Avellino, caos Anagrafe: chiamata
la polizia, riesplode la protesta

Avellino, caos Anagrafe: chiamata la polizia, riesplode la protesta
Martedì 13 Aprile 2021, 08:47
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Ore in fila per un certificato o un documento di identità prenotato un mese prima. Riesplode la rabbia dei cittadini all'Anagrafe del Comune di Avellino. E arriva la Polizia, che riceve puntuale la denuncia di un esasperato utente. Attimi di tensione, ieri mattina, a Piazza del Popolo. Si forma l'ennesima coda all'esterno dell'ufficio e piovono insulti verso i dipendenti e i volontari barricati all'interno, nel rispetto dell'ultima direttiva Covid emanata dal sindaco, Gianluca Festa. L'altra volta, le forze dell'ordine furono allertate perché il Comune era rimasto senza un solo dipendente con potere di firma dei documenti. Stavolta è il cortocircuito tra le prenotazioni on line e le modalità fisiche per la ricezione dei certificati anagrafici: Stati di famiglia, carte di residenza, e poi i famosi documenti di identità elettronici. Un uomo, che poi si vede costretto a chiamare la Polizia, mostra il suo cellulare. Nella sezione per la prenotazione on line della prestazione comunale, è scritto chiaramente «senza appuntamento». «L'addetto all'interno continua ad invitarci ad andare sul sito. Ma che senso ha se poi non c'è un appuntamento? Fatto sta lamenta che sono venuto qui per la terza volta perché non riesco ad ottenere una carta di identità. Ho un aereo da prendere tra pochi giorni e rischio di non riuscire a farcela. E' clamoroso».

L'uomo trasferisce le sue lamentele agli agenti e poi sporge denuncia contro l'ente. Poco prima, un giovane, su tutte le furie, aveva avuto un forte battibecco con il dipendente comunale. Agli atavici e ormai conclamati problemi di personale del settore, si aggiungono oggi le restrizioni che il sindaco Festa ha messo in campo in ossequio della normativa Covid e della Zona rossa. Fino al prossimo 19 aprile, i cosiddetti servizi indifferibili «devono essere garantiti si legge evitando un assembramento ed affollamento negli uffici, e dunque favorendo per il personale non dirigente il ricorso allo smart working». Il calendario degli orari di ricevimento dell'Anagrafe è stato ridotto all'osso: due giorni a settimana, il lunedì mattina e il giovedì pomeriggio.

E i cittadini non riescono più a raccapezzarsi. I dipendenti lavorano all'interno, ma i tempi per l'erogazione di un certificato anagrafico che prima si faceva in pochi minuti ora si sono allungati a dismisura. «Quanto ci vuole per rilasciare uno stato di famiglia? chiede un anziano in fila da ore - Si può decidere di ricevere solo per due volte alla settimana e condannare i cittadini a fare la fila all'esterno?». Evidentemente sì. Ma il malcontento è alle stelle.

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Una donna, che racconta di essere a sua volta una dipendente pubblica, stigmatizza l'organizzazione comunale: «Tutti abbiamo un indirizzo e mail o di posta elettronica certificata. E allora potremmo ricevere tutto a casa. Si potrebbe gestire il processo telematicamente». Invece il problema nasce anche dal fatto che il sito non sembra fornire le indicazioni adeguate. «Io stessa continua - sono una dipendente pubblica e so quello che dico. E' assurdo obbligare la gente, in un periodo così a stare in fila per ore». Tanto più che la possibilità che gli utenti si assembrino è demandata al loro senso di responsabilità e civiltà. «Non c'è un numero da prendere, né un vigile che ci dia una mano. sbotta un'altra signora Io ho dovuto aspettare 15 giorni prima di essere chiamata per il ritiro di un certificato matrimoniale e di un altro di residenza. E' tutto organizzato in maniera ridicola». L'ira e la delusione si mescolano nel volto di un uomo che se la prende pure con i vigili, «che non si vedono mai quando servono» e che si lamenta di aver «aspettato un mese prima della chiamata dell'ente». A proposito di caschi bianchi, non si è saputo più nulla dell'annunciato trasferimento del settore presso il Comando della Polizia municipale, nel Convento di San Generoso, a via Tedesco. Osteggiato dall'interno da alcuni dipendenti che prontamente si sono chiamati fuori, complicato dalla necessità di realizzare prima costosi lavori di adeguamento strutturale dell'attuale casa dei vigili, e infine contrastato politicamente anche dall'opposizione, il trasloco è finito nel dimenticatoio insieme agli altri annunci dell'amministrazione comunale. Intanto, i pochi dipendenti rimasti lavorano come in trincea e i rinforzi, almeno tre quelli necessari, non si vedono.
 

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