Caos pronto soccorso pazienti in attesa di ricovero da 120 ore

Il picco influenzale e il ritorno del Covid hanno determinato il congestionamento. I reparti sono saturi coi degenti costretti a stazionare nella struttura di Emergenza

Pronto soccorso
Pronto soccorso
di Antonello Plati
Giovedì 28 Dicembre 2023, 12:23
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La situazione adesso è davvero drammatica. Il pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino rischia il collasso. Il picco influenzale e il ritorno (prepotente) del Covid-19, nonostante fossero entrambi ampiamente previsti, stanno mettendo in ginocchio la struttura di Emergenza diretta da Antonino Maffei.

Medici e infermieri sono stremati: stanno lavorando ben oltre le proprie possibilità (fisiche e mentali) per effetto dell'atavica carenza di personale e dell'assenza di un piano di gestione del sovraffollamento.

I degenti, in costante aumento (circostanza pure questa preventivabile dopo le festività, dati storici alla mano), stazionano in pronto soccorso per giorni in attesa di essere trasferiti in reparto.

Emblematico il caso di una donna che è arrivata nella con un'ambulanza venerdì scorso e fino ieri non era stata ancora trasferita in corsia. Scarseggiano, dunque, i letti con le sale mediche sempre più affollate e i pazienti adagiati, quando va bene, sulle barelle o, nei casi peggiori, sulle sedie a rotelle.

Quella di ieri è stata l'ennesima giornata di passione. Attorno alle 13.30, erano 65 le persone presenti in pronto soccorso: di queste una cinquantina erano già state prese in carico dai sanitari (in uno spazio che, però, potrebbe contenerne al massimo trenta), mentre le altre aspettavano di essere visitate. Tra quelle prese in carico, c'erano una decina di codici rossi, circostanza che ha aggravato una situazione già di per sé insostenibile.

Qualche ora più tardi, infatti, i codici rossi erano senza barelle con la sala medica satura. Un girone infernale sia per medici e infermieri sia per gli utenti. Una situazione, come detto, ampiamente prevedibile ma che, invece, ha colto ancora una volta del tutto impreparato il management dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino che, nonostante le ripetute sollecitazioni delle parti sociali, non si è ancora adeguato alle Linea guida nazionali per la gestione del sovraffollamento in pronto soccorso.


«La situazione del sovraffollamento nel pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino rischia di aggravarsi ulteriormente nelle prossime settimane».

Lo avevano annunciato, l'altra settimana in un'intervista a Il Mattino, il segretario territoriale Fials Giovanni Russo, il segretario aziendale Fials Demetrio Pisacreta, il segretario territoriale Nursind Romina Iannuzzi e il segretario aziendale Nursind Michele Rosapane.

I sindacalisti sono stati facili profeti: «Gennaio e febbraio sono stati sempre mesi critici con un incremento degli accessi nei pronto soccorso dovuti soprattutto al picco influenzale. Senza interventi correttivi in grado di arginare il cosiddetto boarding la situazione è destinata a peggiorare. Abbiamo inviato una nota alla direzione strategica dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino chiedendo l'adozione di misure organizzative preventive: servirebbe maggiore supporto soprattutto dei vari direttori di dipartimento».

Il sovraffollamento in pronto soccorso è una criticità strutturale e non può essere limitato ad una problematica di sola pertinenza del pronto soccorso: «Purtroppo continuiamo a constatare che il sovraffollamento dei pronto soccorso non è una priorità per il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Fino ad oggi, infatti, la Regione non ha agito in nessun modo per contrastare le criticità dei dipartimenti d'emergenza. Con la situazione attuale quei pochi medici di pronto soccorso scapperanno via da contesti lavorativi infernali come quelli attualmente in essere nella nostra regione».

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