Moscati, ad Avellino fino a 7 mesi
e mezzo per un'ecografia testa-collo

Moscati, ad Avellino fino a 7 mesi e mezzo per un'ecografia testa-collo
di Antonello Plati
Sabato 3 Luglio 2021, 08:44
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Tempi biblici per gli esami e le visite specialistiche. Fino a 7 mesi e mezzo per fare un'ecografia e 2 mesi e mezzo per un consulto dall'urologo. E come se non bastasse quasi la metà degli ambulatori resta chiusa.


L'Azienda ospedaliera Moscati, superata (si spera per sempre) la fase emergenziale dovuta alla pandemia, stenta dunque a ripartire. L'allentamento delle restrizioni anticovid non ha sortito, almeno fino a questo momento, tutti gli effetti dovuti. Infatti, sono ancora inaccessibili diverse prestazioni specialistiche: 5 su 14. Allora a Contrada Amoretta, proprio come succedeva in piena pandemia, non è possibile prenotare visite cardiologiche, oculistiche, ortopediche, fisiatriche e pneumologiche. E, tra quelle attive, si aspetta fino a 2 mesi e mezzo (77 giorni per la precisione) per un visita Urologica in classe D (ovvero prestazioni la cui tempestiva esecuzione non influenza significativamente la prognosi ma devono comunque essere erogate entro 30 giorni); 1 mese e mezzo per una visita ginecologica nella stessa classe; e sempre 1 mese e mezzo per una visita di chirurgia vascolare però in classe P (prestazione che può essere programmata in un maggiore arco di tempo in quanto non influenza la prognosi).


Tempi biblici per molte prestazioni strumentali: 6 mesi e mezzo (198 giorni per la precisione) per una mammografia (sia bilaterale sia monolaterale) in classe P; un mese e mezzo per una Tac sempre in classe P; 7 mesi e mezzo per Diagnostica ecografica del capo e del collo in urgenza; stessi tempi di attesa (nella stessa classe) per un'ecografia all'addome.


Lunga anche la lista degli esami specialistici ai quali non è possibile accedere, 13 in tutto: Polipectomia, Rettosigmoidoscopia, Elettrocardiogramma dinamico, Test cardiovascolare da sforzo, altri test cardiovascolari da sforzo, Spirometria globale, Fotografia del fundus, Elettromiografia semplice sia all'arto inferiore sia superiore, del capo e del tronco, Valutazione Emg dinamica del cammino, Emg dinamica dell'arto superiore.

E ci si deve armare di pazienza per sottoporsi a uno degli esami in questo momento erogati: si aspetta, infatti, fino a 2 mesi per un test dell'esofago con o senza biopsia (entrambi in classe P) e 1 mese e mezzo per gli stessi esami ma in classe B, ovvero in urgenza in quanto questa classe è riservata alle prestazioni la cui tempestiva esecuzione condiziona in un arco temporale breve la prognosi a breve del paziente o influenza marcatamente il dolore, la disfunzione o la disabilità.


L'Azienda ospedaliera Moscati non ha mai brillato sotto questi aspetti. Da un confronto con gli ultimi dati disponibili in era pre-covid (novembre 2019), emerge che in quel periodo la situazione era anche peggiore (anche perché le persone che chiedevano di accedere ai servizi erano molte di più di adesso soprattutto per le classi non in urgenza). Prima della pandemia un cittadino che prenotava al Cup una visita in Chirurgia vascolare poteva attendere fino a 11 mesi e mezzo in classe P e 4 mesi e mezzo in classe D. Per una visita ortopedica, 5 mesi e mezzo in classe P. E ancora, quasi 4 mesi per una visita pneumologica in D e 2 mesi e mezzo per una visita endocrinologica in D. Il quadro peggiorava pure quando si passava alla prestazioni strumentali: quasi un anno di attesa per un ecocolordoppler in classe P e 9 mesi per un ecografia all'addome in classe P.


Per cercare di abbattere le liste di attesa, l'anno scorso è intervenuto il governo nazionale mettendo a disposizione una parte dei fondi del decreto cosiddetto Balduzzi. A quanto pare, la direzione strategica del Moscati non li ha ancora investiti come avrebbe dovuto. Qualche sospetto, in merito, lo ha avanzato il Nursind (sindacato delle professioni infermieristiche), che all'inizio dell'anno ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per valutare proprio l'utilizzo del fondo per l'abbattimento delle liste di attesa che da agosto 2019 a febbraio di quest'anno sarebbe stato utilizzato anche per finanziare i trasporti intra e extra ospedalieri (in circa 18 mesi sono stati spesi più di 150mila euro). All'attenzione dei magistrati contabili il Nursind ha portato alcune delibere (la 91 del 3 febbraio 2020, la 127 del 13 febbraio 2020, la 684 del 2020 e la 7 del 08 gennaio 2021) con le quali la direzione medica di presidio ha proposto e fatto approvare alla direzione strategica un progetto incentivante per infermieri e autisti sia del 118 sia di altre Unità operative aziendali per effettuare i trasporti dei pazienti. In queste delibere è indicato di utilizzare il 5 per cento del fondo Balduzzi che era, come detto, vincolato ad abbattere le liste di attesa.

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