Avellino: processo al nuovo clan Graziano, le denunce degli imprenditori

Ascoltati altri testimoni: nella prossima udienza un collaboratore di giustizia collegato in video

Il Palazzo di Giustizia
Il Palazzo di Giustizia
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 27 Settembre 2023, 09:34
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Nuovo Clan Graziano, ascoltati altri testi nel processo che vede imputati Fiore e Salvatore Graziano, Antonio Mazzocchi e Domenico Ludovico Rega accusati di associazione a delinquere di stampo camorristico. In aula sono stati ascoltati i testi citati dal pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Ida Frongillo.

I testimoni - tutti operatori di polizia giudiziaria - davanti al tribunale in composizione collegiale presieduto da Giampiero Scarlato, a latere Lorenzo Corona e Giulio Argenio - hanno provveduto a ricostruire la cornice entro la quale il sodalizio criminale tentava di imporre il controllo del territorio e assicurarsi il dominio del racket. In particolare, i testi hanno riferito che le indagini sui quattro imputati difesi dagli avvocati Raffaele Bizzarro e Sabato Graziano - considerati dalla pubblica accusa sodali del Clan Graziano - sono state intensificate dopo l'agguato a Giulio Maffettone avvenuto nel 2014 e dopo il secondo agguato, quello mortale, avvenuto nel marzo del 2016, gli imputati sono stati attenzionati. Subito dopo hanno raccolto anche la denuncia di un imprenditore di Quindici che aveva subito un'aggressione. In particolare il militare dell'arma ascoltato in aula ha descritto il contenuto di alcune intercettazioni relative all'aggressione subita da Patrizio Donnarumma da parte di Fiore Graziano.

Dopo quegli episodi le indagini sono state intensificate per comprendere ben cosa stesse succedendo in quegli anni, nei quali il vuoto lasciato dagli elementi di spicco del clan Cava, iniziava a farsi sentire.

Testimonianze, quelle portate in aula dal sostituto procuratore della Dda, tese a fornire elementi sul clima che si respirava negli anni 2015-2019 nel Vallo di Lauro. È emerso anche che in quegli anni vi erano delle fibrillazioni determinate da alcune importanti scarcerazioni, tra cui quella di Salvatore Cava. Inoltre ieri sono state depositate le intercettazioni ambientali trascritte dal perito Cira D'Ardia. La prossima udienza è prevista il 20 febbraio quando verrà ascoltato l'ultimo teste citato dal pubblico ministero e il collaboratore di giustizia Felice Graziano in videocollegamento.

Il processo in corso è una costola dell'inchiesta condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli che portò all'arresto, nell'agosto del 2019, dei quattro indagati che con colpi di fucile e telefonate minatorie anche attraverso Whatsapp alle loro vittime, pretendevano il pagamento del pizzo al tre per cento sugli appalti pubblici. Le ordinanze di custodia cautelare furono firmate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli, Leda Rossetti. Nell'inchiesta emersero diverse estorsioni (anche tentate), nei confronti degli imprenditori impegnati a realizzare opere nella zona del Vallo Lauro. Gli affiliati al clan Graziano intendevano stabilire la loro supremazia: «qui comandiamo noi». Questo il contenuto di alcune intercettazioni riportate dell'ordinanza.

Per alcuni degli episodi relativi a delle tangenti sugli appalti edili e sugli impianti di cremazione i quattro imputati sono stati già condannati. Il giudice Anna Tirone, nel marzo del 2021, ha condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione Fiore e Salvatore Graziano, a 7 anni e 6 mesi Antonio Mazzocchi, a 3 anni e 4 mesi Domenico Ludovico Rega, difesi dagli avvocati Raffaele Bizzarro, Sabato Graziano e Michele Russo. Assolti, invece Fiore Graziano e Domenico Ludovico Rega, dall'accusa di violenza privata.
 

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