Ladri al Santuario di Montevergine,
i volti dei banditi nelle telecamere

Ladri al Santuario di Montevergine, i volti dei banditi nelle telecamere
di Gianni Colucci
Martedì 24 Dicembre 2019, 11:30
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Immagini nitidissime. Si vedono due persone avvicinarsi alla nicchia del museo dove si trova la bacheca sventrata. I due, con il volto parzialmente travisato, riescono con una certa facilità e rapidità ad aprire il fondo dell'espositore. Una lastra di legno ricoperta di stoffa che consente di accedere direttamente alla vetrinetta.

Anche in questo caso viene staccato un secondo sostegno e i gioielli esposti cadono giù di colpo. In pochi secondi i due si appropriano del contenuto della vetrina e si allontanano, tralasciando anche altri oggetti - ritenuti di minor valore - all'interno della vetrina.

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Il film è impresso negli occhi dell'abate Riccardo Guariglia a cui è stato mostrato diverse volte. Anche i suoi collaboratori, gli stessi monaci sono stati spettatori della scena. Alcuni di loro, raccontano i carabinieri presenti, hanno versato qualche lacrima. In sostanza si avvicina, ogni ora che passa, la soluzione del mistero del furto a Montevergine.

Al di là dell'individuazione degli autori, si sta ricostruendo anche se il furto sia avvenuto in un unico momento, o se sia stata necessaria una prima visita preparatoria, per rendere più facile l'azione del trafugamento.

Alle diverse fasi del furto potrebbero dunque aver partecipato persone che conoscono le abitudini del monastero, le vie di fuga ed eventuali nascondigli dove lasciare temporaneamente i preziosi.

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Non è chiaro se il furto avvenga in un unico momento, cioè nella mattina di domenica 15 dicembre, o sia stato approntato qualche ora prima o addirittura il giorno prima. Se cioè i malviventi abbiano avuto modo di accedere al museo con una strada già preparata In un caso avrebbero dovuto forzare la vetrina dal fondo e quindi perdere del tempo prima di agire. Con un'azione in due tempi, invece avrebbero avuto il tempo prima di rimuovere il rivestimento interno della vetrina che è posta sulla nicchia di un muro perimetrale, per poi con tutta comodità agire in un secondo momento.

Si sta anche procedendo a fare un inventario, anche se approssimativo, dei preziosi presenti nel santuario. L'abate ha già comunicato però che da tempo una parte del tesoro della Madonna si trova depositato in luoghi più sicuri. Va infine detto che il sistema di allarme e sorveglianza è ritenuto adeguato dagli stessi carabinieri che hanno scelto di custodire dei preziosi recuperati dal Nucleo tutela del patrimonio artistico proprio a Montevergine in attesa che i legittimi proprietari li rivendichino riconoscendoli magari nelle bacheche. Sarà un Natale in tono minore al santuario. Anche se proprio l'interesse per questa vicenda, l'ondata di solidarietà che si è sviluppata a seguito del furto, fa immaginare una presenza massiccia di fedeli nella Notte Santa al santuario.

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Il maltempo ha spesso ridotto la presenza dei fedeli a Montevergine, ma c'è chi ha invece promesso alla Madonna di starle vicino. Il pellegrinaggio in uno scenario magico, suggestivo, di grande raccoglimento, sarà una scelta che faranno in molti.

Il 24 dicembre alle 23,30 si terrà la veglia di Natale e il 25 alle 11 la Messa pontificale con la benedizione Papale. Ma sarà una ricorrenza che si vivrà senza sfarzo inutile, anche per motivi di sicurezza la comunità monastica ha deciso di mostrare il minimo indispensabile di ori e paramenti, quasi a scongiurare che possa ritornare quel drammatico momento di dieci giorni fa. La Madonna rimarrà esposta, spoglia e senza ori, nella sua semplice magnificenza che l'ha resa celebre nel mondo. Anche perché il diadema della Madonna, quello in oro massiccio e tempestato di pietre sarà tenuto custodito in un luogo segreto come il padre a abate ha deciso da tempo.

Una discreta sorveglianza di carabinieri sarà disposta dal comandante provinciale, il colonnello Massimo Cagnazzo, che non vuole far mancare il massimo del sostegno alla comunità.
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