Ascea, azzannato da un cinghiale mentre lavora in campagna

L'uomo è riuscito a sottrarsi all'aggressione solo perché è caduto in un dirupo

Ascea, azzannato da un cinghiale mentre lavora in campagna
Ascea, azzannato da un cinghiale mentre lavora in campagna
di Carmela Santi
Lunedì 13 Maggio 2024, 08:33
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Azzannato ad un braccio da un cinghiale mentre è impegnato a dare da mangiare ai suoi animali. È accaduto sabato pomeriggio a Mandia, frazione di Ascea. A rischiare la vita un 75enne del posto. L'uomo, insieme alla moglie, aveva raggiunto la sua campagna per accudire gli animali, così come aveva fatto tante volte. Due giorni fa la routine è stata interrotta da un drammatico episodio. Dinanzi alla proprietà dell'uomo improvvisamente è arrivato un cinghiale di grosse dimensioni. Secondo una prima ricostruzione dei fatto l'ungulato ha attaccato l'anziano colpendolo ad un braccio. La situazione avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.

L'uomo è riuscito a sottrarsi all'aggressione dell'animale solo perché è caduto in un dirupo.

Il cinghiale a quel punto non l'ha inseguito, si è fermato ed è scappato. La scena si è consumata davanti agli occhi della moglie e di un vicino di terreno.

Entrambi non hanno potuto fra altro che soccorrere il malcapitato. L'anziano è stato prontamente trasferito all'ospedale San Luca di Vallo della Lucania dove ha ricevuto le cure del caso. Il cinghiale ha colpito l'uomo ad un braccio, ma l'anziano non sarebbe in pericolo di vita. Un brutto episodio, l'ennesima vita messa a rischio a causa all'eccessiva presenza di cinghiali nel Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Il numero di ungulati nell'area protetta continua a crescere rappresentando una vera emergenza.

Una invasione che crea milioni di euro di danni al settore agricolo e seri rischi economici per tutta la collettività, come dimostrano anche i numerosi incidenti stradali che si verificano. Gli ungulati sono presenti ovunque, dalla costa all'entroterra. Sulle spiagge e nei centri abitati, lungo le strade.

I danni causati da questi animali selvatici incidono sull'economia del territorio e rappresentano un rischio per la sicurezza dei cittadini oltre a configurare, negli ultimi mesi, un problema sanitario a causa della diffusione della peste suina. Per l'Ente Parco resta sicuramente la principale emergenza da risolvere. Gli abbattimenti selettivi e i centri di raccolta stanno dando importanti risultati ma ancora molto c'è da fare.

Nelle scorse settimane, a Vallo, c'è stato un incontro con i selecontrollori. Al Centro Studi e Ricerche sulla Biodiversità si sono confrontati il presidente del Parco Giuseppe Coccorullo, il vice presidente Carmelo Stanziola, il direttore Romano Gregorio, il Corpo Forestale e funzionari regionali della Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria.

L'incontro era finalizzato a condividere nuove disposizioni operative concernenti l'attività di depopolamento dei cinghiali nelle zone di restrizione dell'emergenza peste suina africana. Il Parco ha già individuato quattro centri di raccolta e altri ne sta programmando.

«Auspichiamo - ribadisce il presidente Coccorullo - che grazie al contributo dei selecontrollori, cacciatori autorizzati, faremo fronte ad una problematica tanto sentita. Ai 300 selecontrollori già operativi a breve se ne uniranno altri 300».

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