Avellino, l'ultimo saluto al dottor Frieri
tra sirene delle ambulanze e lacrime

Avellino, l'ultimo saluto al dottor Frieri tra sirene delle ambulanze e lacrime
di Giulio D'Andrea
Domenica 21 Marzo 2021, 12:00
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Due volte addio al dottor Angelo Frieri nel giorno dei suoi funerali a Sant'Angelo dei Lombardi. Il feretro si muove da Avellino e tra la neve raggiunge come prima tappa la seconda casa del medico scomparso improvvisamente a 69 anni, l'ospedale «Criscuoli». Il corteo funebre è accompagnato dal suono delle sirene, i volontari omaggiano il direttore sanitario degli ospedali di Sant'Angelo e Ariano Irpino con le ambulanze. Croce Rossa e Misericordia con il dottore gentiluomo. La bara di Frieri si ferma davanti all'ingresso del nosocomio altirpino e del polo riabilitativo Don Gnocchi. Colleghi e non solo tra la folla. Chi ha lavorato con lui per decenni o chi lo conosceva da poco. Tra i primi c'è Lanfranco Musto, primario di Radiologia. E Ciro Mariello, santangiolese anche lui e cardiologo al Moscati di Avellino. E tanti altri naturalmente. Come Salvatore Frullone, medico al Criscuoli e anima della battaglia per la difesa degli ospedali di Sant'Angelo e Bisaccia: «Angelo ha dato tutto a tutti». L'amico Tony Lucido: «Il donarsi, senza risparmio con generosa gratuità, è la meravigliosa storia scritta da Angelo Frieri, che sarà come un faro per tutti per tanto tempo». La responsabile del 118 provinciale, Rosaria Bruno, che parla così: «Lascia un vuoto enorme». Commozione, lacrime e applausi.

Davanti al suo laboratorio una bellissima foto, con lo sguardo dolcissimo del professionista. «Ciao Angelo, ciao Direttore».

Sempre insieme alle ambulanze il carro funebre giunge in Cattedrale poco prima delle 11.30. Nevica, le saracinesche delle attività commerciali sono abbassate nel rispetto del lutto cittadino proclamato dal sindaco. Nel piazzale della Chiesa l'arrivo è nel segno del silenzio e del rispetto. I sindaci omaggiano Frieri con sobrietà. C'è il primo cittadino di Sant'Angelo, Marco Marandino. E chiunque prenderà la parola non potrà fare a meno di ragionare su due piani, umano e professionale. Così Marandino dice: «Per me Angelo è stato un fratello e un padre». Per poi aggiungere «ha sostenuto e difeso la sanità pubblica. Nel suo operato riconosciamo il servizio alle persone, l'impegno quarantennale per far rinascere la sanità in Alta Irpinia dopo il terremoto». Ad assistere al rito anche i sindaci di Cairano e Andretta, Luigi D'Angelis e Michele Miele. Il primo cittadino di Teora, Stefano Farina, che ha collaborato con il direttore sanitario nell'ambito dei servizi sociali. E il sindaco di Avellino, Gianluca Festa.

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Le misure anti-covid sono rigide, ma tutti hanno la possibilità di salutare Frieri. Per primi entrano in Cattedrale i familiari, la moglie Silvia Amodeo e i figli Paolo e Camilla. Due momenti toccanti quindi, ospedale e cattedrale. Come due sono le macro-comunità che Frieri ha assistito nel maledetto 2020 e fino a lunedì scorso. E due vescovi a officiare l'omelia. Quindi monsignor Pasquale Cascio per la Diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e monsignor Sergio Melillo per la Diocesi di Ariano-Lacedonia. Per il primo, Angelo è stato «un esempio di chi difende, custodisce e promuove i nostri presidi ospedalieri anche contro ogni speranza e falsa aspettativa». Nelle parole di Melillo il ricordo del lavoro di Frieri all'ospedale Frangipane di Ariano nel periodo più duro: quello del diffondersi, rapidissimo, del virus. Così il religioso fa riferimento «all'attenzione e alla vicinanza alla nostra gente, con un impegno costante e continuo ed esemplare. La sua fede era vera». Commossa Maria Morgante, lei che ha voluto Angelo Frieri accanto a sé nella battaglia contro il covid in mezza provincia. «La sua è stata una vita dedicata agli altri e noi ti salutiamo affranti. Questo è il giorno dello smarrimento e della commozione, perdiamo una guida coraggiosa», dice durante la funzione la direttrice generale dell'Asl Avellino. Che ringraziato Frieri più volte. La cerimonia termina dopo le 13. Le persone lasciano la chiesa composte, sempre sotto i fiocchi di neve che continueranno a cadere per tutta la giornata. E alle 13.30 Angelo attraversa tutto il paese fino al cimitero. Le sirene delle ambulanze suonano ancora una volta spezzando il silenzio della zona rossa, del lutto cittadino, delle strade e dei palazzi imbiancati. E' il saluto di Angelo alla sua comunità, con lui per oltre quarant'anni. Insieme per oltre quarant'anni nei momenti più critici e nella speranza continua di rialzarsi e difendersi.

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