Avellino: tentò di uccidere Francesco Liotti, confermata la condanna a Volzone

14 anni di reclusione per tentato omicidio

Il luogo della sparatoria
Il luogo della sparatoria
Giovedì 13 Luglio 2023, 11:10
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Tentò di uccidere Francesco Liotti in pieno giorno, ingaggiando un conflitto a fuoco lungo via Visconti: confermata, in secondo grado, la condanna a 14 anni di reclusione per Danilo Volzone. Il suo avvocato Gaetano Aufiero nei prossimi giorni provvederà a depositare il ricorso in cassazione per tentare di scardinare nel terzo ed ultimo grado di giudizio un impianto accusatorio che fino a questo momento ha retto. Infatti, anche la Corte di Appello di Napoli ha considerato fondata l'ipotesi accusatoria nei confronti Danilo Volzone, considerato l'esecutore materiale del tentato omicidio di Francesco Liotti. Il pubblico ministero Anna Frasca della Direzione Distrettuale Antimafia, al termine della sua requisitoria discussa nel marzo del 2022, aveva chiesto 15 anni di reclusione per l'unico imputato del tentato omicidio di Francesco Liotti e il tribunale nel verdetto inflisse 14 anni di reclusione.

Il pubblico ministero della Dda aveva contestato l'aggravante della premeditazione e del metodo mafioso per Volzone che il 20 agosto del 2020, a bordo dell'auto di un dipendente del suo bar, fece esplodere colpi d'arma da fuoco contro Liotti. Mentre il difensore di Volzone, Aufiero, chiese l'assoluzione per «non aver commesso il fatto, ribadendo più volte di trovarsi davanti a un processo indiziario privo di prove certe a carico del loro assistito». Il legale nel corso dell'istruttoria dibattimentale aveva presentato anche una perizia di parte, dando incarico all'ingegnere Alessandro Lima, con la quale furono effettuati degli accertamenti antropometrici sul braccio di Danilo Volzone per confrontarlo con quello armato, immortalato dalle telecamere presenti in via Visconti. Ad avviso del consulente di parte e della difesa i dati antropometrici non coincidevano, ma i giudici del tribunale di Avellino condannarono Volzone.

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L'accusa infatti riteneva che alla base dell'agguato teso a Francesco Liotti - avvenuto in pieno giorno, con l'esplosione di ben sei colpi d'arma da fuoco in via Visconti, quando uno dei proiettili lo colpì di striscio al volto vi fosse il tentativo di «contrastare l'ascesa criminale dei fratelli Angelo (non indagato) e Danilo Volzone che dal canto loro avrebbero cercato di approfittare della recente carcerazione dei fratelli Galdieri (settembre 2019) al fine di subentrarvi nella gestione delle illecite attività dello spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni ed usura».

Ad avviso degli investigatori anche Francesco Liotti, quel giorno era armato, come testimoniato da un automobilista in transito lungo via Visconti e bloccato dalla vittima per farsi dare un passaggio sino all'abitazione della sorella, al fine di raggiungere l'abitazione della sorella. L'automobilista sostenne che Liotti «avrebbe sparato almeno due colpi nei confronti dei suoi assalitori con una pistola estratta dai pantaloncini».

 

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