Inchiesta Dolce Vita, i giudici: «Reggono le accuse su Smiraglia»

Le motivazioni del Riesame sull'ex dirigente comunale indagata

Inchiesta Dolce Vita I giudici: «Reggono le accuse su Smiraglia»
Inchiesta Dolce Vita I giudici: «Reggono le accuse su Smiraglia»
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 17 Maggio 2024, 08:47 - Ultimo agg. 11:55
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Sussistono gli indizi di colpevolezza, sono ritenute utilizzabili le intercettazioni in quanto coperte dal decreto autorizzativo, c'è il rigetto della riqualificazione del reato di rivelazione del segreto d'ufficio. Questi i tre punti cardini fissati dai giudici dell'ottava sezione del tribunale del riesame di Napoli, presieduta dal giudice Maria Vittoria Foschini - contenuti nelle motivazioni depositate dal tribunale partenopeo dopo la decisione di attenuare la misura degli arresti domiciliari con una meno afflittiva dell'interdizione dai pubblici uffici per un anno all'ex dirigente comunale ai Lavori Pubblici, Filomena Smiraglia difesa dall'avvocato Marco Campora.

Dei vari motivi argomentati dal legale davanti ai giudici del tribunale della Libertà è stato accolto solo quello della sostituzione della misura personale con quella dell'interdizione dai pubblici uffici, ritenendola idonea anche alla luce delle sue dimissioni dall'incarico pubblico ricoperto presso gli uffici di Piazza del Popolo. Dunque per i giudici dell'VIII sezione del Tribunale della Libertà, l'impianto accusatorio mosso nei confronti dell'ex dirigente comunale ai Lavori Pubblici, Filomena Smiraglia è sufficientemente valido a ritenere sussistenti le esigenze cautelari.

Per converso i magistrati partenopei hanno però ritenuto che le esigenze cautelari possano essere adeguatamente soddisfatte con una misura interdittiva non custodiale, e pertanto hanno sostituito gli arresti domiciliari a cui era sottoposta dallo scorso 18 aprile con l'interdizione dai pubblici uffici.

Ora che sono state rese note le motivazioni della decisione emessa dai giudici del tribunale del Riesame, l'avvocato Marco Campora potrebbe presentare ricorso alla Corte di Cassazione entro dieci giorni. Intanto si attendono le motivazioni che invece hanno portato i giudici - sempre dell'ottava sezione del tribunale del Riesame di Napoli - ad annullare l'ordinanza cautelare per l'architetto Fabio Guerriero, sottoposto il 18 aprile scorso agli arresti domiciliari insieme all'ex sindaco Gianluca Festa. Si attendono anche per l'ex primo cittadino le motivazioni, invece, che hanno indotto i giudici del tribunale della Libertà a confermare la misura cautelare degli arresti domiciliari. Misura firmata dal gip del tribunale di Avellino, Giulio Argenio per tre dei nove indagati nell'inchiesta Dolce Vita ed eseguita il 18 aprile scorso insieme a delle perquisizioni e alla notifica dei decreti di sequestro per l'ex vice sindaco Laura Nargi e il dirigente comunale alle Finanze, Gianluigi Marotta indagati a piede libero e accusati in via provvisoria rispettivamente di associazione a delinquere e turbata libertà degli incanti. Perquisizioni e acquisizioni che si sono susseguite a partire dai primi di marzo.

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Dalle pagine dell'ordinanza delle misure cautelari, firmate da Giulio Argenio, emerge il meccanismo che gli indagati avevano realizzato per favorire il superamento delle prove per il concorso a tempo indeterminato, da funzionario tecnico D1 da parte dell'indagata Marianna Cipriano, dipendente dello studio professionale di Fabio Guerriero. Un'inchiesta che vede al momento indagati - oltre ai tre sottoposti a misura cautelare (una annullata, una attenuata e una confermata) - altre 5 persone, tra cui Vittorio Ambrosino referente di una nota catena di fast food, il dirigente comunale alle finanze Gianluigi Marotta, il candidato al concorso per vigile urbano Davide Mazza, suo padre Antonio Mazza, e Germana Simeone agente pubblicitario di un noto network radiofonico nazionale. Intanto stamattina erano previste le discussioni dei riesami, sezione misure reali, per gli indagati Laura Nargi e Gianluigi Marotta.
Laura Nargi, tramite i suoi legali, gli avvocati Luigi Petrillo e Costantino Sabatino, ha fatto sapere di volere rinunciare per poter far svolgere tutti gli accertamenti agli inquirenti sui suoi devices sequestrati.

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