Europol: «Niente prove Isis dietro ultimi attacchi. Lupi solitari spesso dei malati di mente»

Europol: «Niente prove Isis dietro ultimi attacchi. Lupi solitari spesso dei malati di mente»
Mercoledì 20 Luglio 2016, 14:36 - Ultimo agg. 22:01
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Organizzare un attentato come quelli di Parigi e Bruxelles richiede molto tempo e una logistica perfetta. Molto più semplice è invece arruolare 'lupi solitarì, meglio se con una mente disturbata che li porterà a creare il maggior danno possibile. È questa la nuova strategia dell'Isis in Europa, stando all'ultima analisi di Europol che ha individuato un elemento comune nei recenti attacchi di Nizza, Orlando, Magnaville, e Wurzburg: nonostante le rivendicazioni, in nessuno di essi il sedicente Stato islamico è stato direttamente coinvolto. Potrebbe quindi essersi solo preso il merito di gesti di squilibrati, sui quali l'ideologia jihadista agisce da fattore aggravante di una patologia già esistente. «Non ci sono prove che l'attentatore di Nizza si considerasse un membro Isis», scrive l'Agenzia europea antiterrorismo e criminalità.

È stato detto che «si era radicalizzato in poco tempo e aveva consumato propaganda Isis prima dell'attacco», così come a Wurzburg i media hanno detto che nella stanza del giovanissimo terrorista c'era una bandiera del Califfato fatta a mano. Ma la loro «affiliazione al gruppo non è chiara». Secondo Europol, un indizio è nascosto anche nelle rivendicazioni: l'agenzia Àmaq ha detto di aver ricevuto informazioni da una fonte non identificata, «in contrasto con la chiara responsabilità» espressa per Parigi e Bruxelles. Una differenza che indicherebbe come l'Isis voglia mantenersi «affidabile», qualora dovessero emergere informazioni che contraddicono la versione passata finora. Ovvero: le fa comodo attribuirsi gli attentati, ma mantiene la dovuta cautela perché sa che i 'lupi solitarì non sono veri combattenti per la jihad, e presto potrebbe venire fuori la verità.

Europol ne è già convinto: «Nonostante molti 'lupi solitarì leghino i loro atti a religione o ideologia, il ruolo dei loro potenziali problemi mentali non deve essere trascurato». Perché nei casi dove l'attentatore ha un disordine mentale, «l'ideologia può avere un effetto aggravante, portando a scelte di target differenti e ampliando l'attacco». Anche il terrorista di Nizza, sottolinea il rapporto, «soffriva di un serio disordine psichiatrico ed era in cura». E ad una «porzione significativa di foreign fighters sono stati diagnosticati problemi mentali prima di unirsi all'Isis». Oltre a Mohamed Lahouaiej Bouhlel, soffrivano di patologie psichiatriche anche l'uomo che il 21 dicembre a Digione si è gettato con l'auto contro dei pedoni provocando 13 feriti, e quello che il giorno dopo l'ha imitato scagliandosi con il suo furgoncino nel mercatino di Natale, uccidendo una persona e lasciandone 9 ferite prima di pugnalarsi. Secondo Europol, circa il 35% dei lupi solitari che hanno compiuto attacchi tra il 2000 e il 2015 soffriva di qualche forma di disordine mentale. Il reclutamento, con i più deboli, è più semplice. In Finlandia, ad esempio, puntano soprattutto i giovani teppisti o ai ragazzi senza famiglia, in Slovenia c'è un fenomeno di reclutamento presso la comunità rom cui vengono promessi soldi, in Belgio e in Olanda invece si fa leva sull'aspetto familiare, e si cerca un contatto tramite parenti.

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