Acqua, inchiesta sui veleni: la Procura incarica l'Asl per i rilievi su Pezzapiana

Arrivano i primi risultati: i valori sono in regola

L'acquedotto di Pezzapiana
L'acquedotto di Pezzapiana
di Paolo Bocchino
Venerdì 3 Marzo 2023, 10:20
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Sarà l'Asl a condurre gli accertamenti scientifici nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Benevento sulla contaminazione da tetracloroetilene della falda idrica di Pezzapiana. Maria Colucci, pm titolare del fascicolo d'indagine, ha ricevuto ieri mattina negli uffici di via De Caro il direttore del dipartimento Prevenzione dell'Asl Tommaso Zerella. Un colloquio protrattosi per qualche decina di minuti, finalizzato a puntualizzare nel dettaglio le attività affidate all'ente sanitario con apposita delega formalizzata nelle scorse ore dalla magistrata.
Difficile carpire maggiori elementi informativi dalle cucitissime bocche dei protagonisti.

Gli uffici di via Mascellaro hanno dismesso l'abituale cordialità dopo il clamore suscitato dalla notizia della diffida notificata a Gesesa in merito al mancato accreditamento del laboratorio Artea per il parametro tetracloroetilene.

Provvedimento reso noto da "Il Mattino" che ha fatto inevitabilmente rumore, anche alla luce dei pregressi e non idilliaci rapporti sull'asse Asl-Comune di Benevento.

Un clima arroventatosi a novembre nei giorni caldi del picco anomalo di tetracloroetilene nelle acque di Pezzapiana, coinvolgendo anche i vertici dell'Arpac, per poi acquietarsi. Ma la comunicazione perentoria recapitata il 23 febbraio alla concessionaria idrica di Palazzo Mosti ha rialimentato i veleni, come testimoniato dalla piccata replica all'Asl degli assessori Rosa e Pasquariello. È verosimile che anche l'ultimo capitolo della vicenda, ovvero lo stop ad Artea imposto dalla Asl, sia finito sotto i riflettori degli inquirenti. Ma l'indagine, per quanto filtrato fin qui, è aperta da settimane, ovvero dal clamoroso boom di tetracloroetilene verificatosi a novembre, misteriosamente rientrato nei limiti della potabilità in poche ore.

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Nel mirino della Procura ci sarebbero le eventuali responsabilità personali della contaminazione non emerse all'esito di una prima inchiesta archiviata nel 2021, ma anche possibili profili di reato connessi al forte allarme destato nella popolazione beneventana, tra il 17 e il 19 novembre scorsi, dalla notizia dei valori monstre di tetracloroetilene. Potrebbero essere finiti sotto la lente della magistratura, anche sulla scorta di esposti, pure i rallentamenti del piano di caratterizzazione della falda, attività che sono riprese e in corso sotto l'egida del Comune. Per far ripartire le operazioni, Palazzo Mosti si è accollato l'anticipo dei costi della fase 2, pari a 176mila euro finanziati dalla Regione, dei quali 70mila euro alla sola Arpac per le attività di laboratorio. Sul campo per la parte tecnica anche la Teknimond di San Nicola Manfredi e la salernitana DMW. Nel pieno dello scontro con Asl e Arpac, il Comune aveva inoltre affidato al laboratorio Ge.pro.ter di Sant'Agata de' Goti verifiche incrociate sul tetracloroetilene, risultate pienamente in linea con i limiti di legge. Attività che inducono Palazzo Mosti a nutrire la massima fiducia circa la estraneità a ogni ipotesi di reato. Non manca però in queste ore chi fa rilevare criticamente l'incarico dato dal Comune ad Artea nel 2019 per la verifica dell'inquinamento nei pozzi, confermando peraltro il patron Mazza alla direzione dei lavori del piano di caratterizzazione.

Artea costretta dalla Asl a uscire dai giochi per il mancato godimento dei requisiti Accredia per il tetracloroetilene. I risultati delle prime verifiche condotte dal nuovo affidatario di Gesesa, il "Natura" di Casoria, sono comunque in linea con quelli storicamente refertati dal laboratorio di Ponte. I rapporti di prova trasmessi ieri al gestore rassicurano rispetto a eventuali pericoli di contaminazione nell'immediato. Al contrario, i valori riscontrati dal centro partenopeo, regolarmente accreditato per il tetracloroetilene, sono tutti ampiamente al di sotto della soglia di potabilità (10 microgrammi / litro). Nel dettaglio: 0,812 e 0,757 microgrammi presso i due pozzi di Pezzapiana, 0,683 microgrammi nella vasca di accumulo post clorazione, 0,577 microgrammi al fontanino di San Modesto, 0,525 in viale San Lorenzo, 0,364 a piazza Basile.

La questione approda anche nel dibattito politico. Mercoledì il tema sarà dibattuto dalla commissione Ambiente. La seduta è stata calendarizzata dal vicepresidente Antonio Picariello (in assenza di Luisa Petrone) su richiesta del consigliere di opposizione Vincenzo Sguera. «Avendo appreso che Gesesa ha interrotto il rapporto con Artea - spiega Sguera - ho ritenuto opportuno sollecitare una discussione. Sarebbe opportuno interpellare anche il presidente di Gesesa Domenico Russo, che potrà spiegare in particolare come sia possibile che determinati accertamenti circa la sussistenza dei requisiti siano appurati ex post e non, come sarebbe logico e opportuno, ex ante». Picariello sarà eletto con ogni probabilità oggi presidente della commissione fondi europei-Pics. Ad Alboino Greco invece il ruolo vicario della segreteria politica del sindaco Mastella, affidata a Luigi Scarinzi.
 

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