Contro il dissesto idrogeologico, secondo l’Ance Aies Salerno è «necessario partire dalla manutenzione delle aste fluviali». I dati contenuti nel rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sul dissesto idrogeologico 2021 in Campania offrono «un quadro a dir poco allarmante, come evidenziato dai recenti fatti di Ischia», osservano dall’Associazione dei costruttori salernitani.
In Campania, su un totale di 550 comuni, il 93,8% è caratterizzato da aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, pericolosità idraulica media ed erosione costiera.
L’Ance Aies Salerno ha già condotto degli studi preliminari sui bacini idrografici dei fiumi Sele, Calore e Alento. «Il recupero e l’utilizzo dei materiali inerti proveniente da tali interventi - puntualizza Russo - assolve a una duplice funzione, nell’ambito delle opere manutentive necessarie alla messa in sicurezza dei nostri fiumi». E spiega: «La prima è insita nella riprofilatura della sezione idraulica dell’alveo dei fiumi a tutto vantaggio della dinamica di deflusso delle acque nei casi di piena, mentre il secondo aspetto è prettamente legato alla fattibilità economico finanziaria dell’operazione nel suo complesso». «I nostri modelli di studio - prosegue - prevedono di commercializzare il materiale prelevato. La plusvalenza generata, oltre a garantire l’equilibrio del piano economico-finanziario, consentirebbe la possibilità di finanziare ulteriori opere destinate alla manutenzione e protezione delle aree di intervento. Inoltre, sarebbe possibile prevedere ulteriori interventi di finanza innovativa, attraverso il ripristino di impianti idroelettrici esistenti e o prevedendo la realizzazione di impianti a biomasse solide per produrre energie elettriche». «Il tutto - evidenzia Russo - seguendo le direttive europee proprio nei termini di economie circolari green per il settore delle costruzioni». Il leader dei costruttori ritiene che, «senza la programmazione di interventi strutturali sul fronte della prevenzione, la miscela esplosiva composta da fragilità idrogeologica e cambiamenti climatici, insieme al consumo di suolo e all’abusivismo edilizio, rischia di mettere regolarmente in ginocchio il Paese, rendendo perenni le emergenze».