Ergastolano ordinò dalla cella l’omicidio della sua ex compagna

Benevento, l’agguato scattato a novembre ma la donna, colpita alla testa, si è salvata

ll carcere di Benevento
ll carcere di Benevento
di Valerio Esca
Venerdì 29 Dicembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 30 Dicembre, 10:08
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 L’ordine dell’esecuzione della 32enne Annarita Taddeo è arrivato dal carcere di Augusta, in provincia di Siracusa. Accusato del tentato femminicidio della donna, viva per miracolo, il suo ex compagno, Nicola Fallarino, 38enne di Benevento, detenuto in Sicilia per altri reati e già condannato all’ergastolo (difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono).

Ad eseguire ieri l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Benevento Roberto Nuzzo, su richiesta della locale Procura, la squadra mobile sannita, che ieri mattina all’alba ha dato il via a una vasta operazione tra Campania e Sicilia alla quale hanno preso parte anche i reparti prevenzione crimine di Roma, Napoli e Pescara.

Quaranta ordini di perquisizione eseguiti nei confronti degli indagati: ventotto residenti in provincia di Benevento, due detenuti nel carcere sannita di Capodimonte e dieci detenuti nel carcere di Augusta. L’obiettivo è far luce sull’ampia rete di appoggi sulla quale ha potuto far leva l’indagato. Fallarino, ritenuto il mandante del tentato femminicidio, è anche indiziato di porto illegale d’arma, tentata estorsione pluriaggravata e rapina pluriaggravata, sempre nei confronti dell’ex compagna. Resta aperto il giallo sul killer incaricato di compiere l’omicidio della donna, non ancora individuato dagli inquirenti. 

La 32enne fu ferita alla testa da un sicario lo scorso 11 novembre, davanti all’uscio di casa, in via Ferrara, al Rione Libertà di Benevento. Per salvarsi dalla furia del killer Annarita Taddeo si finse morta, come ha raccontato qualche giorno dopo agli agenti. Riuscì ugualmente a vedere l’uomo entrare in casa e frugare nella sua borsa, dalla quale portò via soldi, 2mila euro, e i cellulari. Dai telefonini, poi ritrovati dalla polizia nonostante il tentativo di distruggerli, è stato possibile recuperare i messaggi dai quali è emersa la volontà omicida del suo ex. Il 38enne, che si presume non abbia mai accettato la fine della loro relazione, avrebbe più volte minacciato di morte la donna. Pare che la volontà dell’ex fosse quella di volerla obbligare a lasciare la casa dove abitava, il bar dove lavorava (sostenendo fosse suo). Dagli elementi raccolti l’uomo avrebbe minacciato di morte anche la famiglia della 32enne. Dopo il tentato omicidio, l’uomo dalla cella ha inoltre continuato a sostenere che avrebbe potuto fare esplodere bombe nel bar attraverso suoi complici e di come potesse monitorare qualsiasi spostamento della donna. Dalle indagini è emerso come, attraverso un impianto video collegato a un cellulare, fosse in grado finanche di controllare le attività all’interno del bar. 

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Centocinquanta gli agenti coinvolti nel maxi blitz di ieri mattina. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati tre telefoni cellulari nel carcere di Augusta, numerosi altri nelle abitazioni degli indagati, insieme a pc e tablet, 3,50 grammi di hashish, 4,30 grammi di cocaina con arresto in flagranza del possessore, numerosi titoli di credito di importo rilevante su cui saranno svolte indagini. «Si è trattato di un tentato femminicidio ordinato da una persona che nonostante fosse in carcere poteva dialogare con l’esterno», ha spiegato durante una conferenza stampa il procuratore di Benevento Aldo Policastro. Con lui il questore Giovanni Trabunella e il dirigente della squadra mobile Flavio Tranquillo. «Siamo davanti a un tentato femminicidio vero e proprio - ha ribadito Policastro - con un uomo che ha avuto una reazione violenta di fronte alla decisione della donna di interrompere il rapporto che li legava». Altro aspetto di estrema gravità – come è stato rimarcato durante l’incontro con la stampa -, ora al vaglio del Dap (Dipartimento della amministrazione penitenziaria), è l’utilizzo da parte dell’uomo di più telefonini cellulari, nonostante fosse in carcere. «Si è trattato - ha ricordato il procuratore - di una indagine caratterizzata dalla tempestività e di ciò va dato atto agli inquirenti». 

Infine, oltre all’ordinanza con l’accusa di tentato omicidio, a Fallarino è stato notificato un ulteriore provvedimento per pene concorrenti, per un ammontare di ulteriori 26 anni, che si aggiunge all’ergastolo che sta scontando per omicidio. «Un evento - ha detto infine il questore Trabunella - che ha alla base motivazioni passionali ma anche economiche. Un accadimento che senza dubbio rappresenta uno degli episodi più gravi avvenuti negli ultimi tempi nella nostra provincia».

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