Respinta la mozione di sfiducia
De Luca alle opposizioni: vergogna

Respinta la mozione di sfiducia De Luca alle opposizioni: vergogna
di Gerardo Ausiello
Martedì 13 Dicembre 2016, 11:32 - Ultimo agg. 19:03
13 Minuti di Lettura
Battaglia in Consiglio regionale per la mozione di sfiducia, presentata dalle opposizioni (primo firmatario Stefano Caldoro), al governatore Vincenzo De Luca. E' la seconda in un anno. Alla base di quest'iniziativa, che vede stavolta in campo centrodestra e Movimento 5 Stelle (mentre sul voto della prima mozione si spaccarono), le uscite infelici del presidente della Regione nel corso della campagna elettorale per il referendum (dalle frasi choc sulla presidente dell'Antimafia Rosy Bindi al famigerato discorso agli amministratori locali all'hotel Ramada fino al pressing messo in campo da De Luca per la norma che gli consente, dal 2017, di ottenere i poteri commissariali della sanità).

La tensione sale subito alle stelle con l'intervento dell'ex governatore Caldoro, capo dell'opposizione di centrodestra in Consiglio regionale: «Avremmo voluto discutere la mozione prima del 4 dicembre, giorno del referendum, ma non è stato possibile per volontà della maggioranza. La nostra mozione è supportata anche da un dato elettorale, siamo in buona compagnia, con quasi il 70 per cento che in Campania ha detto No alla riforma costituzionale, per la quale si è battuto invece De Luca. Non è una notizia, è scontato che la mozione verrà bocciata perché non abbiamo i numeri. Ma siamo qui per discutere di politica. Noi non abbiamo mai fatto attacchi personali e distinguiamo il ruolo della politica da altri organismi, come la magistratura. Va detto però che state raccontando ai napoletani e ai campani una realtà che non c'è e quando ciò accade, si viene puniti. Si è detto che sono finite le barelle. Vero, sono finite perché tutte occupate dai pazienti. La sanità peggiorano, i trasporti pure, aumenta la disoccupazione. Non che prima fosse semplice, ma ora la situazione è peggiorata. E non è giusto - attacca Caldoro - impadronirsi del lavoro altrui: i lavori del pronto soccorso di Giugliano, ad esempio, sono stati appaltati nel 2013; quanto alle ecoballe, De Luca ha tolto le ultime 7mila a Eboli mentre le altre 28mila le abbiamo tolte noi silenziosamente a 30 euro a tonnellata, molto meno di quanto si spende oggi. Chi si è battuto più di tutti per il Sì sono stati Renzi, Boschi e De Luca. Il prezzo pagato dal primo ha salvato gli altri. Siamo tuttavia preoccupati perché questo indebolirà la Campania. Qui il Sì ha perso con numeri peggiori. Questa è una bocciatura politica per De Luca. Le due opposizioni presenti in aula rappresentano il 60 per cento dei cittadini, i numeri sono però diversi perché c'è il premio di maggioranza. E allora non si possono prendere decisioni chiusi nelle stanze di Palazzo Santa Lucia. Sarebbe stato meglio se il governatore non avesse rappresentato la Campania con quelle frasi che ha utilizzato. Ma, oltre a questo, non ci si può sottrarre al confronto altrimenti diventa sempre rissa. Non ci interessa porre una questione personale sul presidente della giunta, bensì parlare dei fatti e dei problemi. Il Sud cresce e la nostra regione è l'unica che non cresce. Per questo siamo pronti a fare la nostra parte e a collaborare nell'interesse del nostro territorio».

