«Workers at work»: coreografia di Gabriella Stazio dedicata ai lavoratori dello spettacolo

Performance al Ridotto del Teatro Mercadante

Le sorelle didamiano (foto di Pasquale Toscano)
Le sorelle didamiano (foto di Pasquale Toscano)
Lunedì 25 Marzo 2024, 20:14
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Martedì 26 marzo, alle 19, presso il Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli va in scena in prima nazionale la nuova coreografia di Gabriella Stazio, Workers at work (Orange is the new black) con Francesca Gifuni e Christian Pellino. Una coreografia dedicata ai lavoratori dello spettacolo.

«I danzatori sono lavoratori dello spettacolo e senza di loro nessuna idea potrebbe “prendere corpo" – scrive nelle note Gabriella Stazio.  Sono loro che ‘costruiscono’ una coreografia.

Montano, smontano, spostano, aggiustano. Sudano, si allenano, provano e riprovano fino ad ottenere il risultato migliore, il più interessante. Ed insieme al coreografo compongono, realizzano, elaborano i segni, le forme, gli spazi, i ritmi, i materiali da costruzione di una coreografia. E così tutti noi. Artisti, tecnici, chi programma, chi progetta, chi distribuisce. Tutti nella stessa ‘catena di montaggio’. Siamo lavoratori. We are Workers. Produciamo pensieri, immagini, parole, suoni, movimenti. Diamo vita a comunità, a luoghi di incontro

Workers at work è una coreografia ancorata alla realtà dei corpi in cui l'environment, inteso come ambiente fisico ed ambiente psicologico, determina le risposte dinamiche dei danzatori».

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A seguire tornano sul palcoscenico del Ridotto, le Sorelle didamiano, vincitrici del bando Residanza – La casa della nuova coreografia promosso da Movimento Danza e dedicato alla coreografia Under 35.

Variazione No.1 è il titolo del lavoro, una versione più completa di quello che le ha viste vincere. Una coreografia in cui propongono un tentativo di resistenza alla narrazione, alla ricerca di significato, fin troppo ambiti nella lettura di un’azione performativa. Il lavoro esplora la relazione liminale tra corpo e suono nella quale la partitura sonora di un sintetizzatore incontra una danza decisa e dinamica.

Questa produzione sfida l’idea di un racconto lineare e accessibile, portando in superficie l’essenza dell’esperienza umana senza la necessità di un racconto da dipanare o un tema da affrontare, offrendo la realtà per ciò che è.

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