San Pio in tilt per i medici, il Fortore per l'assenza di hub sanitari territoriali

I sindacati denunciano contratti non adeguati che favoriscono la precarietà

La manifestazione dei sindacati
La manifestazione dei sindacati
di Luella De Ciampis
Venerdì 12 Maggio 2023, 09:01 - Ultimo agg. 09:12
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Il Fortore e l'Alto Tammaro sono abbandonati perché mancano i servizi assistenziali adeguati». A sottolinearlo con forza, Domenico Raffa, segretario provinciale Fp Cgil, nel corso della maifestazione organizzata, ieri mattina, dai sindati Fp, Filcams e Fiom Cgil, all'ingresso dell'ospedale Rummo. «Non è ammissibile dice Raffa che per fare una radiografia, un utente che abita a San Bartolomeo in Galdo, debba raggiungere una struttura privata, non convenzionata di San Marco dei Cavoti, senza poter usufruire di mezzi di collegamento. Ci chiediamo come possa fare un anziano solo a districarsi in una situazione del genere».

Questo significa che, oltre a pagare la prestazione, è costretto a percorrere 30 chilometri, in quanto questa è la distanza che intercorre tra San Bartolomeo e San Marco dei Cavoti. Bisogna tener conto che, in queste aree rurali, i mezzi pubblici di collegamento sono inesistenti, la maggior parte della popolazione è anziana e bisognosa di prestazioni sanitarie legate all'età e alle malattie croniche.

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«Proprio nel comune di San Bartolomeo continua Raffa - è stato aperto il primo e unico ospedale di comunità, di quelli da realizzare, ma fatica a decollare e a erogare i servizi previsti.
Sono condizioni inaccettabili per l'utenza. Abbiamo scelto il Rummo per la nostra manifestazione perché è un luogo simbolo per il Sannio ed è importante che si riesca a mantenerlo in vita per tutelare la salute dell'intera popolazione. Se dovessimo perdere pezzi nell'erogazione delle prestazioni in emergenza-urgenza, rischiamo di perdere il Dea di II livello per cui il nostro ospedale verrà declassato. È sotto gli occhi di tutti che il Pronto soccorso del Rummo è in sofferenza, ormai da qualche tempo. Una sofferenza, legata soprattutto alla grave carenza di personale medico ma accentuata dalla pandemia perché, ancora oggi, in Pronto soccorso arrivano e vengono tenuti in osservazione pazienti Covid, visto che i reparti destinati a ospitarli, nel padiglione Santa Teresa della Croce, sono stati ormai riconvertiti in reparti ordinari.

Quindi, il personale dell'emergenza deve far fronte, con difficoltà, sia alle esigenze dei pazienti ordinari che di quelli Covid. Nei prossimi giorni, incontreremo anche il personale medico e infermieristico per poi chiedere un confronto con il management e cercare soluzioni efficaci e risolutive».

Inevitabile, il passaggio sulle difficoltà e sui rischi che corre la Sanità per effetto dei nuovi provvedimenti previsti a livello nazionale. «La Sanità delle aree interne è a rischio dice Antimo Morlando, segretario regionale Sanità pubblica soprattutto dopo le azioni e i decreti messi in campo dall'attuale Governo, mirati a rendere la salute un bene elitario che non sarà alla portata di tutti ma solo di chi potrà permettersi il lusso di curarsi». Il timore delle associazioni sindacali è rappresentato dallo spettro dell'Autonomia differenziata che potrebbe affossare completamente la sanità del territorio sannita. Di decreto in decreto, si sta pianificando un programma ben preciso che, da gennaio 2024, consentirà alle singole Regioni di stipulare un'intesa con il Governo per la definizione delle materie sulle quali intervenire. Le eventuali intese per far transitare competenze dallo Stato alle Regioni, sono potenzialmente irreversibili perché non potranno mai più essere cambiate, se non con gli interventi delle Regioni stesse.

Le organizzazioni sindacali sono convinte che, in questo modo, diventa realistica la prospettiva di un'Italia "balcanizzata", suddivisa in tanti piccoli stati semi indipendenti, con gravissimi rischi sulla tenuta unitaria, democratica e sociale del paese, che accentua i divari tra i cittadini. È chiaro che, le aree interne, già fortemente penalizzate in diversi ambiti, subirebbero inevitabili e gravi mutilazioni anche in ambito sanitario. «In questo ospedale sottolinea Massimiliano Guglielmi, segretario generale Fiom regionale e provinciale - ci sono 2000 lavoratori, in vari settori, con manzioni e contratti diversi, che vanno tutelati, a partire dal salario. Questo è il primo passo per riuscire a creare condizioni migliori per dare stabilità alla struttura, oltre che per tutelare i dipendenti. Il personale rappresenta una risorsa importante che non possiamo disperdere».

I pericoli da scongiurare, nell'immediato, per quanto riguarda i servizi ospedalieri sono, secondo il sindacato Cimo medici, la privatizzazione del reclutamento del personale, che sta prendendo piede a macchia di leopardo, perché va a discapito della qualità del servizio e della sicurezza delle cure, e il ricorso ai medici a gettone, non solo nei reaprti dell'emergenza-urgenza ma anche in quelli di degenza. di pari passo, va abolito il tetto di spesa.
 

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