Giordano prende la parola e stringe la mano al protagonista di una giornata nel ricordo di Falcone. La significativa testimonianza di Giuseppe Costanza, l'autista di Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci del maggio 92 davanti agli studenti dell'Istituto Aurigemma di Monteforte Irpino tra musiche e domande dei più piccoli. Ieri mattina al Polo giovani di Avellino c'era anche il sindaco di Monteforte Costantino Giordano che è stato rinviato a giudizio per estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d'asta insieme ad altri accusati di far parte del clan Galdieri. Alla testimonianza di Costanza è seguita quella registrata e proietta su un maxi schermo del ministro dell'Interno Piantedosi, presenti in sala i vertici della questura di Avellino e delle forze dell'ordine. Nel corso della mattinata ha preso la parola lo stesso Giordano che ha tenuto una prolusione sul tema. Alla fine della quale ha consegnato una targa a Costanza.
«Legalità - dice Giordano - è poter avere la possibilità di guardarsi allo specchio e di vedere riflessa una persona perbene». Legalità e antimafia, questi i temi al centro della mattinata.
«La mia coscienza è a posto - ha detto Giordano entrando in sala- fino a quando non ci sarà una condanna definitiva il sindaco può operare e contribuire al bene della collettività». Quindi un passaggio rivolto a quanti, negli ultimi giorni, ne stanno chiedendo le sue dimissioni in attesa dell'esito del procedimento. «Chiedere le dimissioni di un sindaco, di un uomo eletto dal popolo, è assurdo. Attendo fiducioso e sto ricevendo molta solidarietà». «Credo alla giustizia e aspettiamo il verdetto. Assurdo chiedere le mie dimissioni fin quando non c'è la condanna definitiva. Io non sto in ufficio per non far lavorare le persone? Sto ricevendo migliaia di messaggi di solidarietà che mi chiedono di non mollare perchè la comunità ha bisogno di una guida altrimenti andrebbe allo sbaraglio. Credo nella giustizia e sono pronto a sostenere altri dieci interrogatori. Direi sempre le stesse cose. Leggo su di me molte cose ma so aspettare e mi sono abituato. So che alla fine la giustizia ci sarà».
L'evento, però, ha scatenato la reazione dell'ex consigliere comunale di Monteforte Irpino, Katia Renzulli. «Siamo garantisti fino a prova contraria - dice - ma per l'occasione il Comune poteva mandare un altro rappresentante». E sottolinea: «È inqualificabile vedere un sindaco rinviato a giudizio per reati di mafia stringere la mano all'autista di Falcone». Dunque la stoccata finale: «Le presenze, anche se imposte, quando accettate invertono i ruoli. La troppa riverenza e accondiscendenza modificano le intenzioni. Da contro, sembrerebbero involontariamente pro».