Avellino, il nuovo sindaco M5S Ciampi:
«Ora è finita l'era dei favori»

Avellino, il nuovo sindaco M5S Ciampi: «Ora è finita l'era dei favori»
di Livio Coppola
Martedì 26 Giugno 2018, 08:58 - Ultimo agg. 09:38
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«De Mita e Mancino? Non mi piace personalizzare le vittorie né le sconfitte. So solo che la mia città ha scelto la discontinuità, ha deciso per un nuovo modello di amministrazione, che vuole puntare su merito e competenze, di certo non più sulle logiche dei piaceri e delle raccomandazioni». Reduce da una notte insonne, il neo sindaco pentastellato di Avellino Vincenzo Ciampi, 50enne fuzionario dell’Agenzia delle Entrate, al di là degli occhi stanchi sa già cosa lo aspetta nelle prossime settimane. Il sostegno, al momento, di soli 13 consiglieri su 32 non può bastare a portare avanti il programma immaginato in campagna elettorale, a partire dal già annunciato screening sui conti del Comune. «Dobbiamo rivolgerci a tutti, ammette», ma poi precisa: «Con metodi nuovi rispetto al passato. Qui le persone si sono allontanate dalla politica a causa di una gestione che ha sgretolato il tessuto sociale. Va invertito il trend». 
Sindaco, Avellino fino a ieri era vista come uno degli ultimi feudi politici degli ex Dc, con riferimento agli storici leader Ciriaco De Mita e Nicola Mancino. Entrambi sostenevano il suo competitor, l’avvocato Nello Pizza. Come si sente ad averli battuti sul terreno elettorale?
«Sono convinto che in queste elezioni il popolo avellinese abbia voluto realmente scegliere il cambiamento. Un cambiamento che ovviamente ora va realizzato in concreto, con l’aiuto di tutte le forze che vorranno impegnarsi in giunta e in consiglio. Quanto a De Mita e Mancino, a me sinceramente non piace personalizzare né le vittorie né le sconfitte. Ma di certo oggi si può finalmente parlare di discontinuità. L’elemento oggettivo è rappresentato dal cambio politico per cui gli avellinesi hanno optato dopo decenni all’insegna della stessa gestione. Credo che ogni storia abbia un inizio e una fine, adesso si è deciso di premiare un altro modo di intendere l’amministrazione. Ma ciò non deve di certo servire a consumare vendette politiche».  
Tuttavia la campagna elettorale condotta dal Movimento Cinque Stelle, attraverso anche la nutrita squadra di parlamentari locali, ha assunto toni molto duri proprio nei confronti del centrosinistra, che si reggeva in parte anche su demitiani e manciniani. È il momento della distensione?
«Non è questo il punto. In campagna elettorale abbiamo voluto mettere davanti a tutto i concetti di competenza e meritocrazia. Il giudizio sul passato è inequivocabile: il tessuto sociale avellinese si è sgretolato a causa di un sistema di potere che elevando i piaceri a diritti e anteponendo il concetto di raccomandazione a quello di competenza ha portato centinaia di giovani lontano da questa città. Allo stesso modo adesso dobbiamo concentrarci solo sul lavoro da fare e non sulle recriminazioni, perché il nostro obiettivo è dare ai nostri ragazzi l’opportunità di creare qui il proprio futuro». 
La sua vittoria si lega ad una roboante rimonta al secondo turno. Quanto hanno pesato, secondo lei, il contributo del governo centrale e inchieste giudiziarie come quella sull’Aias, che coinvolge direttamente alcuni familiari dello stesso De Mita?
«L’inchiesta Aias era nota già da tempo, avrà sicuramente inciso ma non credo più di tanto. Magari può essere vista come la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo da tempo. Quanto al governo centrale, con la doppia presenza del vicepremier Di Maio ci ha sicuramente dato una mano perché ha dimostrato vicinanza reale alle comunità locali. A mio dire, però, la rimonta al ballottaggio è stata determinata soprattutto dalla maggiore libertà di cui i cittadini hanno goduto al secondo turno. Nel primo giocano un ruolo preponderante le conoscenze dirette con i candidati delle liste. Domenica invece c’è stata una scelta chiara sulla mia persona, dunque squisitamente sul sindaco da eleggere, dal valore infinito». 
Ora si parte senza maggioranza in consiglio. Come?
«Facendo appello a tutti i consiglieri, nessuno escluso, senza pregiudiziali. Porteremo avanti provvedimenti per il bene di tutti gli avellinesi, chi sarà chiamato a valutarli dovrà scegliere pensando ai cittadini, non ai partiti di appartenenza». 
A Roma c’è un asse di governo con la Lega. Replicabile a livello locale?
«Non è la stessa cosa.

In città dobbiamo trovare un consenso più ampio che ci metta in condizione di superare emergenze come quelle legate a povertà e disoccupazione. Non sarà facile, ma sono fiducioso». 

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