Nocera Inferiore in lutto per Elia, morta nel burrone: «Mancava la staccionata»

Questa mattina l’esame esterno della salma, al momento sembra esclusa l’autopsia. Restano i dubbi sulla sicurezza del sito: «Dalle immagini sembra a strapiombo»

I soccorritori al lavoro
I soccorritori al lavoro
di Nello Ferrigno
Martedì 22 Agosto 2023, 07:00 - Ultimo agg. 26 Agosto, 15:15
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Ieri mattina la mamma di Elia Caroccia, accompagnata dal fratello e dal figlio Salvatore, si è rimessa in macchina per raggiungere l’ospedale di Isernia. Nell’obitorio c’è il corpo straziato della figlia, morta per la caduta nel burrone che si trova al di sotto del sentiero vicino al ponte tibetano di Roccamandolfi, il paese molisano dove la ragazza era in gita. Questa mattina il medico legale, indicato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia, effettuerà l’ispezione del cadavere per determinare le cause del decesso. Sembra esclusa l’autopsia. La Procura non ha aperto un’inchiesta ma solo un fascicolo. Ai carabinieri della Stazione di Cantalupo del Sannio sono state affidate le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Sono state ascoltate le persone che erano con la 32enne di Nocera Inferiore, il fidanzato Pasquale Ferraro e la coppia che era in vacanza con loro. Sarebbero gli unici testimoni della sciagura. I due amici erano leggermente più avanti, una ventina di metri, dietro di loro Elia e Pasquale. Solitamente è un’area non molto battuta dai turisti che si fermano al ponte, mentre il gruppo di giovani domenica ha deciso di proseguire. La versione dei tre amici è stata la stessa e probabilmente anche per questo non è stata aperta un’inchiesta, dal momento che la dinamica sembra essere chiara. 

Elia sarebbe scivolata dopo aver perso l’equilibrio, facendo un volo di 80 metri tra rocce e vegetazione. Ieri mattina i carabinieri hanno chiesto agli operatori del soccorso alpino del Cnsas di scendere di nuovo nella scarpata per recuperare gli ultimi effetti personali della donna. Trovati il telefonino, la borsa e gli occhiali da sole. Il sentiero, che era stato transennato, è stato riaperto non essendo stata messa l’area sotto sequestro. Immediatamente dopo l’incidente era circolata la voce che i due fidanzati volessero scattare una foto in ricordo della gita, forse la ragazza è inciampata o scivolata finendo nel dirupo. C’è chi sostiene anche che non indossasse le scarpe adatte ad una simile escursione. «Un sentiero del genere - ha detto Emiddio Ventre, insegnante del fratello di Elia e amico della famiglia - dovrebbe avere una staccionata di protezione. Ho visto le immagini da Google e mi sembra che sia a strapiombo». Sui diversi siti che illustrano le peculiarità della zona il percorso viene definito facile ma altri sentieri che si trovano intorno al torrente Callora hanno ben altre difficoltà.  Intanto a Nocera Inferiore la tragica morte di Elia ha commosso l’intera comunità. Il Comitato della festa di San Rocco, la chiesa è vicina alla casa della vittima, ha deciso di rinviare i festeggiamenti in programma ieri sera. Elia Caroccia, faceva parte della Gifra, la Gioventù francescana che anima la chiesa di Sant’Antonio. Con lei anche la madre Virginia e il fratello Salvatore. La giovane ha partecipato, anche in veste di animatrice, alle diverse edizioni di Una mano per il sorriso, esperienza di solidarietà e fraternità per i più piccoli. Propri ieri è iniziata l’edizione 2023. Un gruppo di bambini disagiati è stato accompagnato a Perdifumo per alcuni giorni di vacanza. «Vogliamo rivolgere il nostro dolce pensiero e una preghiera fortissima ad Elia che dal cielo gioisce con noi e con i bambini che vivranno questi giorni di fraternità». La giovane in passato aveva anche partecipato a Mani tese verso il mondo, giornate dedicate alle visite nelle carceri. Con il suo gruppo era stata a Poggioreale, Fuorni e Secondigliano per portare un gesto di vicinanza ai detenuti. Il Comune ha fatto affiggere un manifesto nel quale si legge che «l’intera città si stringe alla famiglia Caroccia per la tragica scomparsa della giovane Elia».
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