da lunedì mattina l'università Orientale, da ieri mattina anche il liceo classico Vico: in solidarietà ai Palestinesi dopo lo scoppio del conflitto con Israele. Attività didattiche interrotte e senza che s'intraveda, almeno per ora, l'abbandono delle aule da parte degli studenti-attivisti. «Fino alla vittoria» è lo striscione affisso all'esterno de L'Orientale da inizio settimana. «È un modo per riaccendere il dibattito e fare luce sulle cause reali di ciò che sta accadendo e denunciare l'opera di pulizia etnica ed occupazione militare perpetrata da Israele», è la motivazione che ha portato gli studenti a bloccare le attività a palazzo Giusso.

Per questo ieri mattina il Senato accademico dell'ateneo si è riunito in seduta straordinaria, per esprimere «il suo sconcerto e la sua preoccupazione per l'occupazione della sede di Palazzo Giusso». «Tale atto non solo rende impossibile l'ingresso agli studenti, al personale docente e amministrativo, causando la sospensione di tutte le attività didattiche, ma impedisce - viene evidenziato - anche all'istituzione di assolvere al suo ruolo di luogo di riflessione critica, di confronto libero e democratico».

Per il Senato Accademico «le condivisibili manifestazioni di solidarietà per tutte le vittime del conflitto in corso e a favore della pace nulla hanno a che vedere con la sospensione forzata dell'attività universitaria, dalla quale anzi deriva la sospensione anche delle già programmate iniziative dedicate all'approfondimento delle questioni da cui deriva l'attuale tragica situazione».

Per questo si esorta a far cessare immediatamente «questa illegittima occupazione di uno spazio pubblico, e si invitano tutte le componenti del mondo universitario a fare fronte comune e a fare sentire la loro voce affinché ciò accada. Tutte le attività di ogni genere che vengono svolte presso il palazzo occupato sono responsabilità degli occupanti e non riflettono i voleri dell'Ateneo».

La regia dell'occupazione è di un'associazione studentesca considerata filo-palestinese che sta tenendo una serie di eventi e convegni. Proprio in uno degli incontri, è stata ospitata in videoconferenza l'ex terrorista palestinese Leila Khaled, storica esponente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e responsabile del dirottamento di due aerei nel 1969 e nel 1970. E proprio l'intervento della Khaled ad un dibattito degli studenti napoletani ha innescato la reazione di ieri mattina dei vertici dell'ateneo guidato dal rettore Roberto Tottoli

Ma è difficile che l'occupazione di palazzo Giusso termini a breve. «Forse Tottoli preferisce un'università silenziosa e acritica che produce future donne e uomini indifferenti e passive verso ciò che succede intorno. Crediamo che l'università debba essere esattamente l'opposto», è la sintesi del gruppo studentesco de L'Orientale che anzi annuncia come l'occupazione non si fermerà. «Domani (oggi, ndr) avremo un ennesimo momento democratico di confronto e discussione con tutte le componenti universitarie al fine di decidere collettivamente le prossime iniziative per continuare a organizzare contro-informazione e formazione sul genocidio in corso». 

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Stesse scene al liceo Vico dove ieri mattina un gruppo di studenti del collettivo di via Salvator Rosa, insieme agli aderenti al coordinamento Kaos, hanno occupato la sede del classico «per mandare un messaggio di solidarietà al popolo palestinese». «Con questa occupazione - spiegano gli studenti - vogliamo rompere il silenzio inaccettabile davanti ai migliaia di morti che ci viene imposto. Pretendiamo che nei nostri licei si racconti apertamente della causa palestinese, che si dica chiaramente che a Gaza è in corso un genocidio nei confronti del quale non possiamo rimanere in silenzio».

E per domani alle 15 è previsto un presidio nei pressi del Consolato americano per chiedere lo «stop ai bombardamenti a Gaza» mentre il 17 novembre, in occasione della giornata internazionale per il diritto alle studio, ci sarà un corteo a partire dalle 9 in piazza Garibaldi. Il Vico è il primo liceo occupato in città ma è probabile che la protesta possa allargarsi ad altri superiori. 

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