Avellino, il giro del mondo da Teramo a Berlino: «Ma ho scelto l’Irpinia»

La 29enne Sara Fantozzi ha deciso di restare per apprendere l’arte del vino

Sara Fantozzi
Sara Fantozzi
di Alberto Nigro
Lunedì 4 Marzo 2024, 00:05 - Ultimo agg. 08:25
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Da Teramo ad Ariano Irpino passando per la Cambogia, l'Inghilterra, la Germania, la Francia. Un viaggio per conoscere e per conoscersi, abbracciando la natura, scoprendo il vino (rigorosamente naturale), guardando al lavoro sotto il profilo etico, esaminandone l'impatto sia in termini sociali che ambientali.

«Mi chiamo Sara Fantozzi e sono nata e cresciuta a Torricella Sicura, un paesino in provincia di Teramo posizionato tra il mare e il Gran Sasso». Sara da qualche tempo collabora con l'azienda vitivinicola arianese Cantina Giardino, ma il percorso seguito per giungere fino a qui è tutt'altro che scontato.

«Mi sono diplomata al liceo classico di Teramo - racconta - ma essendomi presentata ai test d'ingresso per la facoltà di Medicina con un giorno di ritardo, ho ben pensato di prendermi del tempo e partire alla volta di Londra per imparare l'inglese».

Lì Sara si è proposta coma ragazza alla pari (svolgeva faccende domestiche e accudiva i bambini della famiglia che la ospitava, ndr.) e trascorso l'anno è tornata in Italia per iscriversi all'Università. «Tramontata l'idea di fare il medico, ho optato per Scienze Politiche a Bologna. In quella città - ricorda - ho trascorso anni molto belli e poco prima di laurearmi mi sono trasferita per tre mesi, con una Ong, in Cambogia per una ricerca sull'influenza della cooperazione sullo sviluppo dei diritti umani». Tornata in Italia - siamo giunti al 2019 - Sara si è laureata e prima di iscriversi alla specialistica ha deciso di fare una puntata a Berlino. Nella capitale tedesca ha lavorato come cameriera in diversi ristoranti, ma è stata una pizzeria campana ad aprirle le porte del vino. «Un giorno - dice - un distributore ha organizzato nel locale una degustazione di vini e dentro di me è come se si fosse acceso un fuoco che non si è più spento». Poi, la lettura del libro «Non è il vino dell'enologo», del giovane vignaiolo Corrado Dottori, ha fatto il resto.

«In quel testo - spiega - era contenuta una riflessione sul mondo agricolo in chiave sociale, economica e politica. È stata una rivelazione, per cui due settimane dopo ero in Friuli per la mia prima vendemmia». Terminata l'esperienza, il ritorno a Berlino, il lavoro presso alcuni winebar, i primi corsi di studio specifici e le visite in cantina. «Più mi informavo e più cresceva in me l'amore per il vino naturale o artigianale, un vero e proprio strumento per fare politica reale, non quella delle elezioni, ma quella della tutela del territorio, dei progetti sociali, dell'etica, della consapevolezza». Di qui l'incontro con una ragazza pugliese, Manuela Conversano, e l'organizzazione di eventi culturali legati al mondo dell'enologia. Il 2021 è stato l'anno della prima trasferta enologica campana, con esperienze nel Cilento, in Costiera e la conoscenza con Cantina Giardino ad Ariano. «Dovevo fare una visita veloce, ma sono rimasta lì per due settimane.

Mi sono innamorata dell'Irpinia: un posto incredibile, ricco di bellezze, dove ho conosciuto tanti artisti e dove anche una chiacchierata davanti al bar del paese non è mai banale». Il peregrinare di Sara però non era ancora finito. «Nel 2022 mi sono trasferita a Parigi, ma in quello stesso anno sono tornata ad Ariano per tre mesi in occasione della vendemmia. Prima di ripartire (stavolta per Berlino), ho firmato il primo contratto con l'azienda per collaborare durante eventi e fiere, ma dallo scorso anno sono qui in pianta stabile e mi occupo di una vecchia vigna nel Comune di Montemarano». Qui, a Montemarano, è stata di fatto adottata dalla famiglia Romano della cantina “Il Cancelliere” che produce raffinatissimi Aglianico e Taurasi.

Per Sara produrre vino significa innanzitutto tutelare l'ambiente, valorizzare il territorio e vivere in armonia con la natura. Proprio per questo ha fondato in Puglia, insieme alla ragazza pugliese conosciuta a Berlino, una cantina di comunità chiamata «Jazzile» che oltre a promuovere pratiche agricole sostenibili, guarda all'inserimento lavorativo delle persone più svantaggiate.