A Caldoro replica il vicepresidente del Consiglio regionale Tommaso Casillo: «Dalle parole di Caldoro sembra quasi che De Luca debba ringraziare Renzi perché le sue dimissioni lo hanno salvato. E comunque il capo dell'opposizione di centrodestra ha illustrato una mozione totalmente diversa da quella presentata, in cui si parla di voto di scambio. Ma è voto di scambio se ad esempio un consigliere destina risorse alle zone terremotate? Peraltro c'è un gruppo qui che non ha devoluto i fondi in favore dei luoghi colpiti dal sisma nel Centro Italia. Per quanto riguarda il referendum, si dimentica che i risultati della Campania sono simili a quelli di Sicilia e Sardegna. A mio avviso, comunque, era impossibile che vincesse il Sì» chiarisce Casillo che, pur facendo parte della maggioranza deluchiana, il 4 dicembre ha votato No. «De Luca ha vinto perché ha assunto impegni importanti con gli elettori. E i risultati stanno arrivando, penso all'inaugurazione dell'Ospedale del Mare in programma domani. Sui fondi europei perché non si dice che abbiamo recuperato tutti i grandi progetti che non erano stati neppure avviati nella programmazione 2007-2013?».

Tocca alla consigliera del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino: «Per quanto ci riguarda, a differenza del centrodestra, noi riteniamo che questa sia una mozione di sfiducia e di questo si debba discutere, non del voto sul referendum. Grazie a De Luca siamo ultimi per assistenza sanitaria, trasporto pubblico, lavoro. Siamo stati costretti a sottoscrivere questa mozione per tutelare la dignità dei cittadini campani. Il governatore ci ha semplificato il lavoro con le parole all'hotel Ramada, un'appassionata difesa del voto di scambio, lei è reo confesso  - dice Ciarambino - la sua spregiudicatezza nella gestione della cosa pubblica l'ha spiegata lei stessa. In qualsiasi Paese civile un personaggio come lei sarebbe stato allontanato dalla politica mentre in Italia il Pd l'ha addirittura premiata dandole i poteri commissariali della sanità. Troppo facile liquidare la frase della frittura di pesce con una battuta. Questa non è la crociata del totano o delle alici fritte, ma è un fatto gravissimo. De Luca ha provato a usare le istituzioni e il denaro pubblico per fare clientela. Del resto siamo abituati a questi suoi metodi fin dal patto di Marano, durante la campagna elettorale delle Regionali. Per De Luca il popolo campano è una massa di burattini da portare in blocco con le bandiere a votare Sì. De Luca mercifica e calpesta il sacrosanto diritto di voto e pensa di poterlo usare per sostenere il proprio potere. E invece i cittadini hanno dimostrato di essere di gran lunga migliori di lei. A sfiduciarla sono stati quasi 2 milioni di campani - insiste Ciarambino rivolgendosi sempre al presidente della giunta - Per non parlare dei 200mila posti di lavoro promessi, che per sua stessa ammissione erano una truffa. Ancora: lei ha guardato negli occhi gli ammalati di tumore trasferiti dal San Gennaro all'Ascalesi, dove devono attendere 4-5 ore per le cure? E' bastato un anno e mezzo di governo per mostrare il suo vero volto, lei, lottizzatore seriale rinviato per l'ennesima volta a giudizio, non rappresenta più la Campania e non può quindi esserne il presidente».

Nel dibattito interviene il consigliere del Pd Antonio Marciano: «Ho apprezzato molto il tono dell'intervento di Caldoro, che ci induce ad un'analisi sul voto referendario. Abbiamo posizioni diverse ma i toni sono sempre civili, a differenza di quelli della collega Ciarambino. Ma il governo Caldoro e la sua rissosa maggioranza sono stati bocciati alla prova delle urne, così come insufficiente si è rivelata la proposta politica dei Cinque Stelle. A noi, quindi, l'onere e l'onore di governare. Le statistiche vanno lette bene e ci hanno mostrato che, durante la legislatura Caldoro, eravamo in coda per livelli essenziali di assistenza, trasporto pubblico, prodotto interno lordo. Caldoro avrà tempo per riflettere su questo perché la legislatura dura cinque anni. Sappiamo che quando decidi di scardinare i centri di interesse, ti fai qualche nemico in più ma noi abbiamo deciso di seguire questa strada, certamente non facile.Ci sono poi altre statistiche, come quella del Censis, secondo la quale la Campania sta crescendo in agricoltura e noi stiamo investendo per rafforzare questi dati. I banchi della giunta pieni sono un segnale di rispetto, che il centrodestra nella scorsa legislatura non ha avuto. E' vero che dopo il 4 dicembre siamo in un'altra Italia ma inviterei tutti a non intestarsi questo risultato. Gli italiani hanno infatti voluto dare una scossa agli establishment, di qualsiasi parte».

