Concerto Coldplay a Napoli, notti di magia: «Ok dentro lo stadio ma il rientro un incubo»

L’omaggio al Napoli e a Pino Daniele rilancia l’immagine della città nel mondo

Chris Martin dei Coldplay sul palco del Diego Armando Maradona.
Chris Martin dei Coldplay sul palco del Diego Armando Maradona.
di Giovanni Chianelli
Giovedì 22 Giugno 2023, 23:54 - Ultimo agg. 24 Giugno, 17:21
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Chris Martin che canta indossando la sciarpa del Napoli e parla in dialetto, tra «Ve vulimme bene» e «Grazie guagliù», mentre ringrazia perché i Coldplay sono «stati accolti come quattro Maradona». I fuochi d’artificio e i cori dei 94.000 nelle notti di Fuorigrotta, le note della versione di «Napule è» che invadono i social network, i fan in visibilio sin dal mattino e gli idranti per rinfrescarli dall’afa. Bilancio più che positivo, insomma, per la due giorni della band allo stadio, preceduti dalle puntate del leader sul lungomare ed a Pompei, a confermare un hype che tutte queste immagini moltiplicheranno all’infinito.

Però... Però uscire dallo stadio era pericoloso, con le scale al buio. E, una volta usciti, nell’inevitabole impazzimento del pubblico (47.000 persone per sera non si smaterializzano in un attimo) il diffile ritorno a casa. I Coldplay avevano raccomandato in ogni modo: venite con i mezzi pubblici, cerchiamo di inquinare il meno possibile. Ma di mezzi pubblici nemmeno l’ombra. Come dei taxi. Così l’ingorgo impazzava, dopo che i carri attrezzi avevano fatto il proprio lavoro, con 136 verbali elevati e 96 veicoli rimossi solo nella prima giornata di concerto. Insomma al colpo d’occhio dello show non corrisponde il colpo d’occhio della città. In tribuna c’era la regina Rania di Giordania, diversi volti celebri del cinema e della musica italiani, più il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis e l’allenatore campione d’Italia Luciano Spalletti. E fuori, subito dopo la fine del concerto, le scene di panico per tornare a casa, con diverse ragazze in lacrime, mentre trovare un taxi era un’impresa: non rispondevano né al telefono né alle app e gli inviati dei quotidiani hanno atteso vanamente prima di arrangiarsi per tornare in albergo. 

Nei giorni in cui tutti parlano di Napoli la città rischia di non somigliare all’immagine che ha stregato i Coldplay. Sole e pizze fritte sono fondamentali, ma non bastano, c’è da scommettere che i video di Chris Martin spingeranno altre star a chiedere di potersi esibire al Diego Armando Maradona. Per adesso, il 28 giugno, è in arrivo Tiziano Ferro, con Massimo Ranieri ospite. Per l’anno prossimo si vedrà. Ma già per quell’occasione, 35.000 le presenze previste, si potrebbe pensare a parcheggi taxi nelle vicinanze del campo di calcio, a mettere su strada un maggior numero di macchine. Il prolungamento, sino all’una di notte, della linea 2 della metropolitana e dei bus non è bastato, come dimostrano i post inferociti on line. «Un inferno dopo il paradiso dell’esibizione» si legge sulle pagine dei fan. Oppure: «Una corsa per acchiappare l’ultima metro, dentro si moriva di caldo e i vagoni scoppiavano».
I Dam può diventare una valida alternativa, o una tappa complementare per San Siro a Milano e il Circo Massimo a Roma, ma se Napoli, che si proclama «città della musica», vuole diventare una piazza preziosa c’è bisogno di confezionare meglio la proposta della città. «Sono stato in contatto con gli organizzatori dei Coldplay, ringrazio la band inglese degli spettacoli straordinari che ci hanno regalato. La cover di “Napule è” è stata da brividi, un riconoscimento a Pino Daniele», dice il sindaco Gaetano Manfredi che la prima sera è venuto ad ammirare Martin e compagni. 

 

«La città è già pronta ad ospitare grandi eventi, i due concerti dei Coldplay lo dimostrano.

Sono arrivate migliaia di persone da ogni parte del mondo. Le criticità di carattere organizzativo che possono crearsi sono dovute ai grandi numeri e alla capacità degli organizzatori: come amministrazione abbiamo svolto un lavoro egregio». Il primo cittadino è sicuro che ci siano per lo più buone notizie: «Napoli rappresenta un brand. Un carico di valori ed esperienze da vivere che si mischiano alla nostra identità. L’Italia, il mondo, dall’arte alla cultura passando per la rigenerazione urbana, si sta finalmente rendendo conto dell’unicità della città, soprattutto in relazioni ad altre grandi capitali europee». E dunque per lui Napoli è pronta: «Lo dicono i numeri dal Natale dell’anno scorso: non ci siamo mai fermati. La programmazione di eventi, iniziative, rassegne spalmate nei vari quartieri costituiscono una novità. Ci sono ancora passi in avanti da compiere, ma presto apriremo nuovi luoghi che diventeranno mete inedite o da riscoprire». 

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