«Depuratore del Rummo acque nelle fogne comunali» una condanna e prescrizioni

Le irregolarità risalgono al 2016

«Depuratore del Rummo acque nelle fogne comunali» una condanna e prescrizioni
Giovedì 2 Marzo 2023, 10:02 - Ultimo agg. 10:09
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È scattata la prescrizione per due capi d'imputazione per le irregolarità nello sversamento delle acque reflue provenienti dal depuratore dell'ospedale "Rummo" nelle fogne comunali.

Irregolarità per le quali c'erano stati cinque rinvii a giudizio a giudizio in cinque. Le prescrizioni sono scattate per i reati principali, mentree c'è stata un unica condanna. La prescrizione è scattata per Filippo Serino, all'epoca dirigente dell'area tecnico-manutentiva del "Rummo", Nadia Manganiello e Michele Tiso, di Pietradefusi, rispettivamente amministratore unico e direttore tecnico della "Comitec srl", Giovanni Carbone, di Apice, legale rappresentante della "Sica srl", Nicolino Carbone, di Apice, addetto responsabile degli impianti di depurazione per la "Sica srl". La condanna a quattro mesi, pena sospesa, è stata emessa solo per Nicolino Carbone. Il verdetto è stato emesso dal magistrato monocratico Graziamaria Monaco nella serata di ieri al termine di una udienza, in cui il pm aveva chiesto la prescrizione per gli imputati tranne una condanna a otto mesi per Nicolino Carbone a cui era stato contestato, rispetto agli altri, un'ulteriore irregolarità. Poi le richieste di assoluzione e in subordine per prescrizione da parte degli avvocati degli imputati Roberto Prozzo e Luca Cavuoto. La vicenda alla base processo risale ad eventi che si sono verificati nel settembre del 2016. L'indagine era stata fatta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Napoli che avevano soffermato la loro attenzione sulle modalità con cui veniva gestito l'impianto di depurazione dell'Azienda ospedaliera "Rummo". Secondo l'accusa Serino in concorso con Manganiello, amministratore unico della Comitec, Tiso direttore tecnico della stessa società, a cui era affidata la gestione dell'impianto di depurazione delle acque reflue prodotte dal "Rummo", considerati reflui industriali, Giovanni e Nicolino Carbone, responsabili della "Sica srl" che svolgeva un ruolo ausiliario della "Comitec", operavano in assenza della prescritta autorizzazione.
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In particolare effettuavano operazioni di scarico di acque reflue industriali che senza alcun trattamento depurativo venivano sversate per mezzo di un bypass nella fognatura comunale per poi essere immesse nel fiume Calore. Tutti questi comportamenti venivano inseriti dalla Procura, che aveva coordinato le indagini in un periodo in cui c'erano stai più controlli sugli scoli fognari nelle acque dei fiumi sanniti, in due capi d'imputazione su cui è giunta la prescrizione. A Nicolino Carbone veniva contestato anche di aver eseguito operazioni di pulizia non autorizzate della vasca di disinfezione, con il tentato sversamento di un prodotto chimico. Ciò avrebbe alterato lo stato dei luoghi, impedendo e intralciando il controllo ambientale, con la compromissione dei risultati del previsto campionamento, per la ricerca di sostanze contaminanti, delle acque reflue del depuratore, sequestrato a distanza di un mese, ma comunque rimasto in funzione per permettere le normali attività. Da qui la condanna.
 

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