Prete positivo alla cocaina, don Daniel ricompare alla Via Crucis: «Non ho assunto droga, forse è stata ingerita per errore»

Alquanto sorpresi i fedeli, che non avevano più notizie di lui, da qualche giorno, dopo il ricovero per accertamenti in una clinica abruzzese

Don Daniel con il suo avvocato
Don Daniel con il suo avvocato
di Sonia Paglia
Sabato 16 Marzo 2024, 07:12 - Ultimo agg. 18 Marzo, 08:37
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È tornato nella sua parrocchia di Rivisondoli, per celebrare la via crucis, don Daniel Arturo Cardenas, il sacerdote colombiano risultato positivo alla cocaina, dopo un incidente stradale, avvenuto sulla statale 17, a Pratola Peligna. «No ai processi di piazza. Stiamo tornando nel medioevo» ha detto il suo difensore, l’avvocato Gerardo Marrocco del Foro di Santa Maria Capua Vetere, che ha accompagnato il sacerdote nel corso della celebrazione religiosa. Alquanto sorpresi i fedeli, che non avevano più notizie di lui, da qualche giorno, dopo il ricovero per accertamenti in una clinica abruzzese.

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Cosa è successo

Don Daniel è apparso molto provato, per il rumore che si creato intorno alla vicenda. «Sono tornato nella mia casa e non vado più via. Sono contento di essere tornato in questa comunità. Festeggeremo insieme la Santa Pasqua» ha dichiarato. Marrocco, al termine della funzione, ha voluto sottolineare che i medici del pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona hanno trovato il sacerdote lucido e vigile dopo l’incidente, negando categoricamente che don Daniel abbia assunto volontariamente sostanze stupefacenti.

«Il mio assistito ha rappresentato di non aver mai assunto volontariamente sostanze stupefacenti – continua l’avvocato. - La cocaina non può essere assunta solo con la cosiddetta sniffata. Se poi per errore l’ha ingerita è un’altra questione. Lo difenderò a spada tratta, anche e soprattutto perché è un uomo di culto». Il sindaco di Rivisondoli, Giancarlo Iarussi, ha chiesto al vescovo di Sulmona-Valva, Michele Fusco, una guida alternativa e stabile per i fedeli. Nello stesso tempo, ha manifestato il suo disappunto per essere stato rimosso come amministratore del gruppo WhatsApp dove erano presenti il Vescovo e il prete. Il sacerdote in passato sarebbe stato vittima di minacce e aggressioni verbali e fisiche, avvenute all’interno di una chiesa, tanto da richiedere le cure mediche. Le indagini sono ancora in corso, con la scientifica che sta esaminando le perizie calligrafiche relative a lettere minatorie. 

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