Protesta in carcere ad Avellino, reparti devastati e atti di autolesionismo

Protagonisti tre detenuti magrebini che hanno provocato pesanti danni nella sezione al piano terra. Sindacati sul piede di guerra

Protesta in carcere ad Avellino, reparti devastati e atti di autolesionismo
Giovedì 1 Febbraio 2024, 21:36
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Violenta protesta nel carcere di Avellino. Protagonisti tre detenuti magrebini che hanno devastato la sezione al piano terra. Si sono barricati all'interno e hanno distrutto con delle spranghe le centraline elettriche e le telecamere di videosorveglianza rendendo inagibile il reparto.

Si sono anche procurati tagli alle braccia e hanno ingoiato batterie ministilo. C'è stata molta tensione. Alla base della protesta la richiesta di essere trasferiti in altri istituti penitenziari più vicini alle famiglie. Gli agenti penitenziari sono riusciti a riportare la calma. I fatti si sono verificati questa mattina. La notizia è stata divulgata dalle organizzazioni sindacali.

«Neanche la presenza del magistrato di sorveglianza li ha riportati a miti consigli. Solo dopo il contatto telefonico con il provveditore dell'Amministrazione Penitenziaria, la protesta rientrava - spiega - il consigliere nazionale dell’Osapp, Emilio Fattorello che “ribadisce ancora una volta la necessità di interventi dell'amministrazione per fronteggiare le criticità che ancora permangono nella casa circondariale di Avellino.

Una cosa - sottolinea Fattorello - è parlare di unità amministrate solo sulla carta, altro è parlare di una forza realmente operativa ridotta ai minimi termini improponibile ad una gestione di un istituto di livello superiore quale quello di Avellino che ha superato la soglia di 600 detenuti con un sovraffollamento pari a circa duecento utenti».

Sull'episodio interviene anche la segretaria regionale del Sappe, Tiziana Guacci. «Le condizioni della casa circondariale di Avellino continuano ad essere allarmanti, come quelle degli altri istituti del distretto campano, per sovraffollamento e carenza di organico. Nell'ultimo periodo - dice Guacci - sono stati trasferiti da altri istituti un notevole numero di detenuti che ha vertiginosamente fatto crescere la popolazione detenuta. A peggiorare la situazione la presenza di una sezione ex art. 32 fatiscente che comporta gravi ripercussioni sulla sicurezza interna del reparto oltre alla cronica carenza di organico».

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