Il Comune vuole l'istituzione della settimana corta per tutte le scuole elementari e medie della città. Già da settembre. Piazza del Popolo ha chiesto ai dirigenti scolastici di «sottoporre la proposta all'attenzione delle famiglie e degli organi collegiali scolastici, che avranno l'onere di valutarne i pro e i contro ed esprimersi in merito». Lo fa ufficialmente l'assessore all'Istruzione, Giuseppe Giacobbe, in una lettera indirizzata ai presidi. Un documento in cui, a nome dell'amministrazione Festa, illustra tutti i vantaggi di un regime che, di fatto, allungherebbe il tempo scolastico di un'ora al giorno, fino alle 14, eliminando il sabato. «Il passaggio da sei a cinque giorni settimanali - comincia il delegato della giunta - ci consente di migliorare la distribuzione dell'impegno e del recupero psicofisico degli studenti, ottimizzare la presenza dei docenti e del personale amministrativo in un numero inferiore di giornate, articolare in modo più funzionale la didattica, con il raddoppio più frequente delle ore delle diverse discipline, diminuendone la dispersione».
Ma non solo. Secondo Giacobbe così si potrebbe «incrementare la possibilità di rientro pomeridiano per le attività extracurriculari, grazie alla maggiore presenza dei collaboratori scolastici al pomeriggio, e favorire un risparmio energetico, con un minor impatto economico ed ambientale in termini di consumi di luce, acqua, gas e trasporto».
C'è quindi la forte motivazione ambientale.
Al momento, non ci sono dubbi sul fatto che la scuola, quest'anno, sarà in presenza. E quindi il Comune chiede ai dirigenti scolastici di «allinearsi ai Paesi europei che, da anni, hanno introdotto questa modalità di lavoro». Ma si impegna anche con un'offerta allettante: «Le somme derivanti dal risparmio energetico e dal trasporto scolastico a carico dell'amministrazione comunale, potrebbero eventualmente essere reimpegnate per altri bisogni dell'utenza scolastica». Il tempo è poco ma Piazza del Popolo ci crede: «Mettiamo il Comune al passo coi tempi», esorta l'assessore all'Istruzione. Che non teme ripercussioni sul pubblico dei trasporti perché, dice, «interessano soprattutto le superiori». Allo scopo, comunque, è in corso un'interlocuzione con la Provincia, titolare delle scuole secondarie.
Iniziativa di indubbia ambizione ed importanza, che, però i presidi accolgono con cautela. Fiorella Pagliuca, dirigente scolastico dell'istituto «Regina Margherita», adotta già il sistema con i due tempi, su sei o cinque giorni. Ma immagina che sia complicato riuscire a farlo dappertutto già a settembre: «Di certo, l'iniziativa richiede tempi di elaborazione lunghi, anche se è un modello che si può adottare - apre - Serve tuttavia un'organizzazione complessiva e dubito che le scuole riescano a farlo in poco tempo».
Silvia Gaetana Mauriello, dirigente scolastica della media Cocchia, spiega: «Nel mio istituto, quest'anno partiranno con tempo pieno 5 classi prime su 8. Le altre, però, non hanno voluto aderire. E lo stesso vale per le seconde e le terze». L'idea piace alla preside, ma per ora non ha fatto proseliti tra tutti i genitori: «La proponiamo da due anni e conosciamo le risposte. Comunque cominciare a settembre con alcune classi è un modo per poter andare piano piano a regime negli anni prossimi».