Sanità Campania, la sfida di De Luca: «Liste d'attesa in affanno, ora dobbiamo fare di più»

«Vedrete che saremo all'avanguardia anche su questo nonostante la carenza di risorse»

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca
di Adolfo Pappalardo
Sabato 23 Marzo 2024, 10:00 - Ultimo agg. 24 Marzo, 09:00
4 Minuti di Lettura

Ammette, per la prima volta, che sulla sanità campana ci sono delle criticità. Un passaggio tra un attacco al ministro Sangiuliano per la candidatura (per il centrodestra) del direttore di Capodimonte a sindaco di Firenze e al governo sui fondi Fsc. E su quest'ultimo punto, tutto nella consueta diretta settimanale sui social, il governatore Vincenzo De Luca annuncia: «Pronti ad altre iniziative» se non si firma l'accordo con il governo. 

«Per le liste di attesa abbiamo qualche emergenza che riguardano le visite mediche ma va meglio nella diagnostica.

Dobbiamo fare - ammette il governatore riferendosi all'attesa per le visite specialistiche - qualcosa in più ma stiamo molto meglio di quello che pensavo. Vedrete che saremo all'avanguardia anche su questo nonostante la carenza di risorse ma la nostra battaglia continua per avere medici e risorse nella media nazionale». E qualcosa in più da fare, dice tra le righe, serve anche per il settore rifiuti. A cominciare dalle ecoballe ancora da smaltire, ad otto anni dal suo insediamento alla guida di palazzo Santa Lucia.

«Con gli impianti che abbiamo realizzato nell'arco di un anno e mezzo o poco più noi avremo risolto un problema gigantesco, che avrebbe fatto tremare chiunque: 4 milioni e mezzo di tonnellate di ecoballe da cancellare dal territorio regionale. È veramente un altro dei miracoli che abbiamo fatto. Stiamo diventando, un passo alla volta, - sostiene - la regione più ambientalmente avanzata d'Italia, con una vera economia circolare nella gestione dei rifiuti solidi urbani». E aggiunge: «Sono state eliminate quasi due milioni di tonnellate ma abbiamo avuto - ammette anche su questo punto - un ritardo di due anni e mezzo, perché in questi anni si sono chiusi i paesi di tutto il mondo rispetto alla possibilità di raccogliere rifiuti dell'Italia: adesso nessuno Stato riceve e questo ha determinato il ritardo nel programma di smaltimento». 

I fondi Fsc 

Ovviamente anche ieri non risparmia attacchi al governo sui fondi Fsc su cui da mesi si registra uno scontro furibondo. «Noi siamo pronti a siglare l'accordo domani mattina, siamo pronti a fare le verifiche con tutti i Ministeri, anche con le Nazioni unite se necessario. Ma non siamo pronti a fare i maggiordomi e a vendere la nostra dignità a un Governo che si presenta sempre più come caratterizzato dall'arroganza inimmaginabile del potere e l'incompetenza amministrativa», attacca l'ex sindaco di Salerno. «Il Tar ha dato 45 giorni di tempo al ministro per sottoscrivere l'accordo con la Regione Campania, i 45 giorni scadono il 5 aprile ma il ministro della Coesione ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Siamo all'irresponsabilità totale», rimarca prima di rinnovare la sfida: «Rinnovo l'invito alla Meloni a fare un dibattito, senza rete, dove e quando vuole». Poi De Luca parla di notizie «false in relazione alla capacità di spesa dei fondi europei. Ministero e forze politiche di governo hanno mentito anche sui dati forniti dalla Ragioneria dello Stato e hanno raccontato una storia rispetto alla quale sembra che sia la Regione che non voglia firmare l'accordo. Raccontano che con quasi tutte le Regioni vanno d'accordo meno che con noi. Non hanno detto perché c'è questo problema con la Campania. Nel merito non rispondono mai». 

Video

Il caso Capodimonte

Ovviamente in questo scontro perenne tra palazzo Santa Lucia non poteva mancare il caso dell'eventuale candidatura di Eike Schmidt a Firenze come candidato sindaco. «È una mancanza di rispetto da parte del ministero della Cultura per le nostre strutture museali e per la Campania. Di questa cosa se ne sapeva da tempo. Per l'amor di Dio la cosa va bene ma il problema è del ministero (della Cultura, ndr): era proprio necessario mandare a Capodimonte un direttore che dopo qualche mese lo avrebbero tolto?». Poi si stoppa e ritorna sul fuorionda contro la Meloni a margine della manifestazione di Roma di metà febbraio. «È solo un richiamo per dire non quello che vorrei, ma per dire come stiamo combinati in Italia. Poi magari lo dirò in privato, sperando che non ci sia qualche fuori onda perché siamo a un livello tale di imbarbarimento in Italia che ormai fuori-onda o dentro l'onda è la stessa cosa. Si registra e - conclude - si pubblica di tutto, siamo un paese di guardoni e più abbiamo la possibilità di guardare dal buco della serratura, più godiamo». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA