15enne fulminata, il papà: «Nessuno viva più tragedie come la nostra»

L'indagine su chi ha venduto componenti difettose del cellulare non lenisce il dolore

Mariantonietta
Mariantonietta
di Barbara Ciarcia
Sabato 16 Settembre 2023, 09:23
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«Spero solo che non ci siano più tragedie come quella del mio angelo».
Così Giuseppe Cutillo il papà di Mariantonietta, la studentessa quindicenne di Montefalcione scomparsa lo scorso due maggio, appena ha saputo dell'iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone (quattro sono cinesi). La voce si ferma in gola, le lacrime no. I ricordi di una vita troppo breve sono un tumulto di emozioni che spezzano le parole a Giuseppe. Reazione comprensibile per un genitore a lutto, privato improvvisamente e prematuramente dell'affetto di una figlia.

Prova a prendere fiato bisteccone', come tutti conoscono nel circondario il bravissimo macellaio, da quattro mesi impegnato quotidianamente a ricordare la sua unica e adorata figliola.
È una consolazione fugace certo la svolta giudiziaria ma almeno ha alleviato per qualche ora la disperazione dei genitori della ragazzina, rappresentati dall'avvocato Fabio Tulimiero, che sognava di diventare una chef stellata.

«Non mi va di aggiungere altro», riesce a esclamare Giuseppe l'uomo travolto da un destino infame ma pure da una straordinaria catena di solidarietà. Non punta il dito contro nessuno, non è nel suo stile.
Il dolore è già gravoso. Tira un sospiro e volge lo sguardo al cielo alla ricerca di un segno. Ogni giorno Rosa e Giuseppe ne ricevono uno attraverso le manifestazioni organizzate da un angolo all'altro d'Irpinia in memoria di Mariantonietta. Si fanno forza a vicenda per affrontare il futuro. Intanto a Montefalcione i genitori di ragazzini coetanei di Mariantonietta alle prese con materiale elettronico acquistato in giro, nei negozi cinesi dalla zona, sono in subbuglio.

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È come se il dramma della quindicenne di via Stazione si ripetesse, e si amplificasse. La comunità è nuovamente sconvolta. Gli adulti si interrogano, e si sentono soprattutto responsabili degli acquisti fatti, spesso superficialmente, per i figli minori.
«Quasi tutti comperiamo gli accessori di telefonia ed elettronica dove capita - dichiara Franca madre di due adolescenti-. Molte volte badiamo solo al risparmio, alla convenienza, a discapito della sicurezza anche dei nostri figli, purtroppo. Poi succede una sciagura simile e scatta l'allarme, la paura, l'indignazione».
In paese nelle ultime ore non si parla d'altro.

Si rincorrono sospetti, illazioni sulle eventuali rivendite di materiale elettronico di dubbia provenienza. Materiale che può diventare letale tra le mani di chiunque.

«Bisogna puntare sempre alla qualità- aggiunge un esercente del posto-, ed eseguire maggiori controlli mirati in questo tipo di attività di rivendita proprio per tutelare i consumatori. Siamo tutti esposti ai rischi, ma occorre pure più rigore da parte delle autorità preposte a salvaguardare la clientela». Sono ore di profondo sconcerto. È come se Montefalcione fosse perseguitata da quell'incubo. Le dichiarazioni di vicinanza e rispetto ulteriore del dolore della famiglia Cutillo si alternano a quelle indignate per l'attuale, e sorprendente, sviluppo investigativo. «Si riapre una ferita- esclama una giovane madre-. È una storia surreale. Sono trascorsi quattro mesi, ma non sembra ancora vero quanto è accaduto. Dobbiamo stare tutti attenti a dove acquistiamo, e cosa acquistiamo. Gira troppo materiale pericoloso per la salute. Ora, alla luce di questa indagine della Procura di Avellino, si amplifica quel dolore che qui ha colpito tutti».
 

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