Se c’è una certezza è che così come da 71 anni a questa parte Sanremo non salta un appuntamento con il grande pubblico, ogni edizione è accompagnata da un rosario di polemiche. Questa volta, a contribuire a rendere più “effervescente” la già contestatissima 70+1, arrivano i ristoratori dell’Aisp, associazione imprese Salerno e provincia, che al grido di #IoNonSeguoSanremo, invitano clienti ed amici a boicottare la kermesse della canzone italiana. Da stasera, contestualmente con il vernissage, in ognuna delle attività commerciali che hanno aderito - e che rischiano di subire ulteriori restrizioni a causa del Covid-19 - farà bella mostra una locandina nella quale si spiegano le ragioni della protesta. Ad irritare gli addetti del settore Horeca è che «per Sanremo si sia riusciti a trovare un protocollo sanitario teso a salvare la manifestazione, mentre nessuno si preoccupa, nonostante i ripetuti protocolli a cui ci siano dovuti più volte attenere, del fatto che migliaia di attività di qui a breve chiuderanno per sempre», spiegano. Le 75 pagine che sono già Bibbia nella città dei fiori, suonano infatti come uno schiaffo nei confronti di chi, da mesi, sta provando a resistere, facendo lo slalom tra i divieti. «Non si capisce come mai i protocolli siano validi per il Festival di Sanremo, e rischiosi per cinema, teatri, ristoranti e bar. Il governo chiarisca e ci consenta di aprire anche di sera al più presto», denuncia Ciro Salvini del pub Oro, Incenso e birra. «In Italia tutti gli eventi sono bloccati, indipendentemente dalla metratura delle strutture - sbotta Donato Giudice di Elite bar&pub - Milioni di lavoratori sono a casa da un anno, mentre per il festival di Sanremo le regole non valgono. Ormai lo Stato ci prende in giro».
Vincenzo Penna del Black Roses Pub, esorta tutti a un atto di “disobbedienza”: «in primis l’appello va a tutti i musicisti e a chi opera nello spettacolo, perché è ormai evidente che stanno giocando con la nostra pelle».