Per Alberico Gambino (Fratelli d'Italia) «De Luca aveva promesso che non saremmo stati ultimi e invece la Campania precipita sempre più in basso, a partire dalla qualità della vita. Certo, forse questo voto non è espressione solo di posizioni politiche ma vale per tutti. Di sicuro, però, in Campania ha perso il Sì per la cattiva gestione della Regione. Basta con le balle che ci vengono raccontate, specie sulla sanità. Il popolo è stanco di elemosinare per il riconoscimento dei propri diritti».

Per la giunta il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola replica a Caldoro sulle ecoballe: «E' vero che nella precedente legislatura sono state rimosse 100mila ecoballe, portate al termovalorizzatore di Acerra. Ciò ha permesso prezzo politico per agevolazioni concesse dalla legge. Nel nostro caso non c'è un prezzo politico. Ma con il ritmo della legislatura Caldoro ci vorrebbero decine di anni per rimuovere tutte le ecoballe. Come ci ha chiesto l'Europa, invece, abbiamo previsto un programma per lo smaltimento veloce e lo stiamo attuando ma non abbiamo sovranità nei Paesi esteri che devono dare le autorizzazioni. Questo non dipende dunque da noi» ironizza. «Noi questo programma lo rispetteremo togliendo alla Campania un marchio infamante».

Francesco Borrelli, capogruppo dei Verdi, ricorda invece la scomparsa del giurista Giuseppe Abbamonte, deceduto in queste ore. A questo punto il Consiglio osserva un minuto di silenzio. Poi Borrelli aggiunge: «E' assurdo che tutti si intestino risultato referendario dimostrando di non avere alcuna competenza in materia. Se fosse come sostengono Caldoro e Ciarambino, allora i Radicali dovrebbero ottenere cifre incredibili alle urne. E invece no, perché il voto sul referendum è un voto libero. Riportare una battuta, anche infelice, di De Luca come motivazione politica della vittoria del No è segno di incompetenza. Altrimenti Ciarambino sarebbe una fedelissima di De Mita, che si è battuto in prima linea per il No. Il voto per giudicare il partito sono le Amministrative, dove i Cinque Stelle hanno avuto le percentuali più basse».

Carmine De Pascale, capogruppo di De Luca presidente, aggiunge: «Bisogna smetterla con insulti e frasi irriguardose come quelli pronunciati in quest'aula e invece è successo il finimondo per il discorso del governatore, che ha lanciato un accorato appello a coloro che sono dalla sua parte».

Maria Muscarà, consigliera grillina, rilancia: «Nei nostri ospedali i pazienti vengono curati sulle sedie mentre si propaganda l'acquisto di bus polacchi usati quando altrove si comprano bus a idrogeno, lo dico agli ambientalisti presenti in aula».

Tommaso Amabile, consigliere del Pd, punta il dito contro Caldoro: «Il discorso che ha fatto è molto diverso dalla mozione che ha presentato come primo firmatario, una mozione basata su un articolo e su un audio non ufficiali del governatore». Quindi sfida le opposizioni: «Vi invito a presentare una mozione di sfiducia ogni 20 giorni, non due all'anno, se questo è il vostro modo di lavorare per risolvere i problemi della gente». Infine Luigi Cirillo del Movimento 5 Stelle.

