Napoli, 30 anni di Feltrinelli
al Ponte di Tappia

Napoli, 30 anni di Feltrinelli al Ponte di Tappia
di Ugo Cundari
Domenica 20 Novembre 2016, 10:39 - Ultimo agg. 11:18
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Quella di via san Tommaso D'Aquino fu la prima libreria Feltrinelli aperta a Napoli e la seconda al Meridione, mentre in tutta Italia ne esistevano solo una decina. Domani compie trenta anni, una bella scommessa vinta, anche perché all'epoca, sul finire degli anni Ottanta, in città le librerie erano gestite quasi tutte come delle piccole botteghe artigianali, con scaffali di legno e quasi nessun database informatico. Questa nuova formula di concepire la vendita dei libri, basata fra l'altro su spazi ampi (tre piani) e un'offerta generalista per tutti i gusti, avrebbe messo in crisi il vecchio modello e aperto le strade, di fatto, ai veri e propri megastore il primo in Italia aprì proprio a Napoli, e da poco ha festeggiato i quindici anni.


Tant'è, nel corso del tempo hanno chiuso le librerie storiche dei paraggi, come la Treves, ma in soffitta è andato tutto un modo «antico» di intendere la libreria. Domani, dunque, al via i festeggiamenti a partire dalle 18.30 con musica jazz dal vivo all'esterno del locale, mentre all'interno si offrirà l'aperitivo e saranno presenti alcuni scrittori, da Maurizio De Giovanni a Diego De Silva, solo per citare i primi ad aver aderito. D'altra parte la Feltrinelli di San Tommaso per anni è stata il punto di riferimento per Saviano quando era ancora alle prime armi, e di quel periodo l'autore di Gomorra ha conservato ricordi così belli che solo qui quattro anni fa decise di presentare come prima tappa napoletana Zero, zero, zero. E sempre in questa libreria l'allora presidente della Repubblica Napolitano si faceva consigliare le strenne di natale, Manuel Vàsquez Montalban si soffermò un'ora tra gli scaffali dedicati ai libri di cucina e Paco Ignacio Taibo II si intrattenne più di tre ore con il suo pubblico continuando a leggere passi dei suoi libri. Più di recente, è luogo di ritrovo preferito per filosofi come Roberto Esposito e scrittori come Domenico Starnone. Insomma, a dispetto di tante altre librerie cittadine che non sono riuscite a superare indenni i vari periodi di crisi, questa resiste pur avendo mantenuto la sua struttura originaria, senza bar e senza settori più commerciali e, fra l'altro, non puntando neanche sulle presentazioni, tranne rari casi.


«Ma è proprio questo il nostro punto di forza, non abbiamo mai seguito le mode e anzi abbiamo sempre puntato su spazi che al momento dell'apertura potevano sembrare grandi, ma oggi rispetto ai megastore risultano piccoli» sottolinea Giuseppe Fioretto, di Bagnoli, da oltre quindici anni responsabile della libreria dopo una lunga esperienza a Salerno. Eppure per il direttore, proprio per questo, i suoi spazi risultano più accoglienti e familiari, con una attenzione particolare al singolo cliente più che alla massa. E un altro piccolo primato di rilevanza socio-culturale questa libreria, ricorda Fioretto, ce l'ha anche per la battaglia condotta a suo tempo per la pedonalizzazione del piazzale antistante.


«Ecco, è questo un segno tangibile di quel legame che c'è tra noi e il territorio, legame forte sul quale intendiamo continuare a investire e che forse ai grandi megastore manca».
E Fioretto sottolinea anche che, all'epoca dell'apertura, furono in molti a nutrire dubbi proprio per la zona, visto che è vicina ai Quartieri spagnoli, eppure i fatti hanno dato ragione ai vertici milanesi dell'azienda che decisero di investire proprio qui. Inoltre, benché il lettore medio sia molto più informato, se il libraio ci sa fare accetta consigli con maggiore disponibilità, e in questo la linea della Feltrinelli di san Tommaso è netta. «Il nostro personale vuole e deve essere sempre informato su tutte le novità di rilievo di tutti i settori. Non a caso il nostro zoccolo duro è formato da lettori non solo di narrativa, ma anche di filosofia, storia e psicologia».
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