Porta forzata, giù con un lenzuolo: così i due detenuti sono fuggiti dal carcere minorile di Airola

Pochi agenti di notte, la videosorveglianza c'è ma nessuno controlla le immagini in diretta

Il carcere minorile di Airola
Il carcere minorile di Airola
di Claudio Coluzzi
Giovedì 23 Marzo 2023, 23:55 - Ultimo agg. 25 Marzo, 08:57
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Uno dei due era già esperto di evasioni. Era fuggito da una comunità per raggiungere la sua ragazza, e proprio per questo era finito nel carcere minorile di Airola. Storie di crimini e disagio giovanile, non necessariamente in quest’ordine, che dalla fiction di «Mare fuori» si materializzano all’Ipm di Airola, il secondo istituto di reclusione minorile della Campania, al confine delle province di Caserta e Benevento.

Ad evadere sono stati due 21enni: Francesco Pio Capriglia, di Napoli, accusato di rapina aggravata, e Raffaele Buccino, di Castel Volturno, detenuto per ricettazione.

Il primo avrebbe finito di scontare la pena nel 2025, mentre il giovane originario del Casertano, l’anno prossimo. Come sempre avevano concluso la giornata iniziata alle 7.30 con la sveglia, la colazione alle 8, i lavori domestici alle 9, poi i corsi scolastici, il pranzo, scuola pomeridiana, la palestra, a dormire alle 21. Giornate scandite da regole ferree, sempre le stesse, l’esatto opposto della vita «fuori» fatta di sregolatezza e violenza. Il carcere minorile, per educare, deve riportare i ragazzi al rispetto delle regole. Ad Airola ce ne sono attualmente 28 di baby detenuti di età compresa tra i 15 e 26 anni. I minorenni in padiglioni separati, i maggiorenni divisi in modo tale da evitare problemi di coabitazione.

Capriglia e Buccino, evidentemente, il piano di fuga lo avevano organizzato nei minimi particolari, anche se non erano da molto tempo ad Airola. Si erano resi conto dei punti di debolezza dell’istituto di reclusione. Soprattutto della scarsezza di personale nelle ore notturne e di un sistema di videosorveglianza che funziona solo in parte. Infatti l’altra notte in servizio, in tutto il carcere, c’erano solo 4 agenti di custodia e uno nella guardiola. Il sistema di videosorveglianza c’è, ma non è controllato in diretta da un operatore. I detenuti hanno finto di andare a dormire, ben sapendo che quella sarebbe stata la loro ultima notte in cella. Alle 2, quando buona parte della popolazione carceraria dormiva, hanno forzato una porta in ferro e, da una finestra del secondo piano, si sono calati con un lenzuolo nel cortile. Un sistema semplice, classico, efficace. Nessuno li ha notati, le telecamere hanno consegnato i dettagli della loro azione solo in un momento successivo. Quando ormai si erano allontanati, probabilmente prelevati all’esterno da qualcuno che li attendeva. Già perché, se si elabora e si mette in atto un piano del genere, non ci si incammina poi di notte a piedi lungo l’Appia. Con il rischio di essere ripresi immediatamente. 

 

Non è andata così. Quando è scattato l’allarme interno i due evasi erano già lontani. Sono attualmente ricercati. La notizia pubblica l’hanno data, come sempre accade, prima i sindacati di polizia Ciro Auricchio e Eugenio Ferrandino, segretari regionali rispettivamente dell’Uspp e dell’Uil, che hanno ribadito: «Sono anni che denunciamo le carenze e le criticità del sistema penale minorile. In particolar modo, nell’ultimo anno, abbiamo denunciato le carenze strutturali dell’istituto airolese per le quali è stata deliberata la completa ristrutturazione». Il garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello, sottolinea: «La criticità maggiore è la debolezza, se non latitanza, delle istituzioni sia a livello regionale sia nazionale, distanti per risolvere completamente le questioni. Però, che l’Ipm di Airola è uno degli istituti con il più alto numero di progetti di inclusione sociale». 

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