Novolegno, messa nella fabbrica cancellata:
la Chiesa al fianco dei lavoratori in lotta

Novolegno, messa nella fabbrica cancellata: la Chiesa al fianco dei lavoratori in lotta
di Luigi Pisano
Domenica 15 Dicembre 2019, 10:00
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Si riempie di colpo la sala mensa della Novolegno, la fabbrica di Arcella di Montefredane che Fantoni vuole cancellare, per una messa di speranza officiata da Don Emilio. Lavoratori, organizzazioni sindacali e molti sindaci con la fascia tricolore, assieme al primo cittadino di Avellino. Tutti all'interno dello stabilimento per ascoltare le parole del curato avellinese, utili per riprendere il cammino con più vigore, senza rischiare di piegarsi sulle ginocchia per la stanchezza. Don Emilio Carbone, della Pastorale Sociale del lavoro della Diocesi di Avellino, al termine della funzione religiosa, ha distribuito a tutti i presenti un piccolo pensiero, una profonda e sentita lettera di auguri che invita a non mollare. «Il primo passo da fare è sedersi per dialogare. Questa crisi aziendale è come un contenitore che racchiude tutte le altre. Dietro le aziende ci sono le famiglie, il problema del lavoro e il rispetto della vita umana. Ho notato una sorta di perdita di speranza. Non si sa come risolvere la questione, visto che la proprietà non intende discutere. Ecco perché questa celebrazione è un riprendere vigore, per non farci cadere le braccia. Attenzione, però: quando si piegano anche le ginocchia siamo sconfitti, finiti. Rinvigorire, quindi, le ginocchia cadenti, rimettersi in cammino, fare tutti i passi possibile, per trovare una soluzione. Ecco il senso di questa celebrazione. Nessuna crisi, nessuna vertenza è irreversibile, si può sempre trovare una strada colloquiando, quindi, l'augurio è quello di rafforzare la lotta, la speranza».

Poche settimane fa, Don Emilio aveva scritto ed inviato una missiva accorata al gruppo Fantoni, esprimendo la forte preoccupazione pastorale, sociale e umana, per le sorti della storica e prestigiosa azienda. Al grido di aiuto e speranza dei lavoratori si è unita la voce di tutte le comunità della Diocesi, chiedendo di riaprire la stagione del dialogo, però, dalla holding friulana non è ancora arrivata una risposta. «Questa è una delle aziende storiche della nostra provincia, ma la Diocesi di Avellino è al fianco dei lavoratori. Ci sono 117 famiglie: bisogna dare un supporto, far capire che è presente una provincia intera. Non ci potrà essere sviluppo se non ci sarà sintonia tra le parti, ovvero Fantoni, la Regione e il Ministero. Molti soggetti in campo debbono ritornare attorno a quel tavolo. Chiediamo di far nascere una consapevolezza nuova. Non c'è solo la fabbrica, ci sono le persone».

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Al fianco dei lavoratori anche il primo cittadino di Avellino, Gianluca Festa: «Non dobbiamo stare a guardare e aspettare. Dobbiamo agire. A questo punto, è opportuno interloquire con la proprietà, altrimenti bisogna cercare un altro imprenditore. Operazione difficile, ma non possiamo stare fermi». Il sindaco di Montefredane, Valentino Tropeano, continua la battaglia, per evitare l'ennesimo dramma occupazionale: «Ormai diventa difficile dialogare con questo imprenditore, ma dobbiamo giocarci fino all'ultima carta a disposizione: questo patrimonio di azienda non deve essere abbandonato».

Una iniziativa voluta e curata dalle organizzazioni sindacali. «La Chiesa - dice Giovanni Lo Russo, della Filca Cisl ci darà aiuto e sostegno, per portare avanti questa vertenza». Gli fa eco Carmine Piemonte, della Feneal Uil: «Ora al nostro fianco c'è anche la Chiesa, per questa Novolegno che è il simbolo del lavoro nella Valle del Sabato». Peraltro, a maggio scadranno i dodici mesi di cassa integrazione. «Insieme alla Regione - afferma Toni Di Capua, della Fillea Cgil - dobbiamo trovare soluzioni in questo sito. Ci sono tutte le possibilità per riconvertirlo. Stiamo aspettando la relazione dell'advisor nazionale». Riprendere il confronto con la proprietà è fondamentale. «Fantoni - fa notare Angelo D'Onofrio, Ugl e Rsu aziendale - non vuole più il dialogo qui. Ma noi non possiamo abbassare la guardia».
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