«Fondi Coesione per la Campania: a governo e Regione 45 giorni per l'intesa»

Il Consiglio di Stato imprime una svolta e chiude la querelle

La stretta di mano tra Raffaele Fitto e Vincenzo De Luca
La stretta di mano tra Raffaele Fitto e Vincenzo De Luca
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 15 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 16 Maggio, 18:59
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Alla fine è il Consiglio di Stato a imprimere una svolta sui fondi Fsc per la Campania. Chiudendo, si spera, anche la querelle tra il governatore De Luca e il ministro Fitto. Sentenza firmata ieri pomeriggio dalla Quarta sezione dove, di fatto, si ricalca il giudizio dei giudici amministrativi campani di primo grado di metà febbraio: ovvero l'obbligo del termine di 45 giorni per firmare l'accordo tra ministero e palazzo Santa Lucia. Orologio che riparte da oggi con la notifica alle parti. «Confermate pienamente le tesi della Campania: censurati i ritardi e si stabilisce l'inaccettabilità delle procedure messe in campo dal governo», esulta Vincenzo De Luca che parla di una «vittoria straordinaria». Per il ministro Fitto, invece, risultano «incomprensibili le reazioni festanti». Perché «la sentenza, che pure contiene alcuni "elementi singolari", non modifica in alcun modo l'iter di definizione dell'accordo tra la Presidenza del Consiglio e la Campania». «Non cambia nulla», insomma secondo il ministro che ha dalla sua la cornice Ue, rigida, entro cui sono circoscritti gli ambiti dei progetti da finanziare. A cominciare dalle infrastrutture. E su cui il ministero può opporsi con un diniego se non trova le proposte convincenti o fuori dagli ambiti stabiliti. E quindi si deve concordare tutto o almeno la gran parte puntando sui rapporti istituzionali. Un punto che intuisce subito De Luca se, con un altro comunicato in serata, sembra addolcirsi e sottolinea come «sia nostro dovere arrivare a una rapida conclusione in un clima di solidarietà nazionale e di rispetto reciproco». 

 

Il provvedimento 

Proprio la Regione aveva innescato il braccio di ferro giudiziario presentando il ricorso, siamo a gennaio, contro il ritardo nella firma dell'accordo, diversamente da altre Regioni soprattutto nel Nord. Da qui una sentenza del Tar Campania favorevole a Santa Lucia poiché intimava il ministero della Coesione a definire l'accordo entro 45 giorni, prevedendo anche la nomina di un commissario ad acta. Una decisione rispetto alla quale il ministro Raffaele Fitto aveva presentato ricorso in Consiglio di Stato.

Ricorso però respinto ieri con la compensazione delle spese tra le parti ed in cui si sancisce l'obbligo di «definire il procedimento di stipula dell'accordo di coesione con la Regione Campania per la destinazione dei fondi». Una partita che vale 6 miliardi e 569 milioni come stabilito dalla delibera del Cipess del 3 agosto scorso. Per i giudici deve essere «prevista una attiva e leale cooperazione tra lo Stato e la Regione, che deve comunque condurre alla definizione, da parte dello Stato, del procedimento di assegnazione delle risorse».

Con il ministro degli Affari Europei che, «in esecuzione della presente sentenza dovrà accertare se - scrivono i magistrati - vi siano i presupposti di legge per predisporre lo schema di accordo e, in caso di esito positivo, dovrà darne comunicazione alla Regione nel termine di 45 giorni». Ma, attenzione perché «in caso di insussistenza dei presupposti di legge, per carenze istruttorie, carenze nella rendicontazione dei precedenti cicli di programmazione, incongruenza dei nuovi obiettivi programmatici indicati dalla Regione rispetto alla programmazione nazionale o per altra ragione, nel medesimo termine il ministro per gli Affari europei - sottolineano sempre i giudici nel dispositivo - dovrà adottare un atto che illustri con precisione le circostanze ostative alla predisposizione dello schema di accordo». «Che sortirà gli effetti di un arresto procedimentale», scrive sempre il Consiglio di Stato.

Ed è quest'ultimo, attenzione, un passaggio che è anche un'arma in mano al Ministero affinché la Regione Campania concordi tutti i progetti rispettando i rigidi parametri imposti dalla Ue, una cornice ivalicabile. Ovvero usare queste risorse esclusivamente per opere infrastrutturali, declinati sull'ambiente, sul sociale e sul divario Nord-Sud e non per altri fini. 

Le reazioni 

Anche per questo motivo, il ministro Fitto, nonostante il ricorso non accolto, si mostra sicuro di sé. «Il Consiglio di Stato si limita ad assegnare un termine di 45 giorni per la conclusione dell'istruttoria, lasciando ovviamente alla discrezionalità delle parti la decisione finale sulla opportunità o meno di definire l'accordo», è la nota del ministero della Coesione che fa notare anche come, sempre la sentenza, «non incide sul lavoro che il governo sta conducendo, senza soluzione di continuità, per addivenire alla definizione». Con un ultimo dettaglio non da poco e che ruota attorno al caso Bagnoli e agli 1,2 miliardi destinati alla sua riqualificazione. Finanziamenti annunciati pochi giorni fa, con un accordo diretto tra Fitto e il sindaco Manfredi che è commissario di governo per la bonifica, e presi dalla torta dei fondi Fsc campani. 

Il caso Bagnoli 

Uno scippo per De Luca che, non a caso, esulta perché, nell'ordinanza, viene «smantellata la norma che surrettiziamente introduceva la vicenda Bagnoli nel fondo Fsc», dice. Ma proprio su questo punto il ministro è irremovibile. «Su Bagnoli si va avanti, senza tentennamenti. È come il ponte sullo Stretto», dice ai suoi, ieri pomeriggio quando viene pubblicata la sentenza. E non a caso poi fa notare come «l'articolo 14 del decreto-legge coesione assegna agli interventi di bonifica e riqualificazione di Bagnoli 1,2 miliardi euro, comportando un cambio dell'importo complessivo delle risorse da assegnare attraverso l'accordo, circostanza sfuggita al giudice di appello che impone una sostanziale rimodulazione delle proposte progettuali presentate dalla Regione». Da qui, si va avanti senza modificare la rotta tracciata sulla carta. «E sarà nei prossimi giorni sottoscritto il protocollo d'intesa tra il premier e il sindaco di Napoli per l'impiego delle risorse già assegnate». E proprio a tal fine, lo scorso 8 maggio il ministro Fitto ha inviato al presidente De Luca - fanno sapere dal ministero - una nota per avviare la discussione sulla rimodulazione delle proposte progettuali e procedere alla definizione dell'accordo». Si va avanti, insomma, sull'ex Italsider. 

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Sarà la volta buona? Vedremo. Intanto c'è da registrare il cambio di passo del governatore. Prima i toni guasconi per la vittoria al Consiglio di Stato, poi quelli più morbidi e, soprattutto, più collaborativi. Come ha sempre chiesto, d'altronde, proprio il ministro Fitto lamentando la mancanza di un dialogo istituzionale con l'ex sindaco di Salerno. E ieri non a caso De Luca spiega come la conclusione dell'accordo «ora è possibile in un contesto di chiarezza». E anzi esorta: «Ora è il momento di mettersi al lavoro. Credo che avvertiamo tutti, governo nazionale e governo regionale, la responsabilità di corrispondere alle attese delle nostre comunità, delle imprese, degli amministratori. Credo sia nostro dovere arrivare a una rapida conclusione in un clima di solidarietà nazionale e di rispetto reciproco».

E forse lo scontro sembra destinato a chiudersi. 

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