Omicidio Bembo, Iannuzzi e Sciarrillo tornano in cella

La Cassazione ha rigettato il ricorso contro la decisione del Riesame

Omicidio Bembo, Iannuzzi e Sciarrillo tornano in cella
Omicidio Bembo, Iannuzzi e Sciarrillo tornano in cella
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 8 Febbraio 2024, 08:11
3 Minuti di Lettura

Si sono riaperte le porte del carcere di Bellizzi Irpino per i due imputati nell'omicidio di Roberto Bembo, il giovane di 21 anni ucciso con tre fendenti il primo gennaio dell'anno scorso aTorrette di Mercogliano.
Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo dopo circa 7 mesi di arresti domiciliari con braccialetto elettrico hanno fatto ritorno in cella. A tradurli gli agenti della Squadra mobile della questura di Avellino dopo che è stato rigettato dai magistrati della prima Sezione penale della Corte di Cassazione il ricorso contro la decisione del Riesame di Napoli di ripristinare la misura cautelare nei loro confronti. Il ricorso è stato discusso davanti ai giudici di legittimità martedì, dal penalista Gaetano Aufiero, che ha impugnato l'ordinanza del Tribunale della Libertà con la quale era stata accolta la richiesta della Procura di Avellino di applicare per i due la misura cautelare in carcere.

Una vicenda, quella dell'attenuazione della misura per Iannuzzi e Sciarrillo, che suscitato molte polemiche.

In segno di protesta contro la decisione del Gip di Avellino, era stato organizzato addirittura un corteo silenzioso in città fin davanti al palazzo di giustizia di Avellino. Il tutto ha avuto inizio il 28 luglio del 2023, quando il gip Fabrizio Ciccone ha accolto il ricorso dell'avvocato Gaetano Aufiero e ha attenuato la misura per l'esecutore materiale del delitto di Roberto, Nico Iannuzzi e per il suo complice, Luca Sciarrillo. La Procura di Avellino ha proposto ricorso contro gli arresti domiciliari decisi per Nico Iannuzzi, classe 91, autore materiale del ferimento mortale e Luca Sciarrillo, classe 94, concorrente nel delitto.

L'impugnazione proposta dalla Procura di Avellino focalizzava l'attenzione sulla personalità e l'inclinazione a delinquere degli indagati espresse nell'ordinanza di convalida per sottolineare che «da quel momento erano decorsi meno di 7 mesi senza che siano sopravvenuti, sotto il profilo fattuale e sostanziale, circostanze nuove favorevoli agli indagati, né elementi che da soli o insieme a quelli già raccolti possano modificare il gravissimo quadro indiziario e cautelare che fu posto a fondamento della più grave delle misure coercitive, ritenuto unico presidio idoneo ad arginare l'estrema pericolosità degli indagati, non essendo adeguate misure più lievi».

Video

Ad ottobre scorso i giudici del tribunale del Riesame di Napoli hanno accolto il ricorso presentato dal pubblico ministero Vincenzo D'Onofrio contro l'attenuazione della misura nei confronti dei due giovani imputati. Intanto il 13 dicembre scorso Nico Iannuzzi e i due fratelli Sciarrillo (Luca in carcere e Daniele indagato a piede libero fin dall'inizio) sono stati rinviati a giudizio. Il processo inizierà il prossimo 27 marzo. A giudicarli con rito ordinario - i giudici della Corte di Assise di Avellino. I loro avvocati - Gaetano Aufiero e Stefano Vozella- nel corso dell'udienza preliminare hanno insistito molto sull'insussistenza dell'aggravante dei futili motivi, ma non è stata esclusa e dunque non sono stati ammessi al rito alternativo.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA