«La lezione di Don Riboldi contro la subcultura mafiosa»

L'autore del libro Perone: «Ricordare don Riboldi significa ricordare un impegno»

La presentazione
La presentazione
Venerdì 13 Gennaio 2023, 09:14 - Ultimo agg. 09:16
3 Minuti di Lettura

«C'è un prima e un dopo nel tempo di don Riboldi. Ed è quello segnato dalla marcia Somma Vesuviana-Ottaviano del 17 novembre del 1982». Gianfranco Rotondi, deputato di Verde è Popolare, ricorda il vescovo anticamorra al quale il caporedattore de Il Mattino, Piero Perone, ha dedicato un libro, «Don Riboldi. 1923-2023. Il coraggio tradito», pubblicato dalle edizioni San Paolo. Il volume è stato presentato ieri pomeriggio al Circolo della Stampa di Avellino, con Rotondi e con l'autore, il prefetto di Avellino Paola Spena, il vescovo di Avellino, Arturo Aiello, il presidente della provincia di Avellino, Rino Buonopane, moderati da Aldo Balestra, giornalista de Il Mattino.


«Ho incontrato un paio di volte don Riboldi», ricorda Rotondi. La prima, ad Avellino quando ero un ragazzino che militava nella Democrazia cristiana. Poi più di recente, ad Acerra dove è stato vescovo fino alla sua morte avvenuta il 10 dicembre del 2017, quando aveva 94 anni».
Una figura, quella del vescovo di Acerra, ancora troppo poco conosciuta: «I giovani, la maggior parte, ne ignorano la storia», dice Perone, confidando uno dei motivi che l'hanno spinto a scrivere un libro che «in pochi, proprio tra i giovani, leggeranno.

Lo faranno, magari, gli adulti. E allora potranno apprendere e raccontare vicende avvenute molto prima di quella Gomorra, che invece proprio i giovani, tra finzione e realtà, dimostrano di conoscere fin troppo bene».


Fermi alla fiction, i giovani, secondo Perone, «considerano risolto o non prendono assolutamente in considerazione il problema della malavita organizzata. Ma la camorra, invece, è tutt'altro che scomparsa». Prendiamo Avellino: «Sembra la città più tranquilla della Campania. Poi una violenza, come quella di Capodanno che ha portato alla morte di un ragazzo di appena 20 anni, conferma come stia saltando tutto. Quella violenza è il segnale di come tra le nuove generazioni stia saltando tutto».


Un tema, quello del contrasto alla mafie, sottovalutato pure dalla politica: «È proprio scomparso dai radar. Basti pensare che l'attuale governo ancora non ha trovato il tempo di costituire la commissione parlamentare antimafia. Eppure sulle risorse del Pnrr, mafia, camorra e ndrangheta hanno già messo gli occhi. E non è da escludere uno scenario molto simile a quello del post-terremoto del 1980».


Allora «ricordare don Riboldi significa ricordare un impegno, una stagione di grandi speranze che andrebbe ripetuta. Ricordare per rinascere diceva don Riboldi, nella mobilitazione contro la criminalità organizzata, intuendo, già allora, come la camorra fosse un fatto strutturale nella società e proprio per questo qualcosa a cui non ci si può rassegnare. Oggi come allora - conclude Perone - la camorra si può sconfiggere soltanto se si creano condizioni sociali, politiche ed economiche sfavorevoli».
an.pl.

© RIPRODUZIONE RISERVATA