Afghanistan, «Se resteremo qui moriremo»: appello a Trump dei professori rapiti dai talebani

Afghanistan, «Se resteremo qui moriremo»: appello a Trump dei professori rapiti dai talebani
di Federica Macagnone
Giovedì 12 Gennaio 2017, 15:50 - Ultimo agg. 13 Gennaio, 07:47
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Il viso rigato dalle lacrime e la voce rotta dal pianto. Un appello disperato rivolto direttamente a Donald Trump affinché negozi con i talebani il loro rilascio. Il professore australiano Timothy Weekes e il collega americano Kevin King, rapiti davanti all'Università americana di Kabul lo scorso 7 agosto, hanno lanciato in un video un appello per essere liberati. Il messaggio, della durata di 13 minuti e 35 secondi, arrivato attraverso un filmato caricato su YouTube, è la prima prova pubblica che sono vivi dal momento del loro rapimento e, secondo quanto affermato da uno dei prigionieri, è stato girato il 1° gennaio.
 
 


Weeks e King, con le barbe lunghe, appaiono provati e sofferenti e, piangendo, implorano le autorità americane di trattare con i talebani. «Se resteremo qui ancora a lungo saremo uccisi. Io non voglio morire, sono solo e ho paura», ha affermato con le lacrime agli occhi Weekes, chiedendo ai membri della sua famiglia di parlare con il governo statunitense per ottenere la sua liberazione.

«Non sappiamo per quanto tempo i talebani saranno pazienti con noi», ha detto King, spiegando che saranno giustiziati se non ci sarà uno scambio con i prigionieri talebani detenuti presso la base aerea di Bagram e la prigione di Pul-e-Charkhi. «Signor Donald Trump - dice King - Ve lo chiediamo per favore di negoziare con i talebani. Se non lo farà saremo uccisi. Siamo nelle vostre mani».

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha rifiutato di commentare il video o confermare la sua autenticità, se non per condannare la presa di ostaggi. Il governo australiano, in una nota del ministero degli Esteri, ha detto di aver lavorato a stretto contatto con altri governi per ottenere la liberazione di un australiano rapito in Afghanistan nel mese di agosto 2016, ma ha rifiutato di commentare ulteriormente per preservare la sua sicurezza. L'Università americana in Afghanistan si è detta addolorata per il video e ha chiesto che gli uomini siano immediatamente liberati.

Qualche giorno dopo il sequestro dei due professori, i militari americani tentarono un blitz con i Navy Seal e i Ranger dell'esercito, che però fallì: quando i soldati arrivarono nel posto segnalato dall'intelligence, insorti e rapiti non c'erano più.
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