A questo punto la parola passa al governatore De Luca: «Abbiamo appreso che chi ha presentato la mozione di sfiducia non era interessato a sfiduciare il presidente ma a fare pura propaganda politica. Non sono d'accordo, se si presenta una mozione di sfiducia lo si fa per andare a votare, tanto per essere chiari. Ci sono esponenti politici in questo Consiglio che vogliono determinare paralisi delle attività e se ne assumono le responsabilità. Ringrazio gli esponenti dell'opposizione, siamo grati ai Cinque Stelle e al centrodestra per aver difeso i nostri stipendi e i fondi dei gruppi consiliari, uno splendido risultato - ironizza De Luca - Ho sofferto quando ho visto che Mattarella ha dovuto ricevere ben 17 aree politiche, una carovana, una processione, una liturgia eterna. Gruppi consiliari che rappresentano solo se stessi, mancava solo la presenza dei parcheggiatori abusivi. Noi rispondiamo, non siamo come i Cinque Stelle a Palermo, che si avvalgono della facoltà di non rispondere. Io suggerirei come soglia minima 13mila euro al mese percepiti da un noto giovane parlamentare, Di Maio. Mi vergognerei a presentare una mozione di sfiducia del genere. Se volete fare un dibattito politico si fa, mentre la mozione di sfiducia è un'altra cosa. Alla base di questo atto c'è una mia dichiarazione in una riunione con gli amministratori locali. In questo Paese si digerisce tutto, anche gli stragisti, quello che non si perdona è una battuta. Abbiamo avuto più attenzione mediatica dell'attentato alle Torri Gemelle. La verità è che ho solo voluto fare una battuta per alleggerire il clima e perché non c'era un grandissimo entusiasmo a condurre la battaglia per il referendum. Ma non vi vergognate? Non vi vergognate? Non vi vergognate? La democrazia ha meccanismi di semplificazione, lo ha spiegato il costituzionalista Sabino Cassese. Nei Paesi anglosassoni, in particolare in Inghilterra, nessun premier ha mai avuto più del 38 per cento dei consensi. E' normale che sia così. Quelle da voi sollevate - dice alle opposizioni - sono banalità, una battuta è diventata un caso di Stato. Il voto di scambio semmai sono le nomine e le assunzioni clientelari in campagna elettorale. Concordo con le osservazioni tecniche del collega Amabile. Il voto di sfiducia non è un modo per farsi un po' di pubblicità. Quanto all'Agcom (che ha imposto di rimuovere contenuti sull'assemblea del Sud, durante la quale si è parlato anche del referendum, dal sito della Regione, ndr) abbiamo accolto l'osservazione e rimosso i contenuti che prevedevano interventi sul Sud anche non favorevoli alla riforma costituzionale. Eppure in quella sede abbiamo lavorato seriamente per favorire nuova occupazione da subito al Sud. Altro che propaganda. Penso che il governo regionale che ci ha preceduto sia stato il governo del nulla, abbiamo avuto un disastro totale, non trovo una cosa positiva, in primis lo stallo sui fondi europei. Abbiamo dovuto fare le capriole per non perdere un miliardo. E abbiamo dovuto saldare debiti accumulati fino a tre anni e far ripartire i cantieri, tutti bloccati. Non c'era niente nella sanità e nei trasporti, noi abbiamo ottenuto risultati eccezionali. Sulla sanità c'era solo un equilibrio di bilancio sulla pelle dei lavoratori usciti dal sistema e non sostituiti per il blocco del turn over. Tutti i pronto soccorso erano chiusi, c'era solo quello del Cardarelli. I commissari di governo sono qui per fare decreti, 110 finora, ma non abbiamo ancora i contratti firmati con i privati in una regione in cui da 15 anni non si definiscono i fabbisogni. Quanto al lavoro, forniremo dati eccezionali con un report ad hoc. Collega Gambino, soddisferò ogni tua curiosità. Le partecipate? Un disastro, noi siamo passati da 42 a 7, per alcune dovremmo mandare i libri in Tribunale, società con mille dipendenti non assunti da me e forse neppure dal precedente governo regionale ma sono lì. Ci siamo inventati corsi di formazione per lavoratori Cub nella speranza di poterli ricollocare. E ancora la macchina regionale: avevamo un solo dipendente per gli accreditamenti, uno solo. Ben 1800 addetti alla formazione, appena 600 alla sanità. D'autorità abbiamo dovuto effettuare 200 trasferimenti. Siamo pronti a discutere di queste cose, ma con dati reali, non sulla base di cose che non esistono. Vi garantisco che se andiamo a votare domani mattina capovolgiamo il verdetto del referendum. Questo voto è stato infatti anche una risposta a chi voleva eliminare gli interessi, a cominciare da quelli di Tommaso Casillo» è la stoccata. «Io sono esponente di rigore spartano, trasparenza e correttezza rispetto ai quali sfido chiunque. Per questo ho rinunciato alla prescrizione, con orgoglio, a difesa di 200 operai dell'Ideal Standard, e poi sono stato assolto con formula piena dopo 12 anni. Che diavolo di Paese è questo, dove una persona perbene può essere messa in croce e subire aggressioni mediatiche fondate sul nulla? Io non mi permetterei mai di usare espressioni offensive, vi invito ad avere un po' di garbo istituzionale» avverte riferendosi a Ciarambino.  «Non ho voglia di litigare, mi fa male la testa - conclude - Trilussa ha scritto una poesia di due righe intitolata la lumachella della vanagloria, che era strisciata sopra un obelismo, guardò la bava e disse: ora è certo che lascerò un'impronta sulla storia. Qui il meccanismo è questo, litigare per darsi una qualche importanza e una qualche ragione di esistenza. Noi vogliamo essere fedeli al messaggio di papa Francesco, fateci vivere in pace».

