Ragazza ammazzata dal padre, la madre prese la pistola del marito

La signora Maria si avvicinò ai corpi e portò l'arma in cucina

Ragazza ammazzata dal padre, la madre prese la pistola del marito
di Katiuscia Guarino
Domenica 18 Febbraio 2024, 12:36
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Quando si è trovata di fronte la tragica scena, non aveva ancora realizzato che la figlia e il marito fossero morti. I loro corpi giacevano sotto il pergolato, uno vicino all'altro, a un passo dalla cucina dell'abitazione. Ha così raccolto la pistola a terra ed è corsa in casa per metterla al sicuro. Poi, ha appoggiato l'arma sul tavolo della cucina ed è ritornata fuori per soccorrere i suoi cari.

Non ha perso tempo e ha allertato un'ambulanza. È ciò che avrebbe fatto la signora Maria Petrone, secondo la ricostruzione che sta emergendo, negli attimi successivi all'omicidio della figlia Alessandra per mano di suo marito, Costantino Mazza, che poi si è suicidato con un colpo alla tempia.

Forse, un tentativo estremo di salvare la vita ai suoi cari. O forse il pensiero di un gesto estremo: la pistola aveva dei colpi nel caricatore. Il cuore le diceva che i due, nonostante quella tragica scena, fossero ancora in vita. Purtroppo, non era così. I sanitari del 118, quando sono giunti sul posto a contrada Bosco dei Preti, hanno potuto solo constatare il decesso di padre e figlia. Una volta dentro casa e notata la pistola, si sarebbero preoccupati di metterla in sicurezza. Con tutte le attenzioni del caso, il revolver è stato riposto in un cassetto della cucina dove erano contenuti anche dei medicinali.

L'arma è stata ritrovata dagli agenti della Squadra Mobile su indicazione della stessa signora Maria Petrone e del personale delle ambulanze arrivate in quella zona di campagna. La pistola, una Browning calibro 6,35, aveva all'interno del caricatore quattro proiettili. Gli altri due, invece, sono quelli esplosi da Costantino. Uno contro la figlia Alessandra che le ha sparato alla base del cranio, dopo averla abbracciata di spalle. Un altro esploso contro di sé alla tempia. Oltre alla rivoltella, sono stati sequestrati (provvedimento convalidato dal giudice) anche i due bossoli ritrovati all'esterno dell'abitazione dove si è consumato il dramma. La signora Petrone è stata visitata dal personale medico e supportata ogni attimo dai sanitari e dagli agenti di polizia. Agli inquirenti ha poi raccontato cosa accaduto e quanto aveva visto. L'urlo di dolore della donna ha squarciato il silenzio della collina di contrada Bosco dei Preti: "Non ho più Alessandra mia", la frase che ha pronunciato più volte. È stato difficile per gli stessi operatori di polizia eseguire rilievi in quella drammatica scena.

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Costantino Mazza ha sparato alla figlia tenendola abbracciata dalle spalle. Anche in quel tragico momento ha mostrato il suo amore per la figlia. Forse in lacrime, ha esploso un solo colpo che ha centrato Alessandra alla base del cranio e le ha tolto la vita in un attimo. Pochi secondi dopo ha rivolto la pistola verso di sé. Ha puntato allapropria tempia e ha premuto il grilletto. La signora Maria Petrone, udito il primo colpo, si è precipitata fuori. Ma ormai era troppo tardi. Nell'abitazione della famiglia Mazza, gli agenti della Squadra Mobile, guidati dal dirigente Gianluca Aurilia, hanno sequestrato, a scopo precauzionale, quattro fucili regolarmente detenuti.
«Una famiglia lasciata da sola», ribadiscono con rabbia amici e parenti. Domani si svolgerà l'autopsia presso l'obitorio dell'ospedale Moscati su entrambi i corpi. L'incarico è stato conferito dal magistrato Antonella Salvatore al medico legale Carmen Sementa. Un ulteriore passaggio investigativo per ricostruire nel dettaglio il drammatico San Valentino che ha scosso la comunità del capoluogo. Non appena completati gli esami autoptici, le salme saranno liberate per consentire di svolgere le esequie.

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