Inchiesta Acs,
sotto esame le convenzioni

Inchiesta Acs, sotto esame le convenzioni
di Alessandro Calabrese
Mercoledì 7 Agosto 2019, 11:10
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Fiamme gialle non solo all'Alto Calore. Una cospicua acquisizione di documenti, infatti, c'è stata anche negli uffici dei Comuni di Avellino ed Atripalda. Obiettivo della ricerca incartamenti e carteggi legati ai rapporti tra gli enti locali e la partecipata di corso Europa, che gestisce il servizio idrico in Irpinia e in parte del Sannio. Si allarga, dunque, il raggio d'azione della nuova inchiesta della Procura di Avellino sull'Acs, coordinata dal sostituto Vincenzo Russo e condotta dalla Guardia di Finanza. Accanto al bilancio 2017, subito sotto i riflettori per la tempistica dell'azione giudiziaria, ecco che ai raggi x potrebbero essere passate le convenzioni con i Comuni soci, oltre ai canoni idrici. Sarebbero queste le direttrici dell'attività investigativa che tiene con il fiato sospeso ex amministratori e dirigenti dell'Alto Calore. Naturalmente sulle indagini vige il più stretto riserbo e gli elementi che trapelano in questa fase potranno essere confermati e collocati nella giusta posizione solo dagli inquirenti.

 

LE FIAMME GIALLE
Intanto, anche ieri la Finanza ha passato al setaccio documenti, atti e certificati nell'Ufficio Ragioneria. Soffermandosi soprattutto sulla contabilità della partecipata e i rapporti con i Comuni dell'ambito idrico servito. Secondo l'avviso di garanzia recapitato a Michelangelo Ciarcia, nel suo ruolo di amministratore unico, l'attività investigativa, partita certamente in seguito a un esposto-denuncia, si sta sviluppando in relazione a «presunte false comunicazioni sociali nei bilanci, nelle relazioni e nelle altre comunicazioni sociali dell'Acs dirette ai soci e al pubblico, e all'abuso in atti d'ufficio». Ma se i reati ipotizzati si sono, in qualche modo, configurati il 28 settembre del 2018, data riportata sul fascicolo, è pur vero che gli accertamenti riguardano il periodo tra il 2010 e oggi.
I FILONI
Partendo da questi dati e seguendo una linea temporale si possono individuare, così, tre piste principali che incrociano le prime informazioni trapelate, accadimenti e ipotesi investigative. Sul capitolo contabilità, sono finiti sotto la lente d'ingrandimento della Finanza il libro giornale della società, i partitari, la movimentazione compiuta nei confronti di utenti e fornitori, le partite contabili, i pagamenti effettuati e quelli in sospeso, oltre ai crediti da riscuotere. Ora, attraverso la verifica delle scritture di assestamento dei periodi coincidenti, i finanzieri potranno accertare se i conti della spa siano stati manipolati per mettere qualche toppa ai buchi del deficit o le rettifiche effettuate abbiano rispettato i canoni di una compilazione corretta. Per le convenzioni sui servizi di depurazione e fognatura, poi, è bene ricordare che per i Comuni di Avellino e Atripalda, oggetto del blitz, nonostante la prestazione per le fogne venga effettuata in concreto dall'Acs, questo incassa solo il 5% del canone riportato a parte in bolletta, mentre il restante 95% va alle due amministrazioni. Ciò a fronte di spese altissime sostenute per svolgere queste operazioni di manutenzione. Dunque, un filone potrebbe interessare questo aspetto e i motivi per i quali non avviene un riequilibrio negli introiti, nonostante un debito perenne proprio nei confronti dei Comuni. E qui subentra la terza possibile direttrice delle indagini: quella che porta alla necessità di dipanare l'ingarbugliata matassa dei canoni idrici. Proprio il mancato svolgimento dei servizi di depurazione e fogna da parte dell'Alto Calore sulla stragrande maggioranza dei Comuni, infatti, genera un'anticipazione che gli uffici di corso Europa introitano con l'importo della bolletta ma che poi dovrebbe essere scorporata e restituita ai municipi. Operazione che avviene sempre con ritardo e spesso solo di fronte ad una richiesta degli enti locali che in alcuni casi ricorrono anche ai decreti ingiuntivi. .
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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