A Caldoro spetta la controreplica prima del voto finale: «Presidente D'Amelio, credo che De Luca abbia bisogno di una mano e noi vogliamo dargliela. Capisco il politico in difficoltà che si deve giustificare, come ha fatto, ma io mi preoccupo del governo regionale. Questi sono toni incomprensibili, c'è visione un po' burocratica della mozione di sfiducia, siamo a un livello istituzionale e politico, e questo non significa perdere tempo, anzi l'opposizione meno fa lavorare questa giunta più fa gli interessi dei cittadini campani. Sono contento che De Luca mi dica che abbiamo fatto male, è la conferma che abbiamo fatto bene. Non rispondo al governatore, bensì a Bonavitacola: sarebbe stato opportuno dire la verità, vi costava tanto ricordare che prima ce n'erano 28mila? Perché dovete dire che prima c'era il male e oggi il bene, questo è il motivo. Le nostre rimozioni sono costate meno e Bonavitacola ha spiegato le ragioni. Ha fatto bene. Noi, comunque, abbiamo rimosso quasi un milione tra ecoballe e rifiuti, che certo non abbiamo messo noi. Vergogna? E' un sentimento che provo io quando vedo le barelle, quanto accaduto la scorsa notte al 118, ma non cerco lo scontro, ho vergogna dei dati che peggiorano, i cantieri sono fermi, le imprese non vengono pagate, la disoccupazione aumenta. Sui Lea con noi eravamo terzultimi, ora siamo di nuovo ultimi. Siccome non voglio sparare sulla Croce Rossa, lancio un appello a dare una mano a De Luca, facciamo noi il lavoro che lui non riesce a fare nel distinguo dei ruoli perché non è sereno, ogni volta che c'è una replica scappa».

E' l'ora del voto: la mozione di sfiducia viene respinta a maggioranza (32 voti contrari), gli unici favorevoli i consiglieri dei gruppi di centrodestra e Movimento 5 Stelle.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA