L'acqua e i suoi veleni sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Non è passata inosservata la visita, ieri mattina, dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità presso gli uffici dell'Unità operativa complessa Igiene e sanità pubblica dell'Asl. Un'iniziativa chiaramente legata all'approfondimento giudiziario avviato dalla Procura su quanto accaduto in città a metà novembre. Valori di tetracloroetilene fino a 250 microgrammi che determinarono il divieto d'utilizzo idropotabile della risorsa idrica erogata al rione Libertà, al rione Ferrovia, in centro storico e in numerose contrade, per effetto dell'ordinanza emanata dal sindaco Clemente Mastella la sera del 17 novembre. Provvedimento originato dalla comunicazione del direttore del dipartimento Prevenzione Tommaso Zerella che informava il primo cittadino dell'avvenuto superamento, comunicato dal laboratorio provinciale dell'Arpac, del limite di 10 microgrammi di tetracloroetilene nel campione prelevato dai funzionari dell'Asl la mattina del 17 novembre presso il pozzo Benevento 2 di Pezzapiana. Comunicazioni tra enti che sono state acquisite ieri dai militari del Nas dei carabinieri, insieme alla lunga teoria dei rapporti di prova collezionati da Asl e Arpac nei giorni caldi dell'emergenza idrica poi rientrata. Obiettivo, presumibile, è ricostruire come siano andate le cose lungo la catena istituzionale che, come sancito dal decreto 31/2001 sulla qualità delle acque destinate ad uso umano, vede coinvolti l'Azienda sanitaria, l'Agenzia regionale di protezione ambientale e, da ultimo, il Comune. Nei giorni scorsi, come si ricorderà, erano stati i carabinieri forestali a prelevare materiale utile all'inquadramento della vicenda sulla quale è stato aperto un fascicolo che sarebbe ancora, da quanto risulta al momento, privo di iscrizioni nominative al registro degli indagati.
Pronta la collaborazione fornita alla polizia giudiziaria da parte dei funzionari competenti dell'Asl: «Mi trovavo fuori sede per impegni istituzionali, ma ho dato disposizioni agli uffici di assicurare la più totale disponibilità ai militari - rivela Zerella - I nostri atti rispondono rigidamente al dettato normativo del decreto 31/2001. Ciò che abbiamo fatto nei giorni scorsi è esattamente ciò che facciamo in tutti i casi di superamento dei limiti di legge. Non appena ci sono giunti i risultati analitici da parte dei laboratori dell'Arpac, abbiamo provveduto a darne comunicazione al sindaco di Benevento, che a sua volta ha proceduto come per legge emanando ordinanza di divieto d'uso potabile». Divieto scattato sulla scorta del prelievo Asl effettuato la mattina del 17 novembre con valore di 250 microgrammi di tetracloroetilene.
Ma per quale ragione l'Azienda sanitaria non provvide a informare Palazzo Mosti del superamento altrettanto cospicuo del parametro (189 microgrammi di tetracloroetilene) emerso dal campionamento eseguito dalla stessa Asl la mattina del 15 novembre? Un giallo spiegato così da Zerella: «I risultati analitici del campionamento effettuato dai nostri operatori martedì 15 novembre mi sono stati notificati nelle ore serali del 16 novembre.