Allarme cocciniglia, sotto attacco i pini dell'Università

C'è bisogno di un'azione urgente per avviare il controllo fitosanitario

Allarme cocciniglia, sotto attacco i pini dell'Università
Allarme cocciniglia, sotto attacco i pini dell'Università
di Alessandro Calabrese
Mercoledì 28 Febbraio 2024, 09:48
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«I pini domestici, posti a corollario della collina che ospita la facoltà di Enologia di viale Italia, sono stati destinati dall'ente Provincia, che ne detiene le competenze territoriali, inspiegabilmente a morte certa, poiché sono da tempo attaccati dalla cocciniglia tartaruga e non vengono sottoposti alle giuste cure. Ora questi ritardi stanno facendo proliferare l'insetto, che sta debellando queste piante in Campania e nel Lazio, con l'elevato rischio che attacchi anche altri pini in città».

L'accusa è di Antonio Dello Iaco, vice presidente di Legambiente Avellino e responsabile per l'associazione ambientalista del Verde pubblico. La sua denuncia arriva dopo mesi di segnalazioni dei rischi annunciati senza una calibrata terapia fitoterapica per gli alberi "sopravvissuti" ad un primo intervento di abbattimento per motivi di sicurezza. Adesso, però, la questione va considerata in una prospettiva più complessiva. In pericolo, secondo Legambiente e l'agronomo Ferdinando Zaccaria, che supporta tecnicamente la sezione cittadina, ormai non è solo il filare dei pini all'interno dell'istituto, alberi che hanno una valenza paesaggistica rilevante e sono da considerarsi monumentali, ma anche le piante esterne.

«Non comprendiamo continua Dello Iaco - perché un Ente che include fra i propri compiti istituzionali la tutela dell'ambiente e del paesaggio agisca in modo così irresponsabile a danno dell'interesse comune e, soprattutto, non risponde a pec di sollecito e interrogazioni varie.

Abbiamo allertato sia la parte tecnica, sia quella politica più volte. Le risposte sono state pari a zero. Così, la scorsa settimana abbiamo chiamato in Regione Campania per chiedere un intervento urgente dell'ufficio fitosanitario di Palazzo Santa Lucia. Speriamo che in questo modo si possano accelerare i tempi».

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A quelle del vice presidente di Legambiente fanno eco le parole di Zaccaria: «Questa negligenza afferma l'esperto agronomo - oltre a danneggiare irreversibilmente lo storico filare di pini nel suo aspetto paesaggistico, è causa della permanenza della diffusione dell'insetto in città, generando di fatto un focolaio stabile nel tempo che rappresenta un problema sia per il Comune di Avellino, che meritoriamente sta, per l'occasione, tutelando l'integrità delle piante di pino nelle aree pubbliche a verde, che per i privati cittadini possessori di alberi di pino che devono sopportare un costo annuale per salvaguardare il proprio bene naturale. C'è bisogno di un'azione urgente, svolta in tempi brevissimi, per avviare un controllo fitosanitario della cocciniglia tartaruga presente nel filare storico alberato. Un'operazione che, indirettamente, consentirebbe di salvaguardare anche gli alberi di pino ricadenti nella aree pubbliche e private della città». E aggiunge: «Inoltre, un intervento del genere si rende necessario proprio per riconoscere la valenza paesaggistica del filare, attivando la procedura di riconoscimento di monumentalità, attraverso l'attuazione della prevista legge nazionale».

La vicenda dei pini in questione inizia un po' di tempo fa, quando la Provincia preannunciò l'abbattimento di un cospicuo numero di alberi a cui l'associazione ambientalista si oppose, chiedendo analisi strumentali. «Allora riprende Dello Iaco - l'approfondimento su alcune piante consentì di ridurre il numero di esemplari da abbattere. Stranamente è trascorso circa un anno e mezzo dall'ultimo incontro, nella totale immobilità da parte dell'ente, tempo che non è risultato fermo però per la cocciniglia tartaruga che nel frattempo si è diffusa all'interno del filare alberato causando la morte di altre piante che in precedenza non erano infestate dall'insetto. E si sarebbero potute tranquillamente salvare con il previsto trattamento endoterapico».
 

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