Avellino, chiude il centro di sostegno ai disabili: la rabbia dei familiari

I lavoratori non percepirebbero lo stipendio dal mese di maggio

Avellino, chiude il centro disabili
Avellino, chiude il centro disabili
di Selene Fioretti
Lunedì 26 Febbraio 2024, 08:45
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Conto alla rovescia per la chiusura del Centro disabili ospitato nei locali delle Suore Oblate nel centro storico di Avellino. La denuncia degli assistiti: «In principio il Centro ospitava pure persone provenienti dall'hinterland, per un totale di quasi 20 utenti. Il Comune di Avellino, però, ha voluto limitare il servizio ai residenti. Un fatto che non si addice a una città capoluogo che, al contrario, dovrebbe fare da punto di riferimento e da supporto anche per gli altri territori. Parliamo di servizi per il sociale, non si possono fare distinzioni territoriali».

Le difficoltà starebbero riguardando gli operatori stessi, dicono i familiari dei pazienti: «Abbiamo saputo che i professionisti non percepiscono lo stipendio dal mese di maggio 2023, questo non è accettabile». Insomma, una situazione generale sulla quale andrebbe fatta chiarezza. Al più presto. Per il bene di tutti: assistiti e operatori
I diritti dei più fragili messi a repentaglio dai vuoti assistenziali del Piano di zona.

Si tratta degli utenti del Centro per disabili maggiorenni di Avellino, che dal primo marzo chiuderà i battenti. Monta perciò la protesta dei familiari che, tra pochi giorni, vedranno sospese le attività, che al momento vengono svolte nei locali del Conservatorio delle Oblate nel cuore antico della città. Il Consorzio dell'ambito territoriale A4, che amministra il servizio per conto del Comune di Avellino, giovedì scorso ha pubblicato un nuovo bando di gara per appaltarne la gestione. Dunque, una procedura che richiederà del tempo e non è chiaro quanto.

Nel frattempo, inoltre, viene meno l'attuale sede. Fino ad oggi, cioè, le attività sono affidate agli operatori della cooperativa sociale Ets Pianeta Autismo. Ma, come segnalano i parenti degli utenti con disabilità, a loro non è stato rinnovato l'accordo per utilizzare l'edificio di via Conservatorio, con la conseguente interruzione del servizio. Dalla primavera scorsa, a tal proposito, la cooperativa ha perso la sua sede storica, che era collocata nell'ex scuola elementare di Bellizzi Irpino.

Il Comune di Avellino, infatti, ha destinato la struttura a Centro di accoglienza per migranti, così gli operatori hanno dovuto traslocare, trovando ospitalità negli spazi delle Oblate, che adesso stanno per venire meno. Cresce perciò la preoccupazione delle famiglie. Le prestazioni che vengono offerte al Centro sono di fondamentale importanza perché rivolte a persone dai 18 ai 65 anni. Dunque, necessarie per lo sviluppo e l'inclusione sociale di quei soggetti fragili che, giunta la maggiore età, si trovano automaticamente esclusi dai percorsi assistenziali presenti per l'infanzia e l'adolescenza e, soprattutto, dai contesti di socializzazione, come può essere la scuola.

 

Nel Centro, così, gli adulti trascorrono le proprie giornate, dal lunedì al venerdì, e dalle 9 alle 13, svolgendo delle attività mirate insieme a del personale specializzato. Un grande supporto, dunque, pure per i loro familiari. «Siamo stati avvisati solamente adesso della sospensione del servizio - lamentano i parenti degli assistiti - siamo preoccupati per il benessere dei nostri cari. Tra noi c'è anche chi avrà notevoli difficoltà per riuscire a organizzarsi - sottolineano - a causa di problemi relativi al lavoro, all'età e alla salute. Stiamo parlando di persone che non devono essere parcheggiate da qualche parte o affidate a dei badanti, al contrario hanno la necessità di praticare dei percorsi che possano favorirne i progressi. Per loro ogni giorno senza terapie equivale a un passo indietro».
Inoltre, come definisce anche il nuovo bando, gli appalti vengono ridefiniti ogni 12 mesi. Una tempistica, questa, che mina alla continuità. «Per i nostri ragazzi servono maggiori certezze - continuano di familiari dei disabili - hanno bisogno del giusto tempo per stabilire dei rapporti di fiducia con gli operatori». .

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