Salerno, Parco del Seminario le associazioni: «Così può ritornare bello e utile»

Un anfiteatro, percorsi pedonali sicuri e il recupero della cappella e dell’ascensore

Il degrado
Il degrado
di Barbara Cangiano
Venerdì 22 Marzo 2024, 07:00 - Ultimo agg. 10:41
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Riqualificare il parco del Seminario, restituendolo nella sua bellezza e nella sua piena fruizione a salernitani e non solo. È questo lo spirito di un progetto, presentato nei giorni scorsi al Comune, figlio della sinergia tra un collettivo di studenti universitari denominato Salerno invisibile e l'associazione Viviamo il quartiere pensata da Ermanno Minoliti. La bozza, che porta la firma dell'ingegnere Antonietta De Bellis, è attualmente al vaglio dei tecnici di Palazzo di Città e del sindaco Vincenzo Napoli, che dovranno valutarne la fattibilità sia da un punto di vista strutturale che economico.

L'obiettivo è quello di renderlo un luogo culturale e ricreativo, destinato allo sport e al tempo libero e di salvarlo dallo stato di degrado in cui attualmente versa. «Potrà essere utilizzato dai giovani come momento di aggregazione e di confronto - si legge nella bozza - e dai meno giovani affinché questi ultimi possano rimanere socialmente attivi e conoscere nuove persone».

Tra le novità più interessanti c'è la realizzazione di un anfiteatro destinato a rappresentazioni teatrali e concerti. Inoltre, per ottimizzare la fruibilità delle aree esterne si è scelto di ripristinare l'area giochi destinata ai più piccoli, attrezzandola con panchine, tavolini, giostrine che attualmente sono inaccessibili a causa della vegetazione incolta. Un passaggio cruciale è rappresentato dalla messa in sicurezza della viabilità pedonale che dovrà collegare l'anfiteatro alla cappella con la Madonna, anch'essa abbandonata da anni. «È necessario ripristinare le scale lungo il percorso - si legge ancora nel progetto - nonché i muretti di contenimento».

Tra le idee in campo, quella di creare un percorso ad hoc destinato a non vedenti e ipovedenti, con la piantumazione di essenze arboree che possano rendere speciale la passeggiata. Parallelamente al ripristino della viabilità, l'associazione e il collettivo chiedono di rimettere in funzione l'ascensore che offre un collegamento su via Urbano II e di provvedere al restyling del verde pubblico, con la ristrutturazione della piccola chiesa sconsacrata che si presterebbe a diventare un centro di ascolto, di accoglienza e uno spazio aperto per il confronto tra le associazioni. «A inizio agosto siamo stati contattati da un collettivo di studenti universitari - racconta Minoliti - animati dalla volontà di riqualificare uno dei parchi più belli della città, ma anche tra i più degradati. L'idea è stata sottoposta al primo cittadino che ha dimostrato grande sensibilità rispetto a questo progetto. Ora occorre capire se il Comune sarà in grado di intercettare le risorse necessarie, accedendo eventualmente a un finanziamento regionale».

Quello del parco del Seminario non è l'unico intervento a cui pensano i ragazzi di Salerno invisibile, come chiarisce Vincenzo Barberio: «La nostra associazione è nata con l'obiettivo di lavorare sulla riqualificazione degli spazi pubblici abbandonati e sulla messa a disposizione di questi luoghi a favore della cittadinanza e delle associazioni, perché c'è una forte carenza da questo punto di vista - racconta - Ci piacerebbe che la zona diventasse una piccola isola felice per i residenti del quartiere e per i tanti che potranno approfittarne per una passeggiata, un momento di relax o per prendere parte ad eventi».

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Pochi giorni fa era stato il capogruppo di Oltre Donato Pessolano a denunciare le condizioni in cui versava il parco del Seminario: «Quest'area verde potrebbe essere un fiore all'occhiello per la zona alta della nostra Salerno, ma continua a trovarsi in uno stato di inaccettabile abbandono, essendo da tempo completamente priva di manutenzione. La vegetazione straripa, le giostrine per i bambini sono sepolte dall'erba, due alberi sono perfino crollati nell'area retrostante la sede succursale del Da Procida: una vergogna, se si tiene conto dei lauti compensi percepiti dalla cooperativa affidataria per la sua pulizia, che hanno toccato, nel 2022, la soglia di 42mila euro per trimestre».